“Sapore di libri”

Arte, Cultura & Società

Di

Intervista, di Fedele Eugenio Boffoli, a Barbara Grubissa

Barbara Grubissa, scrittrice e poetessa, nata Trieste nel 1976, risiede attualmente a Firenze, si è occupata di tematiche sociali e culturali, con varie pubblicazioni per adulti e bambini (poesie, fiabe, prosa…); il suo ultimo lavoro è il libro, di aforismi, dal titolo “Come robot in cerca del cuore”, Carmignani Editrice, pagg. 93, costo euro 10; ce ne parla?

<<Viviamo in una società apocalittica, in difficoltà sul fronte ambientale, morale, civile e in cui è labile il margine fra utilità della scienza, della tecnica, del prodotto di architetti e ingegneri a scopi sociali o di gioco e la pericolosità più o meno grande che può andare dal danno psicologico avuto da un bambino a causa di giocattoli robotici alla distruzione fantascientifica del pianeta. In “Come robot in cerca del cuore” delineo una nuova figura di Diavolo demolitore: il macchinario che inventa un’etica elaborandola senza spirito critico con il calcolo combinatorio. Un imitatore degli umani, costruito dall’essere umano stesso per farsi superare in compiti pratici oppure nell’elaborazione di un pensiero, nel dare consigli utili riguardo le traiettorie, gli spostamenti fisici o mentali, quali il viaggio o l’apprendimento storico o filosofico? Questo il quesito che si pone il libro. Il testo è composto di duecento aforismi con traduzione editoriale (Carmignani Editrice) che delineano l’invidia e la gelosia forsennate del Robot sull’uomo e dell’uomo sul Robot: la macchina che sfugge al controllo elaborando autonomamente dati che portano l’utente, magari bambino a mettersi nei guai sondando territori non coperti dalla legge sulla privacy, da codici etici e morali (come l’utilizzo indiscriminato di cervelli elettronici senza stare attenti alle fasce di età).

Per questo il difetto peggiore e il limite più grande è la paura di essere offesi, di non rientrare nel target, l’ansia di prestazione (umana e del Robot): “Il Robot evita con astio e veemenza ogni imperfezione. Ha sete di scienziati dotti che programmino un mondo in continua evoluzione senza cadute. Scappano proprio da quello che realizza la meraviglia del mondo: l’errore e la scoperta.” Il tema dell’invidia e della gelosia verrà affrontato anche nel secondo volume di aforismi (la Carmignani Editrice farà uscire diversi miei volumi in varie lingue: inglese, francese, spagnolo, sloveno). Quest’ ultimo è con la traduzione francese di Emma Troude- Beheregary, “Il diavolo è l’invidia fatta Robot”.  Anche queste duecento composizioni delineano un concetto di Diavolo spostandolo dal classico Demonio di tradizione religiosa o fiabesco popolare a tipico rappresentante dei difetti dell’uomo: il Robot creato a immagine e somiglianza dell’essere umano che tenta di valicare i limiti del possibile, rendendosi insostituibile, ma cosciente di avere una precarietà doppia dettata dalla facile sostituibilità decretata dalla maggior o minor etica del costruttore o ingegnere: costruire prodotti commercializzabili facilmente e dunque facili da rompere oppure prodotti solidi che durino nel tempo salvo dettagli sostituibili.  “Il Diavolo non sa perdere e invidia all’uomo il suo senso di rivincita e al Robot la sua bramosia di perfezione e di miglioramento rispetto all’essere umano, data la sua facilità a rompersi e la sua arroganza. “Le Diable ne sait pas perdre et envie à l’homme son sens de la revanche et au Robot son essence de perfectionnement et d’amélioration de l’être humain, alors que lui n’est que détérioration et arrogance. Entrambi i libri si chiudono con la speranza in una ricerca scientifica che possa sfatare l’immagine del Demonio senza sciuparne l’immaginario e senza creare mostri.>>

In questo tempo globalizzato, di pandemia e lockdown, che minaccia identità e culture relative, quale, secondo lei, il ruolo dell’Arte?

