L’ENI e Mattei

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La creazione dell’ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) nel 1953, sarà forte motivo di dissenso con Luigi Sturzo che, da quel momento, ostacolerà sempre Mattei. Sturzo contestava il carattere giuridico dell’ENI come ente di diritto pubblico “posto al di sopra delle imprese similari di carattere privato, in un settore tipicamente industriale commerciale”. Sarà proprio Mattei a definire l’ENI “una macchina da guerra”. Questa macchina egli utilizzerà con spregiudicatezza, caratterizzandola non come una semplice holding, organizzandola con grande modernità, rivolgendosi ad amici e nemici per competenze e consulenze; chiamerà giovanissimi intellettuali come Cassese, Pedone, Spaventa, Ruffolo, Sinisgalli, Forte ed altri. Così come Adriano Olivetti per Ivrea, Mattei farà per l’ENI: ciò gli consentirà una vera e propria “politica estera” autonoma che eserciterà intensamente. Così si paleseranno i primi nemici: Claire Boothe Luce ad esempio (ambasciatore degli USA in Italia) e moglie di Henry Luce (editore filogovernativo di “Time”, “Life”, “Fortune”).

Da quel momento inizia la competizione petrolifera fra Davide (Mattei) e Golia (le “Sette sorelle”); la strategia è semplice: superare il sistema fifty-fifty 50%, negoziando aliquote maggiori per i paesi proprietari dei giacimenti: qualcosa che evidentemente sconvolge gli equilibri internazionali, combattendone l’arroganza e la prepotenza.

Mattei inventa il “capitalismo di stato”(1) che, grazie al mutato clima politico, col formarsi e il consolidarsi della “sinistra DC” (Gronchi, Dossetti, La Pira, Fanfani, Vanoni e altri), innerverà il sistema delle “partecipazioni statali” a forte componente sociale (con luci ed ombre). Mattei cresce, viaggia, conosce il mondo e via via traduce e realizza programmi, opere, grandi intraprese; sarà concepita (certo, non estranea la Fiat di Valletta) “una grande autostrada dorsale che percorra l’Italia da nord a sud, da Milano a Napoli” sarà l’Autostrada del Sole); su questa, la <Supercortemaggiore>, col cane a sei zampe, che guarda indietro sputando fuoco realizzerà il primo grande sistema di stazioni attrezzate ed affidabili dove le toilette sarebbero diventate la carta di credito: “Devono essere lindi da poterci mangiare dentro” usava dire il patron.

Del 1957 è la legge per il Mezzogiorno: Mattei vi si impegnerà a fondo con numerose attività, avviando anche l’Agip Nucleare, addestrando all’estero i suoi giovani tecnici. In pochi anni, l’Eni di Mattei realizzerà metanodotti, raffinerie, reti di distribuzione in Pakistan, India, Argentina, Brasile, Arabia Saudita, Svizzera, Polonia, Jugoslavia, Urss, Romania, Cecoslovacchia, Cina, Grecia, Bulgaria, Libia. Alla fine degli anni Cinquanta la rete di sedi e uffici di rappresentanza dell’Eni è considerata più efficiente e funzionale della nostra diplomazia. Un imprenditore, un ricercatore o un giornalista in viaggio in uno di quei paesi sa di poter contare più sull’ufficio dell’Eni, dal quale certamente riceverà la massima assistenza, che sull’Ambasciata italiana.

Nel 1962 nasce il primo governo di “centrosinistra”, presieduto da Fanfani. Mattei è ormai profondamente apprezzato e persino temuto; in un’intervista nel “New York Times”, spiegandone i motivi, si dichiarerà scettico con la Nato e neutralista; affermando anche di essere d’accordo con Krusciov sul fatto che “le compagnie petrolifere sono quelle che guidano la politica americana”. Poi, scoppierà la pace con le “sette sorelle” e Mattei sarà invitato alla Standford University per il conferimento della laurea ad honorem, seguita, finalmente, da un incontro con Kennedy (che aveva fortemente cercato). Ma quell’incontro non si farà mai perché Mattei cadrà col suo bireattore (un Morane Saulmier 760) nei campi di Bascapè, fra Pavia e Lodi. Era partito da Catania Fontanarossa alle 16,57, alle 18,56 era sulla verticale di Voghera, poi il silenzio per sempre. Numerosi i pareri, le spiegazioni, le illazioni, le correlazioni (quella con l’assassinio del giornalista De Mauro, per esempio), il petrolio, sicuramente è il filo che collega il delitto Matteotti all’incidente di Enrico Mattei.

(1) Carlo Maria Lo Martire -Mattei (Storia dell’italiano che sfidò i signori del petrolio)- Mondatori, Milano 2004

Vincenzo Petrocelli

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