Assemblee di condominio in videoconferenza ai tempi del coronavirus

Strumenti tecnologici per la gestione ed organizzazione delle assemblee in streaming

Noi e il Condominio

Di

di Marco Venier (www.libricondominio.it)

Come noto, l’emergenza totale portata dal nuovo Coronavirus, ha portato l’autorità pubblica all’emanazione di provvedimenti urgenti quali il DCPM del 04 marzo u.s. n.55, che vieta, tra le altre cose, le assemblee nei Condomini.

L’amministratore di condominio si è trovato costretto, suo malgrado, a rispettare questa disposizione nonostante l’assemblea rappresenti il luogo ufficiale dove ottenere la partecipazione attiva dei propri amministrati e quindi un passaggio a volte obbligato, ma per lo più visto di estrema utilità, per il rappresentante legale del Condominio, per tutte le proprie necessità.

Come fare, però, a gestire situazioni di urgenza con lavori da effettuare e non differibili, senza poter indire assemblee?

A tal riguardo giova ricordare che la legge prevede espressamente, all’art. 1135 comma 2 c.c. la facoltà, per l’amministratore, di ordinare lavori di manutenzione straordinaria, che rivestano carattere urgente, ovviamente fermo restando il suo obbligo di riferirne nella prima assemblea utile successiva.

Nelle ipotesi in cui l’urgenza non sia ravvisabile e/o l’amministratore non ritenga di poter operare d’ufficio, è possibile procedere con una raccolta firme da apporre su un determinato preventivo.

Basterebbe, a tal riguardo, coinvolgere i soli condòmini concretamente interessati dalla spesa e ne risulterebbe comunque un atto esprimente una volontà collettiva, contestabile da chi ha firmato solo se dovesse provare di essere stato indotto a aderire con l’inganno. Ovviamente, se tale modalità di accettazione del preventivo sia sufficiente o meno, rimane da valutarlo caso per caso.

Ci sono, poi, strumenti tecnologici per la gestione ed organizzazione di videoconferenze on line, ed anche se lo scrivente ritiene che siano pressoché inapplicabili per l’assemblea intesa nell’accezione formale del termine, potrebbero tuttavia essere utilizzati per riunioni da remoto.

In effetti la videoconferenza in multiutenza è una modalità operativa utilizzata da anni dalle più evolute realtà aziendali ed esprime la sua piena utilità laddove consenta l’interazione audio, video e di dati tra utenti dislocati in zone diverse tra loro.

Di piattaforme che consentono questo tipo di connessione ce ne sono ormai numerose e vengono utilizzate anche in occasione di corsi formativi come nelle università telematiche e non solo.

Si citano a titolo esemplificativo e in aggiunta alle note piattaforme social come Skype e Facebook:

  • Zoom,rispetto ad altre soluzioni per videoconferenze, si contraddistingue per la versatilità e la facilità di utilizzo. Per usarlo non è necessario un account.
  • Eligo condominium,è una delle piattaforme per la partecipazione da remoto più evoluta sul mercato. In un unico sistema: streaming video integrato, chat per l’intervento da remoto ed espressione del voto. Perfetto per le assemblee di condominio.
  • Google Hangouts Meet, è la piattaforma per videoconferenze di gruppo (o di coppia) ideata per gli utenti G Suite e G Suite for Education.

Ovviamente bisogna prestare la massima attenzione alle misure afferenti la privacy, nonché la corretta identificazione degli intervenuti in modo che si riconosca senza ombra di dubbio il partecipante.

Deve, dunque, trattarsi di una connessione ed uno spazio crittografato che garantisca la massima sicurezza degli utenti, i quali verranno invitati con modalità ben specifiche come l’invio di un link e credenziali diversificate per l’accesso.

Fonte: www.libricondominio.it 

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