Il Papa rimette il Mediterraneo al centro del mondo

di Enzo Varricchio. Il Papa sposta la prospettiva dal Nord ai Sud del mondo, dai profitti delle multinazionali ai bisogni degli ultimi, dai meccanismi perfetti e suicidi della UE all’energia vitale dei rapporti umani millenari sulle rive del grande mare di mezzo fra le terre.

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di Enzo Varricchio

Bari, 23 febbraio 2020. “Mediterraneo frontiera di pace”. L’hanno definito il G20 dei vescovi.

Il Papa sposta la prospettiva dal Nord ai Sud del mondo, dai profitti delle multinazionali ai bisogni degli ultimi, dai meccanismi perfetti e suicidi della UE all’energia vitale dei rapporti umani millenari sulle rive del grande mare di mezzo fra le terre.

Questo è tutto il senso di un incontro che è stata una grande lezione di vita e di spiritualità, un confronto alla pari tra esseri umani divisi e minacciati, tra migranti africani e migranti italiani, tappa fondamentale di un’opera di pacificazione che il pontefice va costruendo e che vede  la propria capitale nella Bari di San Nicola, santo egualmente venerato da Oriente a Occidente.

Il Mediterraneo dovrà essere un nuovo lago di Tiberiade.

Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della CEI che ha organizzato l’incontro, ha individuato un antecedente dell’idea di Bergoglio in una  lettera di Giorgio La Pira a Papa Pio XII datata 1958, nella quale il sindaco-santo  definiva il Mediterraneo come un nuovo “lago di Tiberiade” sovrapponendo l’immagine biblica dell’origine dei popoli con quella del pluralismo mediterraneo a lui contemporaneo. “In quella definizione, efficace e visionaria, La Pira restituiva alla regione la sua importanza storica e moderna, particolare e globale “perché – scriveva – da Oriente e da Occidente le nazioni “vengano a bagnarsi” in questo grande lago di Tiberiade, che è, per definizione, il lago di tutta la terra”.

https://formiche.net/2017/12/la-pira-mediterraneo/

Questo grande progetto non è solo un manifesto etico religioso che muove dalle parole di Gesù nel Vangelo di Matteo (5, 44-45) “amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori” , letto dal Papa allo scopo di annullare l’idea stessa che vi possa essere un nemico, idea invece costruita ad arte dagli estremismi e fanatismi di ogni sorta.

Quello di Papa Francesco è anche e inevitabilmente un manifesto sociale e politico, perché senza buona politica  non si potranno alleviare le sofferenze dei perseguitati e degli oppressi né placare la fame e gli stenti dei migranti, tantomeno frenare gli appetiti dell’alta finanza e delle superpotenze.

Nella UE di tedeschi, francesi, finlandesi, la Chiesa era uscita dalla scena, nemmeno i valori cristiani venivano riconosciuti dai celti iperborei nel progetto di costituzione europea, non a caso fallito. L’Italia birichina scolaretta cui impartire lezioni.

In Medioriente e in Africa gli interessi energetici e le spartizioni politico militari del neocolonialismo ideologico-militare hanno devastato popoli e stati.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti: guerre, crisi economiche, proteste di massa.

Ora la Chiesa si propone quale motore di un cambiamento di rotta, di valori, di ideali, di bisogni. Verso la persona.

Al centro di questo cambiamento verso l’essere umano e l’essere umani , quel grande lago d’Europa che è sempre stato il mar Mediterraneo.

Riuscirà superPapa Francesco nella titanica impresa?

 

 

 

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