“Conte è finito, andiamo a votare in autunno”, dice Salvini

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 Il leader della Lega: “Abbiamo provato a collaborare, ma non c’è stato ascolto. Un election day con comunali e regionali”

© Agf – Matteo Salvini

“Abbiamo provato a collaborare, ma non c’è stato ascolto. Un election day con comunali e regionali” “Niente esecutivi camuffati e sostegni esterni Conte è finito, andiamo a votare in autunno”. Così Matteo Salvini in una lunga intervista a La Stampa. “Gli italiani verranno chiamati a votare per le regionali, comunali e per il referendum sul taglio dei parlamentari. E allora si chieda agli elettori di esprimere un governo che duri 5 anni e abbia le idee chiare. Abbiamo i dossier pronti per governare!”.

Il leader della Lega non risparmia le sue critiche al Governo in carica e parla di “operazione verità”. “Via questo governo ideologico, contrario alla libertà di impresa e di culto, alle scuole e agli ospedali privati. Anche in Europa auspicano un governo stabile. Sarebbe un’operazione verità” perchè “questa maggioranza non è in grado di affrontare il rilancio dell’economia”.

Secondo Salvini “la gente ha bisogno di parlare, non se ne può più degli incontri online. Sento un rinnovato sentimento attorno a noi”, afferma, frutto anche del fatto che “noi abbiamo tentato di collaborare con il governo. Lo abbiamo inondato di proposte. Ascolto da parte del governo: zero. Mi sembra chiaro che ignorino le stesse richieste del presidente Mattarella”, che ha invece sollecitato un dialogo esecutivo-opposizione. Il leader della Lega invita anche le forze che compongono il governo a fare un esame di coscienza “come ho fatto io – spiega -, che ho chiuso un’esperienza di governo quando ho capito che tutto era bloccato”.

È sicuro che in Europa preferiscano un governo a guida Salvini-Meloni? “Si accorgeranno presto – ha risposto Salvini – cosa significa avere a che fare con un governo paralizzato. Altro che Stati generali dell’economia, che servono a chi non ha le idee chiare a prendere tempo. Gli altri Paesi europei sono molto più avanti di noi. Grecia, Spagna, Portogallo, Francia, Germania hanno investito più di noi senza aspettare il Mes, con i loro soldi. La Francia investe 18 miliardi sul turismo, noi non siamo arrivati a tre. Nei prossimi mesi si decide il destino dell’Italia per i prossimi trent’anni. Se, come nel dopoguerra ci fosse un De Gasperi, uno direbbe “mi rassegno”, ma noi abbiamo Bonafede e Azzolina. C’è la fila di aziende francesi pronte a comprare aziende italiane. Ho chiesto al Copasir di controllare”.

E sul Centrodestra e Berlusconi il leader della Lega incalza. “Anche io parlo riservatamente con diversi ministri e non lo rendo pubblico. Mi fido di quello che vedo e mi rifiuto di pensare che un liberale possa sostenere pezzi di governo di estrema sinistra. Questo è un governo come ai tempi di Bertinotti”.

Nel Pd sostengono che Fi e Lega trattano su una legge elettorale proporzionale? “Io non ho visto assolutamente nulla nè da parte del Pd nè dai 5S. Una legge proporzionale ci riporta indietro di 40 anni, alla prima repubblica. Alle regionali della Campania c’è un’alleanza tra De Luca, Cirino Pomicino, Mastella e De Mita, quattro ere geologiche fa. Questo è il proporzionale. Invece chi ha un voto in piu’ deve governare. Ci vuole un premio di maggioranza, altrimenti dipenderemo dai Renzi di turno“.

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