C’è un disegno di legge per vietare in tutta Italia il fumo negli spazi aperti

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di Giovanni Lamberti

Lo sostengono alcuni senatori di maggioranza, che puntano ad anticipare le misure del sindaco di Milano Sala

divieto fumo aperto 

Vietato fumare negli spazi esterni di bar, pub, ristoranti, spiagge, lidi, parchi, aree di gioco, giardini pubblici, stadi, campi sportivi. Vietato fumare nelle piazze dove si tengono manifestazioni e concerti, nelle banchine di attesa dei treni e alle fermate degli autobus, nei pressi di monumenti pubblici di valore storico ed artistico.

Un disegno di legge a prima firma del senatore pentastellato Auddino e sottoscritto da quasi l’intero gruppo M5s e da diversi esponenti della maggioranza come i renziani Parente e Nannicini, il senatore Laus e l’ex grillino Buccarella, punta ad anticipare le misure che il sindaco di Milano, Sala, intende introdurre per il capoluogo lombardo.

È una stretta anche sulle sigarette elettroniche. In ogni luogo dove c’è concentrazione di persone. L’obiettivo è introdurre “il divieto di fumo nelle aree all’aperto” e uniformarsi alle regole vigenti già in diversi Paesi del mondo. In primis l’Australia che ha introdotto il divieto di fumo negli ambienti pubblici all’aperto nel 2000 (Melbourne è diventata la prima città nel mondo totalmente smoke free).

Dove è presente il divieto di fumo all’aperto

Si fa l’esempio di New York che con l’approvazione dello ‘Smoke Free Air Act’ del 2002 ha decretato l’alt al tabacco in tutti i locali pubblici e gli uffici (dal 2011 il divieto è stato esteso a strade, piazze, parchi, spiagge), della Svezia che punta ad essere interamente senza fumo entro il 2025. Eppure – si spiega – “l’Italia è stato il terzo Paese in Europa a vietare il fumo nei luoghi pubblici, dopo l’Irlanda (1988) e la Finlandia (1995)”. Ora occorre un passo ulteriore. Certo, il bilancio è sicuramente positivo (“sono stati ottenuti risultati rilevanti in tema di diminuzione del numero di fumatori”), tuttavia è necessario “un impegno continuo per mantenere e migliorare i risultati finora conseguiti per la tutela della salute”. Bisogna quindi prevedere “una più stringente regolamentazione in materia” anche per quanto concerne “gli spazi urbani aperti”.

Il disegno di legge interviene sull’articolo 51 della legge 16 gennaio 2003, ‘Tutela della salute dei non fumatori’, che ha introdotto in Italia il divieto di fumo in tutti i luoghi chiusi. Divieto poi esteso nel 2013 alle aree all’aperto di pertinenza delle istituzioni scolastiche e nel gennaio 2016 “nelle pertinenze esterne degli ospedali e degli istituti di ricovero e cura” e in autoveicoli in presenza di minori e donne in gravidanza. Il testo si compone di un unico articolo. L’iniziativa ricalca la mozione dello scorso 27 settembre del Comitato nazionale per la bioetica (CNB), organo consultivo della presidenza del Consiglio dei ministri, che riporta i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità.

Nella mozione si chiede al governo e al Parlamento di estendere “il divieto di fumo ai luoghi esterni, dove si ritrovano anche bambini e donne in stato di gravidanza, quali giardini pubblici, luoghi di spettacolo all’aperto, spiagge attrezzate, stadi, campi sportivi, ristoranti all’aperto, al fine di evitare alla popolazione i gravi danni cagionati dal fumo passivo”.

Si ricorda inoltre che “i mozziconi delle sigarette usualmente abbandonati” su strade, spiagge, parchi e in altri luoghi pubblici siano “causa di un persistente e continuo inquinamento ambientale”. Dunque la misura riguarderebbe i parchi e le aree di gioco “per salvaguardare la salute pubblica ed in particolare quella dei bambini, soggetti più vulnerabili all’esposizione del fumo”. Riguarderebbe “le aree esterne degli esercizi commerciali in cui si somministrano cibi e bevande quali bar, ristoranti, pub”, le spiagge libere e i lidi di mare “a tutela non solo della salute dell’uomo ma anche dell’ambiente”.

Il divieto di fumo nelle spiagge, in Italia

Una misura già inserita in diverse zone d’Italia: si rammenta che è già una realtà in molte regioni d’Italia: Veneto (Bibbione), Lazio (Anzio, Ladispoli, Ponza), Abruzzo (Alba Adriatica), Marche (Pesaro, San Benedetto del Tronto, Sirolo), Sardegna (Olbia, Sassari, Stintino), Liguria (Lerici, Sanremo, Savona), Emilia Romagna (Ravenna e Rimini), Puglia (Manduria e Porto Cesareo), Sicilia (Capaci, Lampedusa, Linosa). Riguarderebbe inoltre i monumenti pubblici di valore storico ed artistico visto che fumo e smog “sono dannosi non solo per la salute dell’uomo ma anche per le opere d’arte, soggette a deterioramento a causa delle sostanze inquinanti presenti nell’atmosfera”.

Lo stop al tabacco è previsto pure “negli stadi, arene, impianti sportivi ed altri luoghi pubblici ed aperti al pubblico durante manifestazioni e spettacoli” – “del resto – si sottolinea – la Uefa ha più volte ribadito negli ultimi anni la sua campagna antifumo negli stadi pure per dare il buon esempio al fine di promuovere uno stile di vita sano” – e “nelle banchine di attesa dei treni e alle fermate degli autobus”. Infatti “è risaputo – si legge nel testo del disegno di legge – come nelle stazioni italiane, all’interno delle quali è già da tempo vietato fumare, molti viaggiatori fumatori approfittino degli spazi esterni, in particolare dei marciapiedi lungo i binari, per accendersi una sigaretta, sia prima di salire che appena scesi dai convogli.

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