Gaetano Laterza espone le sue opere a Rutigliano

Il museo civico di Rutigliano ospita la mostra dell’artista barese

Puglia

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Gaetano Laterza nasce a Bari nel 1950. In questi giorni alcune delle sue opere sono esposte nella mostra dal titolo “Colori ed emozioni nell’arte”, visitabili nel Museo Civico Archeologico «Pietro e Grazia Didonna» di Rutigliano.

Le tele dell’artista sono tutte dipinte tramite la tecnica ad olio, tecnica di pittura alla quale si è accostato solo da alcuni anni.

Soggetto privilegiato delle sue raffigurazioni è la donna, in tutte le sue forme e sfaccettature. Il quadro che vien fuori riesce a coniugare sapientemente il lato fisico della donna con lo stravolgimento emotivo proprio di ciascuna di esse. Ogni dipinto prova a rilevare lo stato d’animo interiore ed irrazionale che ogni donna custodisce dentro di sé.

A dare pieno risalto a questa rappresentazione è la sapiente tessitura cromatica scelta dall’autore.

Di notevole impatto emotivo, però, è anche la scelta del bianco e nero di alcuni quadri. L’assenza di colore provoca, in chi guarda, un senso di vuoto, obbligandolo a pensare. E forse proprio la mancata distrazione data dai colori consente di immedesimarsi maggiormente in stati d’animo meno brillanti, più cupi e, quindi, necessariamente più profondi.

Nonostante la mostra sia declinata secondo il rapporto tra colore ed emozione, Gaetano Laterza riesce a catturare l’attenzione dello spettatore anche, e forse di più, anche con le tele dove dominano bianco e nero. Ce n’è una particolarmente suggestiva che raffigura una donna che, all’altezza del cuore, ha il petto scucito e mantiene il suo stesso cuore nella mano destra. La felice scelta del bianco e del nero racconta bene il dolore che una donna può provare quando viene sminuita, violata, distrutta nel suo essere donna. «Questo quadro l’ho pensato proprio per raccontare e  mettere in guardia contro la violenza sulle donne».

In sala, tra Colleghi, si ricorda la povera Palmina Martinelli, giovane quattordicenne fasanese che, nel dicembre 1981 morì, dopo essere stata data alle fiamme perché rifiutava di prostituirsi. La sorella continua a battersi da allora perché vengano riconosciute punizioni esemplari contro il femminicidio, dimostrando come sia ancora oggi necessario tenere alta l’attenzione su questo tema.

«I quadri si osservano a 2, 3 metri di distanza» ci suggerisce l’autore, quando ci intratteniamo con lui mentre ci racconta le idee alla base delle sue opere dove la forza di tonalità calde si sprigiona violentemente avvolgendo lo spettatore in un abbraccio tranquillizzante, conquistandolo con il sapiente accostamento cromatico del pittore barese. Questo consiglio risuona particolarmente quando osserviamo, a distanza, un quadro che ci sembrava solo un mazzo di fiori. Ad uno sguardo più attento, invece, ci accorgiamo che la disposizione dei fiori incornicia un volto di donna, probabilmente anche un richiamo al ruolo materno della natura.

L’abbinamento di quadri dalle tonalità calde e vibranti e, al contempo, di quadri in bianco e nero, è stata certo una scelta azzeccata. L’altalena di emozioni instillata in chi guarda, segnala una continua tensione: ora verso la gioia e la voglia di vivere, di fronte al colore; ora, invece, una maggior sensazione di malessere quando l’occhio si scontra con una tela dove “combattono” tra loro il bianco e il nero.

Tutta la mostra è un contrasto perenne e permanente tra emozioni positive, sprigionate dai colori caldi, ed emozioni che chiamano lo spettatore, meno “distratto” dal colore, ad una maggiore riflessione sul soggetto, cercando di cogliere le sfaccettature emotive e di significato che l’autore ha voluto dare.

Oscar Wilde afferma: «La bellezza rivela tutto perché non esprime nulla».

La interiorità di ciascuno consente ad ognuno di assegnare significati diversi ad ogni opera d’arte, combinando anche sensazioni diverse tra loro, in un intreccio emotivo carico di valore estetico privo di certezza e immutabilità, perché filtrato dagli occhi, diversi e diversamente sensibili, che ciascuno possiede.

Ognuno, infine, può colorare la riflessione scaturitagli da un quadro come più desidera, modellando la sua proiezione mentale a partire dalla sua personale esperienza di vita e dal suo personale flusso di pensieri di quel momento.

Oggi la mostra è aperta per l’ultimo giorno, salvo proroghe dell’ultim’ora. Un consiglio ai lettori: seguite questo autore. Di Gaetano Laterza e  delle sue opere si parlerà ed è bello poter dire: “ Io c’ero”.

Vito Longo

 

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