Rapina sull’Iva: altro che salvaguardia, si preparano all’aumento con truffa inclusa

Economia & Finanza

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Si preparano ancora tempi durissimi per i poveri e per quel residuo di ceto medio rimasto in Italia e, tanto per essere chiari, di questo dovremo ringraziare quegli autentici benefattori che rispondono ai nomi di Federico Fubini, Luigi Marattin ed in generale la Gauche Caviar (detto in italiano sinistra ZTL) che mangia tartine passando da Italia Viva al PD, a seconda della convenienza. Facendo così si rimangerebbero le promesse fatte a settembre quando il governo è nato, ma chi se ne importa?

In un articolo sul Corriere  Fubini torna all’attacco, dell’IVA e pensa di poter finanziare una riduzione dell’IRPEF ai redditi più bassi attraverso un calo delle detrazioni fiscali (che in inglese chiamano “Tax Spending”) ed un aumento “Mirato” dell’IVA. Fubini ci illumina come:

  • razionalizzazione, cioè aumenti;
  • cancellazione mirata delle aliquote più basse (4% e 10%)
  • taglio degli sconti fiscali.

La scusa è di finanziare il taglio dell’IRPEF per le fasce più basse, ma si tratta solo di una pia, ed ingiusta, illusione. Vi spieghiamo perchè:

  • il governo si è impegnato ad aumentare il surplus primario dello 0,4% quindi questi soldi andranno non spesi;
  • ci sarà l’effetto del rallentamento economico per il coronavirus, in un’economia già morente, per cui tutte le previsioni per il 2020, compresa la crescita allo 0,6% del ministro dell’economia Gualtieri resteranno quello che sono, parole al vento o, per dirla più semplicemente, delle palle;

Anche se una parte dei soldi ricavati dall’aumento IVA andassero a ridurre, molto parzialmente, le aliquote di chi dichiara redditi medio bassi, questo non compenserebbe comunque l’effetto regressivo di un aumento IVA, soprattutto quando condensato, come vogliono Fubini e Maratin, nella cancellazione delle aliquote più base, cioè di quelle che si applicano a dei consumi  BASILARI; comuni a tutti gli uomini. Poi come potrebbero avvantaggiarsene i poveri o poverissimi che NON dichiarano redditi o che ne dichiarano pochissimi? Prendiamo il caso di una famiglia che attualmente ha un reddito contenuto e NON paga Irpef perchè può godere di una di una di quelle detrazioni che ora si vogliono eliminare.  Nello stesso tempo risparmia sugli acquisti perchè gode di un’IVA ridotta, e quindi, magari, riesce a tirare avanti un poco meglio. Dopo la riforma auspicata dal governo e riportata da Fubini, nella migliore delle ipotesi, si troverebbe di fronte a questa situazione:

  • spendere di più per gli acquisti dei beni di prima necessità, e non poco, ma un 18% in più, quasi un quinto, per la “Razionalizzazione” delle aliquote IVA;
  • quindi pagare le tasse per il riordino del “Tax spending” cioè delle esenzioni e dei rimborsi.

Avremmo il solito risultato dei poveri sempre più poveri ed i ricchi sempre più ricchi Una cosa geniale, che la sinistra europeista ormai persegue da 30 anni, dai tempi di Prodi che voleva l’Euro per contenere i servizi sociali. Sempre che una qualsiasi diminuzione delle aliquote vi fosse e l’Europa non ci chiedesse un aumento dell’avanzo primario, perchè, in questo caso, avremmo solo un aumento nelle tasse…..

Si potrebbe far diversamente?Si, ad esempio passando le multinazionali italiane e straniere che hanno spostato o creato la loro sede all’estero solo per esternalizzare il carico fiscale. La UE inizierebbe una procedura di infrazione, ma essendo una questione di giustizia sociale dovremmo, semplicemente, infischiarcene e lasciare pure che vadano avanti. La sanzione sarebbe comunque inferiore agli incassi dall’applicazione della norma e sarebbe interessante vedere se, su questa questione di giustizia, la Commissione avrebbe il coraggio di cacciarci.

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