Il M5s conferma il “no” al Mes ma si divide sul Congresso

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© ELIANO IMPERATO / CONTROLUCE / CONTROLUCE VIA AFP – Luigi Di Maio

AGI – Ancora poche settimane di pazienza e si conoscerà la posizione dell’Italia sul ricorso al Meccanismo Europeo di Stabilità: il ministro degli Affari Europei ha già fatto sapere che sarà il Parlamento a valutare dati alla mano nel mese di luglio, ma intanto crescono le pressioni su Giuseppe Conte e sull’esecutivo perché sia “sciolta la riserva”.

Il Partito democratico, prima con Nicola Zingaretti e poi con tutto il gruppo dirigente, ha spiegato di ritenere imprescindibile il ricorso allo strumento europeo per risollevare le sorti della sanità pubblica. Stessa posizione da Italia Viva. È, tuttavia, il Movimento 5 stelle a opporre le maggiori resistenze: l’ipotesi di ricorrere allo strumento divide i gruppi parlamentari, con i governisti a chiedere di non farne una “crociata” e i duri e puri che mantengono la linea del ‘No’ secco. “La nostra posizione non è cambiata”, fanno sapere dai vertici del Movimento mentre il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, smentisce di aver imboccato una linea “aperturista” nei confronti del Mes.

“Il ministro Di Maio ha sempre ribadito la necessità di puntare sul recovery fund, con tempistiche certe, in modo da poter utilizzare le risorse il prima possibile. Non è peraltro mai stato affrontato il tema Mes in ambito governativo alla presenza del ministro Di Maio che continua a considerarlo uno strumento anacronistico e inadeguato alle risposte da dare al Paese in questo difficile momento di crisi”, fanno sapere dallo staff del titolare della Farnesina.

Stessa linea seguita da Alessandro Di Battista: “Io non sto in Parlamento, ma nessuno mi ha mai detto che ha intenzione di attivare il Mes e, ad oggi, nessun Paese lo ha richiesto”. L’Italia, tuttavia, dovrà decidere anche perché la richiesta richiede delle procedure. Fra queste, il voto delle assemblee nazionali. Un voto obbligatorio, come ha avuto modo di spiegare anche Amendola.

In Parlamento il dossier arriverà a luglio, quando tutte le “carte” saranno ormai sul tavolo. E quel voto potrebbe rappresentare la via di uscita per il premier che, cosi’ facendo, demanderebbe ogni scelta alle Camere senza entrare in conflitto con le parti che compongono l’alleanza di governo.

Anche perché, almeno in questo, i Cinque Stelle appaiono granitici tanto che anche l’ala governista sembra avere accantonato l’idea. Il ministro dei rapporti con il Parlamento ha sottolineato che si tratta di uno “strumento del passato” inadatto ad una europa che oggi è diversa.

E anche Stefano Buffagni sottolinea che “il Mes non è adeguato alle esigenze odierne dell’Italia (nonostante Grazie al nostro lavoro sono cambiate una parte delle regole del suo funzionamento), sia per quanto riguarda le risorse sia per quanto riguarda le modalità”. 

Su molto altro, però, il Movimento appare sempre di più in fibrillazione tanto che è bastata oggi la presenza di Alessandro Di Battista in Tv per riaprire vecchie polemiche. Prima, Di Battista giura di non voler “picconare” il presidente del Consiglio verso cui nutre “fiducia”.

Parole che sono accolte con ironia dalle parti del Pd: “Quindi, Di Battista ha detto a Conte ‘stai sereno’…”, è il commento laconico di Andrea Orlando che ricorda lo ‘stai sereno’ riservato da Renzi a Letta. A innescare la miccia, però, è quella richiesta che Di Battista lascia cadere durante l’intervista a Lucia Annunziata: “Chiedo il prima possibile un congresso del Movimento 5 stelle in cui tutte le anime del Movimento possano dire la loro per costruire un’agenda politica. Così vedremo chi vince”.

Una frase che ha riportato alla tastiera anche Beppe Grillo, duro con il suo “ragazzo meraviglioso”: “Dopo i terrapiattisti e i gilet arancioni di Pappalardo, pensavo di aver visto tutto…ma ecco l’assemblea costituente delle anime del Movimento. Ci sono persone che hanno il senso del tempo come nel film ‘Il giorno della marmotta'”. Una stoccata che viene accolta con entusiasmo da alcuni parlamentari di primo piano come Sergio Battelli – “Beppe is back” – e meno da altri che, invece, condividono l’avviso di Di battista.

È il caso di Barbara Lezzi per la quale “ci sono molte decisioni da assumere nei prossimi mesi. Ci saranno molti soldi da spendere e ci sarà anche la possibilità di dare una nuova direzione al nostro Paese. Sono queste le ragioni che devono motivare il M5S a diventare più forte, piu’ determinato. Assemblea costituente, Congresso, Stati Generali come si vuole chiamare non ha importanza per me, quello che conta e’ che ci sia uno spazio in cui gli iscritti al M5S (eletti e non) diano una guida autorevole e condivisa”, conclude Lezzi. 

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