Termina il mercato del Bari con cinque entrate e sette uscite. Tremolada ha scelto Pordenone

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Cinque colpi in entrata, e sette le uscite, questo il mercato del Bari targato Matteo Scala. Questo il numero dei giocatori arrivati a Bari nel mercato di gennaio. E quando tutto sembrava definito, ecco la goccia fredda: il tanto ricercato Tremolada, dopo una serie di tentennamenti, ha scelto Pordenone. Dunque niente Bari, il progetto Bari che partiva dalla C, non lo deve aver convinto. Ogni giocatore fa delle scelte, tutte rispettabili, ma un po’ tutti quando hanno la possibilità di scegliere Bari con quello stadio e con quel blasone, difficilmente rifiutano, e Mirco Antenucci ne è un esempio. Ma si sa che ognuno è diverso dall’altro, dunque ci sta, poi, del resto, il Pordenone punta alla serie A, il Bari alla B, per un giocatore questo fattore conta molto, la categoria fa sempre la differenza. Si era sparsa la voce di un interessamento, diciamo più un ripiego, del Bari verso Chiaretti dal Pordenone che, con l’arrivo di Tremolada, avrebbe trovato il ruolo chiuso, ma è rimasta solo una voce.

Il Bari, dunque, si rinforza in tutti i reparti: Maita e Laribi a centrocampo, Ciofani ad irrobustire la difesa, prende Pierluigi Pinto, difensore, dalla Fiorentina, via Salernitana, si aggiudica Costantino Rocco, attaccante svizzero in prestito oneroso con diritto di riscatto dalla Triestina dove ha segnato sei gol in venti presenze, mentre recede consensualmente il contratto con Floriano e Cascione, cede Ferrari (prestito fino a giugno) ed Awua (ritorno al mittente dal prestito in Puglia) al Livorno, Esposito e Neglia in prestito fino a giugno alla Fermana (meglio a Fermo che a Monopoli, un rischio in meno per il Bari), Kupisz in prestito al Trapani fino a giugno, e chiude così il mercato con i già acquisiti Maita, Laribi e Ciofani.

Ne esce un Bari sicuramente rinforzato in ogni reparto anche se nella trequarti si rimane con una mezza delusione. Sarà, quindi, Laribi (ed in secondo luogo Terrani), a ricoprire quel reparto. Un mercato oseremmo dire da sette e mezzo come votazione, se avesse preso Tremolada o Ninkovic sarebbe stato da nove, ma si sa che il mercato è sempre difficile, poi occorre ricordare che il Bari è in serie C e non è facile convincere giocatori di spessore a scendere in questa categoria nonostante il blasone.

Insomma, è mancato il botto finale ma, come sempre, prima di giudicare aprioristicamente i nuovi arrivi, si dovrà attendere il campo ed il pallone, unici giudici supremi.

In questi casi dove si registra qualche mugugno di troppo nel web, occorre rinfrescare la memoria a quanti dimenticano che il Bari è gestito da gente competente, vincente, ambiziosa, di alta qualità, con una solidità economica mai avuta fino adesso, tutte gente a cui occorre dare fiducia ad occhi chiusi perché una gestione così, a Bari, nel corso dei suoi 112 di storia, la città non l’ha mai avuta.

 

Massimo Longo

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