Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Arte, Cultura & Società

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La giornata è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, al fine di sensibilizzare l’umanità verso l’eliminazione della violenza contro le donne.  La scelta della data fu legata al 25 novembre del 1960, giorno in cui , nella Repubblica Dominicana di Trujillo,  fu compiuto un brutale assassinio di tre sorelle considerate rivoluzionarie, le sorelle Mirabal, che furono torturate e strangolate. Dopo l’uccisione venne simulato un incidente e furono ritrovate in fondo ad un burrone.

La matrice della violenza permane ancora oggi in ogni parte del mondo ed in Italia, come registra il report 2019 della Polizia di Stato, in base al quale ogni 15 minuti si verificano reati di violenza contro il genere femminile. In alcuni luoghi le donne bambine vengono date in spose, in altri vengono private dell’utero per poter lavorare senza l’incovenienza del ciclo mestruale, in altri vengono violentate trucidate ed uccise con regolarità, in altri ancora sono vittime di violenze domestiche e altre violenze sempre più sofisticate e capaci di demolire la dignità femminile anche senza sfiorare fisicamente il corpo della donna e, talvolta, senza che la vittima ne abbia immediata consapevolezza.

Cadiamo spesso nell’errore di considerare la violenza solo come percosse, lesioni,  minacce o stupro, contestualizzati in un ambiente degradato e caratterizzato da scarsa cultura o da condizioni economiche difficili. Ma la violenza non ha alcun cliché. Essa si può manifestare in dinamiche diverse e in contesti culturali e socio economici di ogni livello, concretizzandosi in comportamenti celati tanto quanto evidenti. Essere controllate in modo costante e soffocante dal partner, vedersi negato l’accesso alle risorse economiche dal marito o compagno, essere costrette ad avere un rapporto sessuale con il proprio marito, essere derise o insultate in pubblico, essere escluse dalle decisioni inerenti i propri figli, sono solo alcuni esempi di una violenza che non lascia i segni evidenti sulla pelle, ma lascia segni profondi nell’anima e nell’autostima. Si tratta della violenza psicologica ed economica.

Si legge sui giornali che la violenza fisica omicida si manifesti come un raptus momentaneo.  In realtà non è mai così. La violenza si manifesta sempre in progressione  ed è dovere di tutti educare i giovani a saper riconoscere i comportamenti sentinella in modo da agire prima che si verifichino conseguenze irreparabili, sradicando la cultura della violenza e promuovendo l’educazione all’affettività.

Oggi assistiamo ad una vera e propria sostituzione della parola con i gesti. Quando non riusciamo a dare un nome alle nostre emozioni, perdiamo la capacità di guardare dentro noi stessi ed è come se interrompessimo il meccanismo di elaborazione dei nostri disagi. Un apparato emotivo che non riesce a tradurre l’emozione in parola scivola più facilmente nel gesto violento, unica forma espressiva che riesce a manifestare. Il processo di disumanizzazione che l’età della tecnica ha portato nel mondo del lavoro ha determinato un’accelerazione verso esigenze di efficienza e di competitività che chiedono alle persone di soffocare le emozioni, di essere anaffettive e produttive in ogni istante della vita lavorativa. Se fuori sei controllato e perfetto, le ansie e le emozioni trattenute rischiano di trovare sfogo solo nell’ambito familiare, ecco perché spesso la famiglia diventa il luogo dove può accadere di tutto, come purtroppo ci raccontano le cronache al pari di bollettini di guerra.

Anche la violenza sessuale non arresta la sua diffusione specie nelle grandi città  dove, anche in pieno giorno, in strada come in casa, ad opera di amici, fidanzati o mariti,  si consuma uno dei reati più atroci con spaventosa ricorrenza. Apprendiamo sgomenti le confessioni di gruppi di giovani ragazzi che,  come in un orribile gioco,  si giustificano vililmente: “.. se l’è cercata, ..aveva bevuto, ..aveva accettato un passaggio, ..mi aveva incoraggiato, ..mi invitava con lo sguardo”.

Fermo nella convinzione che ogni violenza su una donna sia il risultato di un fallimento educativo, il CNDDU promuove le attività didattiche tese all’approfondimento del fenomeno, delle sue manifestazioni e degli strumenti di tutela come l’iniziativa dell’ISI Pertini di Lucca intitolata “Lasciala Libera di Volare”.

La giornata rappresenta il momento finale di un ben più ampio progetto di “Educazione alle differenze e al rispetto di sé e dell’altro”, voluto fortemente dalla DS professoressa Daniela Venturi, che ha visto avvicendarsi  varie attività laboratoriali (letture, performance teatrali, elaborati multimediali) dirette dalle  professoresse Daniela Provenzano e Veronica Radici e che hanno coinvolto diverse discipline e professori tra cui i prof.ri Maria Antonietta Bardino e Gennaro Golia. Gli studenti hanno elaborarato dei compiti autentici che verranno presentati  nell’auditorium dell’Istituto.

Sono state proposte le letture di autori del calibro di Michela Marzano, Susan Vreeland e Nicoletta A. Hornby, analizzate canzoni come “Mai per amore” di Gianna Nannini, “Ballata triste” di Nada, “Nessuna conseguenza” di Fiorella Mannoia e “Mio zio” di Carmen Consoli.  Sono altresì state approfondite le storie di Franca Viola e Artemisia Gentileschi che hanno ispirato gli alunni per la produzione di sceneggiature, monologhi e recitazioni con cui raccontare la violenza e le emozioni che si provano.

L’evento è patrocinato della Provincia di Lucca, dal Comune di Lucca, dalla Questura di Lucca,  dall’Ufficio scolastico territoriale di Lucca e Massa Carrara, dall’Associazione Luna Onls e dal Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani. Interverrà anche il regista Pino Pullella che presenterà il suo  cortometraggio “Artificio di coscienza” destinatario di 3 nomination  all’International Film Festival di Madrid 2019 come migliore cinematografia, miglior montaggio e miglior corto documentario, vincendo poi il primo  premio  per il montaggio.

Anche l’I.C. “Vittorio Alfieri” di Crotone, su proposta della DS, dott.ssa Antonella Romeo, si colora di rosa: verrà dato ampio spazio alla divulgazione delle tematiche in oggetto, attraverso la predisposizione di proiettori rosa, discussioni, letture di poesie ed elaborati a cura degli studenti, aderendo così alle iniziative patrocinate dal CNDDU. Si invitano le scuole a partecipare all’iniziativa proposta,

eventualmente inviandoci i loro contributi in modo che possano venire pubblicati sui nostri canali social.

CNDDU

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