Esce oggi ‘Riccardino’, l’ultima indagine di Montalbano

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A un anno dalla scomparsa di Andrea Camilleri, Sellerio pubblica l’ultimo romanzo (postumo) del commissario più famoso d’Italia

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© ULF ANDERSEN / AURIMAGES – Andrea Camilleri

AGI – A un anno dalla scomparsa di Andrea Camilleri arriva oggi in libreria edito da Sellerio l’ultimo capitolo del Commissario Montalbano, ‘Riccardino’, scritto nel 2005 e rivisto nel 2016. Il libro, pubblicato dalla casa editrice siciliana nella collana ‘La memoria’ (pp 292, euro 15), ideata da Elvira Sellerio con Leonardo Sciascia, doveva essere nelle intenzioni dell’autore il capitolo finale della saga che ha per protagonista il commissario di Vigata.

è il romanzo del congedo dalla scena del delitto del personaggio creato da Camilleri, arrivato nella mente dello scrittore troppo presto e per questo ‘congelato’, salvo poi riprenderlo dopo 11 anni e ripulirlo nel linguaggio prima di rimetterlo di nuovo da parte. Quayttro anni fa ‘Riccardino’ è stato rinnovato solo per quanto riguarda la lingua, immutato nella trama. Questa redazione del 2016, quella definitiva, mostra come, nel corso degli anni, l’espressione di Camilleri sia passata (lo sostiene Salvatore Silvano Nigro) dalla “lingua bastarda” che l’autore ascoltava da bambino alla “lingua inventata” di Vigata, cioè è divenuta nel tempo, come ogni lingua, una forma di vita, la forma di vita di una provincia inventata. 

‘Riccardino’ esce quindi in due edizioni: quella classica, definitiva, rivista da Camilleri nel 2016, e in un’edizione speciale Fuori collana (pp 590, euro 20), con una nota di Salvatore Silvano Nigro, in cui si potranno leggere due versioni del romanzo, la prima e quella definitiva, come da desiderio dell’autore. Questo romanzo, che contiene tra le molte sorprese anche il ‘confronto-scontro’ tra il commissario Montalbano e il suo alter ego letterario e televisivo, lo scambio di fax e le telefonate con l’autore.

In una narrazione in cui l’allora 80enne Camilleri ha reso omaggio anche al suo maestro Luigi Pirandello attraverso la cui filosofia e poetica riesce a sorprendere il lettore regalandogli un finale inaspettato. La storia di questo romanzo, pubblicato postumo per volonta’ dello stesso autore, inizia nel 2005: Camilleri ha appena pubblicato ‘La luna di carta’. Sta lavorando alla successiva avventura della serie di Moltalbano, ma in estate consegna a Elvira Sellerio un altro romanzo con protagonista il commissario di Vigata. Titolo provvisorio: ‘Riccardino’. L’accordo è che verrà pubblicato poi, un domani indefinito, si sa solo che sarà l’ultimo romanzo della saga Montalbano. Il romanzo resta custodito alla casa editrice Sellerio. Si favoleggia che ci sia una cassaforte, ma è lo stesso Camilleri a smentire divertito: “Chiuso in cassaforte? Alla Sellerio al massimo ci sono cassetti aperti”. Poi, nel 2016, 11 anni e 15 libri di Montalbano dopo, lo scrittore sente l’urgenza di riprendere quel romanzo perchè è convinto che è venuta l’ora di “sistemarlo”.

Nulla cambia nella trama ma solo nella lingua che nel frattempo si è evoluta. Nè muta il titolo che allora considerava provvisorio ma al quale ormai si è affezionato e che nel 2016 decide essere definitivo. Un titolo così diverso da quelli essenziali ed evocativi e pieni di significato ai quali siamo abituati, in cui risuonano echi letterari: ‘La forma dell’acqua’, ‘Il giro di boa’, ‘Il ladro di merendine’, ‘L’altro capo del filo’. Ma ‘Riccardino’ segna quasi una cesura, una fine, ed è giusto marcare la differenza sin dal titolo.

Qual è il motivo dell’anomalia di ‘Riccardino’, ultimo capitolo della saga scritto così tanti anni prima della conclusione vera e propria? Lo spiega lo stesso Andrea Camilleri in una vecchia intervista, dicendo che a un certo punto si era posto il problema della “serialità” dei suoi romanzi, dilemma comune a molti scrittori di noir, che aveva risolto decidendo di fare invecchiare il suo commissario insieme al calendario, con tutti i mutamenti che cio’ avrebbe comportato, del personaggio e dei tempi che man mano avrebbe vissuto. Ma poi, ha aggiunto, “mi sono pure posto un problema scaramantico”.

I suoi due amici scrittori di gialli, Izzo e Manuel Va’zquez Monta’lban, che volevano liberarsi dei loro personaggi, alla fine erano morti prima di loro. Allora “mi sono fatto venire un’altra idea trovando in un certo senso la soluzione”. A questa spiegazione, c’è poi da aggiungere che in quel 2005 Camilleri era al suo ottantesimo e si sentiva stanco (lo dice esplicitamente nel romanzo). E non è improbabile che pensasse sul serio di ‘liberarsi’ dell’ingombrante commissario Montalbano per potersi dedicare ad altro (magari di più ai romanzi storico civili). Nella realta’ avvenne il contrario: alla scrittura di ‘Riccardino’ seguirono diciotto romanzi e numerosi racconti, e Camilleri terminò l’ultimo libro di Montalbano, ‘Il metodo Catalanottì, nel 2018, continuando a scrivere della sua creatura più famosa fino alla fine. 

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