“La ripresa non sarà una resurrezione”

Economia & Finanza

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Lo scenario tracciato dagli economisti Fabrizio Galimberti e Luca Paolazzi su Firstonline

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© Nicola Marfisi/AGF – I lavori per la realizzazione dell’ospedale alla fiera di Milano

Dopo lo tsunami della recessione, non ci sarà un rapido ritorno ai livelli passati di Pil e occupazione; le propensioni al consumo e all’investimento rimarranno basse, gli utili aziendali crolleranno e l’inflazione resterà molto contenuta. È questo lo scenario tracciato dagli economisti Fabrizio Galimberti e Luca Paolazzi su Firstonline.

“L’economia mondiale – scrivono – sta conoscendo la recessione, intesa nel suo significato letterale di crescita sotto zero. La Cina – prima economia mondiale (in parità di potere d’acquisto), e primum movens della crescita (come del virus) – si sta riprendendo, ma le famiglie hanno poca voglia di spendere e il resto del mondo, fino a ieri grande consumatore di prodotti cinesi, è prostrato”.

Anche se si parla di allentamento delle restrizioni sanitarie in parecchi Paesi, “ogni minore severità nelle misure di contenimento delle attività sociali dovrà essere parziale, prudente, locale, e, soprattutto, reversibile”.

“Le propensioni al consumo e all’investimento – fanno notare Galimberti e Paolazzi – rimarranno basse. Quando negli andamenti ciclici dell’economia internazionale c’è una ripresa, questa viene rafforzata se la risalita è corale. Ma oggi, anche se qualche Paese dovesse ripartire prima degli altri, nel resto del coro ci sarebbero molte voci stonate”.

I dati della congiuntura – fanno notare i due economisti – confermano che la variazione del Pil mondiale nell’intero 2020 sarà nettamente negativa, e in molti Paesi potrà cadere del 5, 10 o peggio per cento. Per l’Italia, lo scenario peggiore dà un calo del Pil superiore al 10%. “Calcolare la dinamica dei prezzi nelle circostanze attuali è una sfida per gli statistici. Ma c’è ragione di pensare – sottolineano – che, malgrado l’immane creazione di moneta resa necessaria dal contrasto alla crisi, l’inflazione rimarrà bassa”.

“Il prezzo del petrolio, che era risalito sulle voci di un calo della produzione, è ridisceso dopo la riunione dell’Opec+, che ha sancito i tagli: questi non possono far molto se i consumi dell’oro nero continuano a scendere. L’ondata di liquidità (un altro tsunami, che non fa danni ma si limita a lenirli) avviata da Banche centrali e governi non avrà effetti sull’inflazione (come dimostrano i massicci Qe messi in opera per la Grande recessione)”.

“Il crollo delle Borse – concludono – ha, parzialmente, ritracciato, ma è difficile pensare che la risalita continui o che abbia trovato un nuovo equilibrio; in presenza di un virus ancora non domato e di una economia prostrata il riprezzamento del valore delle azioni appare un’ardita scommessa: gli utili aziendali crolleranno per molti ordini di grandezza piu’ dell’economia in questa crisi epocale”. (AGI)Ing

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