<<L’arte è  rapporto sociale in quanto è propria visione del mondo e propria proiezione che gode di attenta riflessione, attenzione e meditazione, per cui un isolamento forzato, che costringe a togliersi per brevi e lunghi periodi dalle costrizioni, convenzioni, micro e macro violenze psicologiche dei gruppi è forse gioia per i cervelli piuttosto che penalità che si può riscontrare nelle opere: mi aspetto infatti un rilancio della creatività, una tensione che è spesso attribuibile alla paura e all’emergenza vera, all’isolamento e alla chiusura. Mi aspetto evasioni e nuovi concetti di rapporto forse meno invasivi e soffocanti, forse più solidi in quanto autonomi e centrati più sull’immaginazione che sul viaggio vero e proprio. Come dice Eugenio Borgna, nel bellissimo saggio “La solitudine dell’anima”, Feltrinelli, un po’ di solitudine, per gli artisti forse fa bene e sviluppa il talento dando potenza allo stile e alla visione del mondo: ““Della “bella” solitudine dei mistici; della creativa solitudine dei poeti””. A breve, nel 2021, uscirà un mio romanzo Epistolare “Lettere al vento”, Robin Editore, lettere di due adolescenti tra Trieste e Perugia: una ragazza adolescente, ai primi anni delle medie, perde il fratello in un incidente stradale e si trasferisce a Trieste per una depressione della madre dovuta al lutto, nel periodo della prima ondata del Covid. È uno struggente amore di due amici secolari che scoprono di amarsi proprio grazie alla distanza e all’impossibilità di raggiungersi causa la pandemia. Il dolore del lutto e la rabbia di essere bloccata nella ventosa e fredda, anche se bellissima Trieste, e la rabbia di non poter raggiungere il suo nuovo fidanzato Tonino per dargli il primo bacio, accresce di giorno in giorno in giorno il suo amore. Una storia ambientata sul Carso triestino.>>

Tra i linguaggi a lei cari, quello della Poesia e delle Fiabe, un mondo analogico e di metafore che non cessa di meravigliare…

<<La fiaba e la filastrocca sono il primo contatto del bambino con la poesia, il primo approccio alla letteratura orale che, grazie a la trasformazione che si opera di bocca in bocca crea in madri, padri, sorelle e nonne, il fuoco creativo del narratore che va dalla vecchia nonna che tiene in braccio un bambino davanti al fuoco alla Rowling che ha elaborato Harry Potter raccontando ai figli una storia nata tra le mura domestiche per diventare cassa di risonanza per lettori e scrittori del genere fantasy. L’elaborazione scritta che abbandona il fascino epico di Omero e degli antichi, per diventare elaborazione studiata, volta all’insegnamento come succede ai testi di Rodari più che dei Grimm, che vivono di un’affascinante immaginario popolare riflesso nella semplicità della parola, è degna compagna delle prime letture scolastiche, momento peculiare in cui è sempre possibile la poesia. Sta ora per uscire per i torchi di Campanotto Editore un mio libro di poesie per la pace, “Pierino Sapore”. Un personaggio fiabesco di mia invenzione, un web designer che crea pubblicità progresso e le fa elaborare a bambini provenienti da paesi di guerra e immigrati; il libro vive della stessa oralità della fiaba, in quanto i bambini parlano utilizzando un metro poetico di mia invenzione, riprendendo uno stile appunto orale. In passato avevo toccato e sfiorato il tema e lo stile della fiaba nel mio libro “Son Stufadiza” pubblicato da Kappavu Editore, dove mia madre diventa un personaggio fantastico, una fantomatica sirena che lotta cercando di farcela e che, con la coda tagliata (metafora che mima anni di malattia mentale) e bendata per non farle fare il classico canto ammaliante e che da millenni stordisce e devia chi solca i mari, batte con forza le mani per tenere il tempo al ritmo delle onde ma anche delle mareggiate.>>

Tra gli importanti temi da lei affrontati anche la Psichiatria, in cui Trieste e Basaglia hanno avuto un ruolo fondamentale…

