Dopo Francavilla al Bari non resta che migliorarsi. Anche col mercato

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Diciamocelo con estrema franchezza: è stata, quella di Francavilla Fontana, una vittoria che ha messo in luce pregi e difetti (o limiti, fate vobis) di una squadra, ad onor del vero, ancora in cantiere, una squadra che, però, pian piano, sta assimilando gli schemi di Auteri il quale, nel post gara, ha detto “Prendiamo questa vittoria e mettiamola da parte”, vale a dire, vanno bene i tre punti, ma guardiamo avanti per correggere gli errori.

Il Bari col Trastevere aveva fatto intravedere cose molto buone, cose buone e qualcosa da correggere, ma si incontrava, appunto, il Trastevere, squadra modesta, quello di Francavilla è stato un Bari capace di dominare il campo per mezzora, poi il buio pesto, o meglio, un Bari vulnerabile con la difesa ballerina, lenta e macchinosa ed incapace di fermare Perez e Ekuban, ed un altro Bari, quello del secondo tempo, capace di soffrire per mantenere il risultato. Ma come sempre capita alla squadra sin dall’anno scorso, si è sofferto molto anche perché, al di là dei due gol subiti dai brindisini, non è che gli stessi si siano resi pericolosi più di tanto, e questo, probabilmente, anche grazie alla difesa che, nel bene o nel male, ha retto l’impatto. Forse, paradossalmente, è piaciuta più la capacità di sofferenza che il resto, ma solo il tempo dirà se questa squadra è capace abilmente di soffrire (perché, inutile nasconderlo, si soffrirà nel corso del campionato e pure tanto) o se invece soffre per casi fortuiti.

Ad ogni modo la vittoria dei baresi, come abbiamo scritto nell’articolo post gara, ha dato un segnale preciso al campionato. Un segnale che dice perentoriamente a tutte le contendenti che dovranno fare i conti con il Bari, una squadra che c’è e che darà filo da torcere anche perché se un Bari incompleto sia nell’organico che nell’assimilazione dei dettami di Auteri riesce a vincere questo tipo di gare che in altre occasioni avrebbe tranquillamente perduto, figuriamoci cosa ne sarà del Bari quando sarà al completo e quando gli schemi saranno assimilati da tutti. Insomma cosa ne sarà del Bari in prospettiva?

A ciò si vada ad aggiungere che le squadre deputate a dar fastidio al Bari per la promozione diretta hanno quasi tutte stentato, tranne il Monopoli (Ternana fermata da un pari in casa, così come il Catania, il Palermo ha perduto a Teramo, il Catanzaro pure ha perso, l’Avellino dovrà recuperare una gara), insomma, una piccolo sentiero è stato già tracciato anche se al momento non porta da nessuna parte se non ad un minimo di fiducia e di autostima. Per questo è vietato sbagliare, bisogna dare un segnale ancora più preciso al campionato dove, come è noto, quest’anno c’è solo un obiettivo da raggiungere: la promozione in B. Il 5 ottobre terminerà il mercato e questa ultima settimana occorrerà perfezionarla la massimo.

E a proposito di mercato, considerato l’allargamento della rosa a 24 elementi, più un 2001 giovane professionista, che sarà deliberata oggi dalla Lega, Romairone potrà lavorare con una margine di tranquillità maggiore. Anche perché il Bari, al di là di tutto, ha ampi margini di miglioramento.

Si è ormai vicini all’operazione che vedrà trasferirsi in Friuli – più precisamente al Pordenone – Scavone e Berra (in prestito) cui corrisponderà l’arrivo di Daniel Semezato, un ulteriore terzino che andrà a rimpinguare la già cospicua batteria di terzini presenti, ma in difesa, riteniamo che sia necessario un difensore centrale rapido, più di Di Cesare e di Sabbione apparsi un po’ troppo lenti a Francavilla Fontana.

Poi c’è da irrobustire il centrocampo. Troppo pochi, infatti, quelli che ci sono: Di Risio, Bianco e Maita sono ragionevolmente insufficienti per andare avanti nel torneo, ce ne vorrebbero almeno altri due, se non tre, perché con le eventuali squalifiche o malaugurati infortuni, occorre chi deve prendere il posto dei titolari senza dimenticare che ci vorrà qualche altro in panchina perché non si sa mai. E a tal proposito è sempre aperto il dialogo col Venezia per far arrivare a Bari Lorenzo Lollo per il quale è pronto un contratto biennale.

Infine si attende un coup de théâtre in attacco dove, in base al gioco di Auteri che prevede tre attaccanti fissi, ne occorrono almeno sei, possibilmente di ruolo e non che possano adattarsi. All’attualità ci sono soltanto D’Ursi e Marras, poi Candellone potrebbe essere il terzo ma sarebbe un adattamento in quanto il giocatore nasce punta centrale. Poi non c’è più nessuno (Neglia è in partenza). Purtroppo Patrick Ciurria è sempre più lontano in quanto il Pordenone non vuol saperne di disfarsene, e allora l’obiettivo della società è spostato verso Adriano Montalto, 32 della Cremonese che, però, sarebbe un centravanti, e non un’ala, pertanto sarebbe il terzo dopo Simeri ed Antenucci. Anzi il quarto con Candellone.

Intanto la squadra sin da lunedì sta lavorando in vista della gara del secondo turno di Coppa Italia che la vedrà impegnata a Ferrara contro la Spal domani sera alle ore 21.

Massimo Longo

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