Ennesimo pareggio del Bari, stavolta a Terni: ormai l’obiettivo è il secondo posto

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Un pareggio che allontana, diciamo, definitivamente il Bari dalla vetta complice la vittoria della Reggina a Catanzaro. Solo un pareggio per il Bari qui a Terni, l’ennesimo in trasferta, segno che questo Bari nonostante il record di imbattibilità, è affetto da qualche patologia grave e irreversibile, una “pareggite” acuta che l’ha contagiato proprio quando avrebbe dovuto correre, ed invece ha ottenuto un pareggio inutile che distanzia di dieci i punti dalla capolista. Ci si aspettava la prova di maturità, l’ennesima, ma ancora una volta il Bari l’ha fallita.

Chissà, forse questo Bari, nonostante i ventitré risultati utili consecutivi, non è mai stato una certezza assoluta. Succede che, di domenica in domenica, raccontiamo di possibili rimonte alla Reggina e di una pia illusione che lascia il posto alla conservazione del secondo posto, ad oggi, pressoché ufficialmente, l’obiettivo primario. L’impressione, dopo questa gara, è che ormai il quadro si vada delineando con ancora sole dieci gare da disputare e i dieci i punti di distacco dalla Reggina. Vale a dire addio sogni di gloria. Del resto, chi ci legge, saprà che abbiamo sempre diffidato dai sogni nonostante l’avvicinamento alla capolista capitato ad inizio girone di ritorno di tanto in tanto, complice anche qualche battuta a vuoto dei calabresi coincidente col tanto atteso momento negativo che sin da qualche turno ha lasciato il posto ad una prevedibile ripresa della corsa. Abbiamo parlato di una squadra quasi perfetta capace di sbagliare pochissimo, e di un’altra capace di sbagliare tanto e mancare di personalità e di approccio in trasferta dove ha quasi sempre subìto gli avversari e mancando di cinismo. Il Bari, tuttavia, è pur sempre una grande squadra, sia inteso, non avrebbe conseguito ventitré risultati utili consecutivi, ma cui prodest se, poi, non riesce ad espugnare nessun terreno in trasferta così come una squadra come il Bari che punta alla vetta dovrebbe fare? Un Bari discontinuo, dunque, una squadra di ferro ma spesso di ferro fuso come dimostrano i due pareggi ultimi ma anche la gara di Monopoli. Ed una squadra che deve puntare alla vittoria non può e non deve avere questo atteggiamento. Inutile nasconderlo.

La Ternana, del resto, non ha rubato niente, la squadra, distante dal Bari da sette punti, ha giocato una partita fatta di corsa, di difesa e di gioco con fraseggi, di fronte il Bari copia fotostatica di quello di Castellammare sceso in campo con un unico imperativo, quello della vittoria ma di fatto, seduto sulle proprie gambe, forse stanco per l’impegno ravvicinato di Castellammare (ma non può essere un alibi perché anche la Ternana era stanca per lo stesso ,motivo), che ha messo in campo scarsa personalità e scarso furore agonistico, quello necessario per fare sua la partita che per grossi tratti è apparsa assolutamente alla sua portata, ma il Bari del nuovo anno, ormai si sa, è affetto da una strana e devastante patologia come detto più sopra.

Il gol di Laribi avrebbe potuto essere il punto di svolta, quell’episodio che, a sua volta, avrebbe potuto far emergere le differenze qualitative, ma subito dopo il pareggio di Simi, un ex, poi il rovesciamento di fronte di Ferrante che porta in vantaggio gli umbri e subito dopo il pareggio di Simeri subentrato a D’Ursi. Un secondo tempo timido, ha fatto riemergere i soliti limiti del Bari. Un altro pareggio dal sapore di sconfitta soprattutto se si guarda alla Reggina che, ormai, veleggia verso la vittoria del campionato. La gara è la foto del momento del Bari una squadra capace di giocate importanti ma che non ha la cattiveria necessaria, la fame, il furore dominante per trarre il massimo dai singoli, ha subito due gol, in entrambe le situazioni la difesa è apparsa tutt’altro che irreprensibili. Una squadra dalle enormi potenzialità inespresse. Dall’altra parte una Reggina basta un gol per vincere.

Adesso si procederà, verosimilmente, al mantenimento del secondo posto dietro il quale freme un fortissimo Monopoli, con la solita borsa di rimpianti. Ma attenzione: occorre cambiare anche qui mentalità perché non si può pensare di spadroneggiare nei playoff giocando come oggi dopo il gol di Laribi quando la squadra è apparsa incapace di gestire il vantaggio con errori difensivi e gioco approssimativo.

 

Massimo Longo

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