La prima vittima, suicida per gli effetti collaterali del Coronavirus

Attualità & Cronaca

Di

di Luigi Benigno

È di oggi la tragica notizia del suicidio di un imprenditore napoletano suicida per la crisi economica della sua piccola impresa.

I ritardi di quella che è stata annunciata come una poderosa manovra economica oggi registra la prima vittima. Il governo intervenga con tempestività e concretezza prima che altri imprenditori decidano di farla finita. A circa due mesi e mezzo dalla dichiarazione dello stato di pandemia, a preoccupare oggi è l’assoluto ritardo nel rendere operative misure economiche in grado di dare fiducia alle imprese. Annunci e proclami di misure che non arrivano lascino il campo ad interventi concreti e immediati. Provati dalla crisi sanitaria molti imprenditori potrebbero compiere atti inconsulti non riuscendo a intravedere la luce in fondo al tunnel.

A coloro che a causa del covid hanno perso il lavoro, non riescono a far ripartire la propria azienda l’appello è di non mollare.

Le migliaia di imprese che ancora stentavano a venir fuori dalla crisi finanziaria del 2008 non riescono a riprogrammare una ripresa dopo questa crisi economica.

La crisi economica attuale è una diretta conseguenza dell’emergenza sanitaria e delle misure di distanziamento sociale adottate dal governo. Ciò deve far riflettere e deve indurre gli imprenditori a socializzare la crisi. Le misure imposte costituiscono un fattore esogeno della crisi, non previsto né prevedibile, a cui molti imprenditori non riusciranno a far fronte.

Ma non si può mollare. Un rimedio è offerto dalla legge “salvasuicidi” mediante l’offerta di una seconda chance per famiglie e imprese. Il valore della vita deve essere tutelato con forza e sull’intero territorio nazionale ci sono professionisti e associazioni in grado di aiutare famiglie ed imprenditori ad uscire dalla crisi economica salvaguardando la continuazione dell’attività.

Tutti coloro che si sentono vinti dalla crisi economica non devono arrendersi ma devono combattere contro il destino e capovolgerne le sorti.

Si può anche perdere tutto ma non bisogna mai mollare per se stessi e per gli altri. Facciamo breccia e dimostriamo la solidarietà che deve contraddistinguere un popolo unito e deciso a non isolare i più deboli e sconfortati dall’incertezza del futuro.

Insieme possiamo ricostruire certezze modellandole alle mutate esigenze e ai mutati business model.

Il governo intervenga per evitare suicidi di Stato. La società tutta si stringa intorno a coloro che maggiormente vivono il peso della crisi economica ricordando che una vita vale molto di più di tanti buoni propositi non realizzati.

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