Una giornata per ricordare le vittime degli incidenti sul lavoro

Attualità & Cronaca

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In tutta Italia l’ANMIL   celebra la Giornata “ per le vittime degli incidenti sul lavoro”. I sindacati parlano di “strage”, con 17.000 decessi dal 2009.

L’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro  è nata nel 1943 ed è a riconosciuta come un ente morale  cui è affidata la tutela e la rappresentanza delle vittime di infortuni sul lavoro, delle vedove e degli orfani dei caduti. La “Giornata”  ricorre ogni anno la seconda domenica di ottobre e viene celebrata  dal 1951.

 Commentatori osservano che  “il mondo del lavoro negli ultimi anni ha subito cambiamenti profondi e radicali, dettati da una società in continua evoluzione e dalla rapidissima trasformazione tecnologica in atto.”  E’ incessante la elaborazione di “soluzioni innovative che possano contribuire a valorizzare lo straordinario  patrimonio di ingegno, creatività e talento dell’Italia. Si persegue  una nuova e più ampia visione dello sviluppo personale”.

A fronte di tutto ciò,   quella che però sembra rimasta al palo è la sicurezza sui  luoghi di lavoro.  La legge del 17 marzo 1898 n. 80, fu il primo intervento legislativo in tema di assicurazione contro gli infortuni: all’art. 4 prevedeva la formulazione di regolamenti “per prevenire gli infortuni e proteggere la vita e l’integrità fisica degli operai”. L’ultima revisione del Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro  è dell’aprile 2019.

 Con quali risultati?  Le vittime aumentano e le leggi restano carta se non sono accompagnate da mutamenti delle mentalità e  dei comportamenti: delle aziende e degli organi di controllo, innanzi tutto. Ed anche con qualche accorgimento in più  da parte dei lavoratori, cui però va somministrata una informazione sui pericoli, che spesso invece viene omessa.

 Dopo una prima riduzione degli infortuni verificatasi dal dopoguerra agli anni ’90, nell’ultimo decennio c’è stato un incremento degli  infortuni. Sono 13mila i morti censiti negli ultimi 10 anni dall’ “Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro” di Bologna.  

Sono storie di dolore e di rabbia perchè   queste tragedie mostrano che spesso sul lavoro si muore sempre allo stesso modo.    Disgrazie prevedibili dunque.

 Nel tempo le cose sono andate peggiorando: ad esempio si è passati dai 20.00 infortuni con danni permanenti del 1996 ai circa 30.000 infortuni con danni o mutilazioni permanenti nell’anno 2006.

Il 2018  è stato un altro anno di morte : 1133 VITTIME.  L’osservatorio indipendente di Bologna, alla data dell’11 ottobre 2019, ha già quantificato,  dall’inizio dell’anno,   in 1130  i lavoratori che hanno perduto la vita  (compresi i morti sulle strade e in itinere) di  cui 558 sui luoghi di lavoro.

Ce n’è abbastanza perchè tutte le sedi ed i soggetti che hanno “le mani pasta”   lascino perdere  commenti, deplorazioni e propositi e passino a fatti più concludenti.  

“La Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro e’ un’occasione preziosa per riflettere sui dati, tuttora cosi’ preoccupanti, delle morti e degli infortuni dei lavoratori e per far crescere la cultura e l’impegno della sicurezza nei luoghi di lavoro”. E’ il messaggio che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al presidente dell’ANMIL – Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, Zoello Forni, per questa giornata. “Purtroppo- continua Mattarella- le notizie di incidenti mortali continuano a essere quasi quotidiane. Alla scomparsa di un congiunto segue una grande sofferenza, anche economica e sociale della sua famiglia. Ancor di piu’ sono i feriti sul lavoro e non pochi subiscono invalidita’ permanenti con conseguenze fisiche e morali assai serie, talvolta persino drammatiche. Per questo desidero esprimere il mio apprezzamento all’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi sul Lavoro per l’opera costante a sostegno delle vittime e delle loro famiglie e per l’impegno di promozione della sicurezza nel lavoro”. 

 “La sicurezza di chi lavora e’ una priorita’ sociale- sottolinea il presidente della Repubblica- ed e’ uno dei fattori piu’ rilevanti per la qualita’ della nostra convivenza. Non possiamo accettare passivamente le tragedie che continuiamo ad avere di fronte. Le istituzioni e la comunita’ nel suo insieme devono saper reagire con determinazione e responsabilita’. Sono stati compiuti importanti passi in avanti nella legislazione, nella coscienza comune, nell’organizzazione stessa del lavoro. Ma tanto resta da fare per colmare lacune, per contrastare inerzie e illegalita’, per sconfiggere opportunismi. Punto di partenza e’ un’azione continua, rigorosa, di prevenzione. L’applicazione e il rispetto delle norme va accompagnata a una concreta attivita’ di vigilanza, cui devono essere assicurate le forze e le risorse necessarie, e che puo’ essere utilmente sostenuta da strumentazioni moderne e da banche dati”. “Iniziative come quelle che si promuovono oggi in tutto il territorio nazionale accrescono la consapevolezza del valore della formazione. Tutti – dai dirigenti dell’impresa ai singoli lavoratori – sono chiamati a prestare la giusta attenzione al rispetto delle norme e degli standard piu’ avanzati e l’impegno comune- conclude Mattarella- e’ condizione per raggiungere il traguardo di una maggiore sicurezza”. 

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