Si muore e i docenti fanno scuola da casa

Scuola, Formazione & Università

Di

Siate intellettuali non amministratori di condominio

Pierfranco Bruni

Per ciò che riguarda la visione complessiva della problematica relativa
alla pandemia credo che siano sfuggite molti aspetti. Tra questi la
questione scuola e cultura.
L’incoscienza diventa sempre più galoppante. Per ciò che concerne la
scuola le responsabilità sono enormi.
La scuola avrebbe dovuto una lunga fase di chiusura sin dall’inizio. E
meno male che ci troviamo difronte ad un genere di attività in cui
dovrebbe essere dominante l’educazione, la metodologia pedagogica,
l’apprendimento. Il ministro, ovvero la ministra è una incapace e una
incosciente, come il suo presidente del consiglio, nel tenere ancora
aperte le strutture sul piano amministrativo.

I dirigenti e il personale amministrativo sono degli alieni? Perché poi
si dovrebbe attivare una attività didattica domestica? Perché si
dovrebbero mobilitare le famiglie? Perché i docenti accettano questo
massacro scolastico da casa. Ancora di più responsabilità morali ed
etiche devono ricadere sui dirigenti e sulle soprintendenze regionali.
La scuola, in questo particolare momento di necessità biblica, è un
relativismo cannibale.
Ci vuole un ammutimamento.

Non bisogna massacrare i ragazzi. Se la ministra è incompetente, i
dirigenti e i docenti dovrebbero rifiutarsi di continuare in uno stato
pregiudiziale del genere. Scuole chiuse in tutti i sensi.  La cultura è
un dovere quando lo Stato di diritto è autorevolmente un valore.
Questo Stato non ha più valori. Stanno creando solo confusione e
provocazioni sul piano delle intelligenze. Docenti rifiutate di fare
didattica! Siamo in una guerra unica e bisogna pensare a fatti più seri,
ovvero alla Vita! Non stressate questi ragazzi. Lasciateli liberi. Se la
ministra e Conte non comprendono dovete essere voi a non accettare.
Siete pedagogisti, non altro. La pedagogia è Vita. Dovete avere coraggio
e ribellarci.

Solo la ribellione ci salverà. Non possiamo più accettare questa visione
di passività nei confronti di un Governo inesistente. I treni partono.
Le navi attaccano. I ritardi sono paradossali e si chiede ai docenti di
fare scuola da casa. È pazzia. Fermatevi! Se avete coraggio. Cosi per i
beni culturali. Che senso ha praticare una cultura online. Le azioni di
baraccone dei canti dai balconi è atteggiamento da  pressapochismo
popolare. Il canto di Mameli sul Piave? Pensate seriamente. Manca tutto
e noi cantiamo dai balconi. È ridicolo.

Mi fermano perché ho superato il limite di 100 metri per fare la spesa e
noi cantiamo. Mancano le mascherine e noi suoniamo. Mancano i
disinfettanti e pensiamo ai musei chiusi. I carcerati fuggono dalle
carceri e noi intoniamo Fratelli D’Italia. Sfuggono notizie riservate e
noi non arrestiamo nessuno.

I cinesi parlano con la mascherina guanti e tutte  in conferenza stampa
e questo disastro che è Di Maio si presenta come se fosse ad una festa.
L’Italia della vergogna, del fallimento, della disperazione. Ci sono
ospedali con solo pronti interventi e i sindaci invece di occupare gli
spazi scrivono lettere al governo. Ci vuole coraggio. Nelle guerre si fa
la guerra. Non si fa passarle.

Per questo sin dall’inizio avevo indicato come soluzione uno Stato di
Polizia con delle regole ferme, un regime con scelte rigide e l’esercito
nelle città. Tra poco se non si passerà ad un sistema del genere saremo
distrutti. Uno Stato di Polizia garante della salute pubblica e della
Vita oltre ogni cosa.
Chiudete le scuole e lasciate in pace i ragazzi.  Abolite in questo
momento i beni culturali. L’uomo è più di un reperto. Svegliatevi
italiani. Ci stanno portando alla morte. Ribellatevi a questo governo di
incapaci.

I docenti alzino il capo per un impegno civile. Almeno per questa volta
e facciamo il loro compito di intellettuali e non di burocrati. Dicano
Signor no!

Pierfranco Bruni

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