I leader salvatori alle prese con l’acqua alta, l’Ilva, e il titanic italico

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La palma del leader più ganzo che è riuscito a trasformare l’oro in ottone va indubbiamente al Matteo fiorentino che ha rottamato se stesso passando dal dominio assoluto sul PD e il 40% del 2014 alle europee, al 4-5% come il PS francese suicidatosi e cannabalizzato  da Macron https://www.agi.it/politica/renzi_italia_viva_pd_macron-6542016/news/2019-11-13/ . Un debole senso si ha difficoltà a percepire nell’entusiasmo di Matteo leader di quell’Italia Viva, che pure tanta speranza aveva suscitato, ricevendo in cambio la cambiale in bianco del 40% di cui pare non abbia fatto un grande uso, nel sogno disastrato dell’Uomo solo al comando finito male con tutti i yes men che, come si lamentava, lo hanno tradito quando le vacche grasse sono finite.

Non è una novità. Nel Paese del Gattopardo capitano le trasmutazioni da fascisti ad antifascisti (con i resti di Salò e del MSI che almeno a modo loro mantenevano qualche coerenza), da craxiani ad anticraxiani  (ebbi a scrivere in quel periodo una nota sull’Umanità sugli anticraxiani dai candidi manti …),adesso abbiamo anche i fedelissimi di Silvio che sbandano pesantemente.

Nonostante ciò il desiderio dell’Uomo Forte sembra crescere nel Paese come scrive Michele Salvati sul Corriere della sera di oggi prontamente stroncato da Macaluso che ricorda che più che di un Leader ci sarebbe bisogno di un Partito quello che Antonio Gramsci chiamava il Principe Collettivo  https://www.facebook.com/1511161832491496/posts/2430067607267576/ .

Fortunatamente l’attuale segretario del PD che di errori e di debolezze non gli manca niente, sembra rifuggire dal mito del Capo, e pare conscio che ci vuole una grande impegno di milioni di italiani per rimettere in piedi l’Italia. Su un Titanic basta un Capitano coraggioso e bravo o servono tutti gli uomini impegnati al massimo della responsabilità in tutti i settori, a fare la loro parte al massimo per salvare la barca? Una domanda che si impone anche per l’Italia alle prese con l’affondamento di Venezia, il crollo del Morandi, il tentativo in corso di siluramento della principale acciaieria europea figlia del menefreghismo diffuso italico,  e dei giochini post-ideologici con cui si vuole tutto e il contrario di tutto, con le conseguenze che siamo sommersi dall’acqua a Venezia e dalla spazzatura a Roma e in molte altre parti d’Italia, mentre smantelliamo l’ultimo gioiello industriale italico dopo averlo affittato agli indiani noti industriali dell’acciaio.

Leggo che l’altro grande Salvatore sulla breccia (quello fiorentino viaggia in acque basse…), si trova alle prese con la sua regione più forte alle prese con l’acqua alta, dopo le imprese del MOSE dove, tutti insieme al potere centrodestro veneto e nazionale, non hanno dato grande prova di sé. Perché se è un delitto rubare come hanno fatto   Galan e compagni, è un delitto ancora più grande lasciare le grandi opere incompiute anche nel ricco potente ed efficiente veneto Centrodestro  oggi a trazione leghista e lasciare Venezia affogare in qualche metro di marea che di tanto in tanto si alza oltre la routine.

Purtroppo, non basta un Uomo solo al comando.   Ci vogliono tutti i cittadini e tutti gli operatori in particolare che fanno la loro parte, e anche il loro dovere.

Per quanto riguarda il PD e la sinistra italica, pare che la lezione umbra non è stata sufficiente. Delegare i destini della Sinistra e del PD a grandi industriali come quello Umbro (che fino a poco tempo fa bazzicava legittimamente il Cavaliere di Arcore, o a sostituti procuratori come il già capolista per il sud alle europee, rappresenta il tentativo di mettere qualche foglia id fico alle debolezze della parte politica coperta con nomi altisonanti di prestigio e di garanzia.

Serve a Sinistra un Partito vero di militanti come in Spagna, in Portogallo, in Germania, in Inghilterra, ecc. che si elegge il segretario, che non può essere eletto da 2 euro che danno il diritto di scegliere a fascisti, destri, leghisti vari, il segretario del partito della sinistra come è accaduto in passato. E non si può fare invece la primaria ad ore, e quando si teme di non vincere da Roma GLI IMPONIAMO QUALCHE ALTRA FOGLIA DI FICO come si va facendo in Calabria per non disturbare qualche procuratore che dovrebbe occuparsi di Giustizia e non di politica, che è affare di un altro sistema di potere e di rappresentanza.

Riorganizzare il Partito rifacendone quel Principe Collettivo che mobilità le energie della parte attiva e consapevole del Paese, per evitare l’affondamento del Titanic italico che rischia,  in attesa di salvatori che non possono esserci, né arrivare,  mentre siamo silurati dalla concorrenza che mira a prendere il monopolio dell’acciaio e a comprare in una grande Porta Portese ciò che resta di quella che pochi anni fa era la Quarta Potenza economica del Mondo. 

Sarà bene che quanti dicono di amare l’Italia ne traggano le conseguenze a fronte di una offensiva che nell’attacco per distruggere l’ILVA, vede la punta diamante di una strategia che va contrastata e sconfitta in modo coordinato da tutte le forze e le istituzioni nazionali.

Vincenzo Valenzi

https://www.facebook.com/vincenzo.valenzi

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