L’attore romano ha portato in teatro Troisi – un monumento italiano pari al Colosseo – e in tv piace perché è spontaneo.
Per molti di noi è Dario nella celebre serie comedy “Romolo+Giuly” ma Matteo Nicoletta porta la romanicità ovunque gli venga richiesto, dal Sud Italia al Nord Europa. Incontrarlo nel quartiere della capitale dove è cresciuto ci permette di conoscerlo come uomo, oltre che come artista.
L’ultima grande avventura ti mostra su Blaze quale presentatore per “Giochi da matti”.E’ stato così divertente oppure gli imprevisti erano dietro l’angolo?
E’ stata una doppia sfida poiché mi concentravo sulle performance sportive, ma dovevo anche intrattenere il pubblico. Questo programma, non fatto in studio, non aveva un impianto televisivo ma noi dovevamo adeguarci al ritmo della manifestazione. Perciò questi viaggi all’ estero avevano imprevisti organizzativi ma stimolanti per riuscire ad improvvisare. Di ciò sono grato alla scuola di teatro che mi ha formato in tutto!
“Troisi poeta massimo” è una prova difficile per chiunque ma il nipote del grande Massimo, Stefano Veneruso, ha scelto te. Non te lo aspettavi?
Assolutamente, ma lo desideravo. Pensate che fin da piccolo trascrivevo i dialoghi de Il Postino quindi questo spettacolo teatrale è il più bel regalo della vita. Portarlo a Napoli è stata una grande emozione ma una fortuna per l’artista va sempre accompagnata da talento e curiosità.
Esiste la fortuna ma anche la consapevolezza di avere un talento…
Su questo vigilo ogni giorno perché il pubblico, sempre intelligente, si accorge se noi attori siamo pieni di noi stessi. Non voglio compiacermi dei miei traguardi poiché agli spettatori non porto Matteo ma i personaggi che interpreto.
A Discovery Channel tu e Niccolò Senni avete regalato una piccola perla, raccontaci di Segreti…
Segreti è un prodotto scritto e diretto con Niccolò partendo da un sito internet ( In Segreto) dove le persone raccontano situazioni vissute imbarazzanti. Questa follia incontrò l’interesse della Drive Production e Discovery Channel lo acquistò con nostra grande soddisfazione.
La web-serie è un passaggio obbligatorio oggi per mettersi in gioco a 360 gradi?
Il web è un canale di distribuzione come altri ma le storie sono universali. Io mi misi in gioco con la serie “il fenomeno” e attirai l’attenzione de la Groenlandia.
Con lo “Zio Gianni” partirono due stagioni prodotte da Groenlandia che hanno superato ogni aspettativa.
Grazie ai social network conosciamo tutte le sue spericolate performance.Dalla Zucca-canoa al Surf and go, si può essere un po matti anche nelle nostre città?
Bisogna esserlo(ride)! Le nostre città ogni giorno sono vademecum di sana follia. Occorre avere sguardo attento sulle situazioni della vita urbana che ci attraversa; nelle nostre città siamo elefanti dentro una cristalliera! Una persona che sbotta in mezzo al traffico può suggerirmi spunti di riflessione o comicità.
Tutto è stato detto, tutto è stato scritto. Non è così ma cosa realmente ti muove a ricominciare terminato un successo?
Rivedendo i miei lavori, seppure riconoscendo delle imperfezioni, ritrovo la motivazione di raccontare qualcosa di sempre nuovo. Occorre fermarsi per guardarsi attorno e lasciarsi stupire, seppure da storie apparentemente banali. Raccontare vite, anche improbabili è ciò di cui io ho bisogno per stare bene con me stesso.
Come puoi raccontare persone e situazioni agli antipodi del tuo stile?
Le studio! Osservo personalità completamente diverse da me. Davanti la macchina da presa vestire i panni di profili umani improbabili è il coraggio che diventa gioco, questa è la mia professione!
Che cosa ha il cinema che la TV non ha?
La magia del grande schermo non ha eguali. La grandezza di una sala cinematografica è già uno spettacolo che attira lo spettatore di ogni tempo.L’uomo era affascinato dall’ imponenza degli acquedotti o delle cattedrali, così che il potere traghettasse un messaggio a tutti.
La grandiosità di un film gustato in poltrona al cinema è emozione oltre il prodotto stesso.
Noi le auguriamo di tornare presto in TV, magari per omaggiare Troisi!
Ne sarei felice, ribadendo che Troisi va raccontato così com’è, nelle sfaccettature di una vita bella perché completa. Troisi è un monumento italiano! Penso al Colosseo, che è perfetto da secoli e non puoi calarlo in nuovi utilizzi ma mostrarlo con nuove tecnologie, senza intaccare ciò che simboleggia da sempre.
Massimo Troisi quindi resta ineguagliabile e inimitabile, perciò la tv può raccontarlo con inquadrature diverse ma restando fedele alla sua personalità e umanità.
Giuseppe Scarlato
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foto di Alessandro Bachiorri