<<Sono nata a maggio del 1976, due anni prima della Legge 180 e del cambiamento epocale che ha visto la nostra città centro e fulcro della rivoluzione  e delle lotte  per i diritti che hanno avuto sempre  più spessore a Trieste grazie a Franco Basaglia che ha smantellato il concetto di manicomio, non solo come struttura chiusa, istituzione totale, ospedale psichiatrico in cui in passato si legava, si faceva l’elettroschock, in cui veniva tolto al malato qualsiasi oggetto personale, orologi, ori, gioielli e veniva trattato come un oggetto senza nessuna possibilità di aver voce. Grazie al gruppo dello psichiatra veneto, arrivato a Trieste dopo un’esperienza a Gorizia, dove aveva fatto la sua prima esperienza come direttore del manicomio della città, ha organizzato un gruppo di lavoro che ha fatto la storia della psichiatria italiana, ponendosi come modello all’estero per quanto riguarda gli ideali di cura del malato, che ha cominciato ad acquisire dignità e ad essere protagonista della propria vita, ad avere una casa, una proprietà, una possibilità di riscatto. Grazie ai suoi collaboratori che hanno continuato a lavorare dopo la sua scomparsa e continuano ancora oggi a lottare dopo quaranta anni di battaglie in nome della libertà: Franco Rotelli, Peppe Dell’Acqua, Grazia Cogliati Dezza, Giovanna del Giudice, che ho avuto l’onore di conoscere personalmente grazie all’occasione del 2011 di curare edizione e note di un volume che contiene trattamento e sceneggiatura del film rai tv, “C’era una volta la città dei matti”, contenente i due Dvd del film, un intervento di Fabrizio Gifuni, che nella fiction interpreta il ruolo di Franco Basaglia e una mia intervista a Vittoria Puccini, che nel film interpreta Angela, un  personaggio positivo e vincente, una   paziente del vecchio manicomio già internata a San Giovanni all’arrivo del nuovo direttore e trovata da lui dentro una gabbia, causa le forti crisi dovute all’internamento e ai maltrattamenti e che grazie al clima che ha saputo instaurare l’equipe, riesce ad avere una rivalsa, a costruirsi una vita e ad avere un figlio, cosa impensabile qualche anno prima. Il libro fa parte di un’importante iniziativa editoriale promossa dal Direttore della Collana 180, l’ Archivio critico della Salute Mentale, edito da Alphabeta Verlag, una casa editrice di Merano, che grazie ad Aldo Mazza promuove gli ideali basagliani, ne raccoglie la memoria storica, dà la possibilità  alle persone con esperienza di raccontare le loro storie di vita, mettendo in luce il talento artistico e coinvolgendo personaggi di spicco della cultura italiana e internazionale, con lo scopo di dare prova storica della lotta al cambiamento. Riesce anche ad inserirsi in temi scottanti ed attuali e a promuovere ancora cambiamento, nata in anni in cui si combatteva per la chiusura degli Opg (ospedali psichiatrici giudiziari). È un’operazione culturale importante e sono orgogliosa di essere stata coinvolta.>>

Trieste, sua città d’origine, storicamente crocevia di culture, secondo lei ancora tale?

<<Da quando mi sono trasferita a Firenze e ho avuto occasione di stare molto tempo a casa a scrivere, ho sentito molta nostalgia della mia terra d’origine. A cui avevo dedicato il mio primo libro di poesie dedicate a mia madre e che ho voluto ambientare nella patria di Basaglia e della cultura nata negli anni Settanta che ha dato il via a una cultura e a dei valori fondati sulla libertà, sul rispetto dell’individuo, dell’essere umano che viene finalmente visto come persona e non come oggetto. È un momento storico in cui nasco e nel 1976, vengo alla luce due anni prima della Legge 180 e nasco in quel clima, figlia di due allievi di Gaetano Kanitza che apre la filosofia a temi psicologici, spostando il centro della sua analisi indirizzandosi alla psicologia come percezione del mondo. Mi mancano i discorsi fatti con amici con cui ho collaborato come Peppe Dell’Acqua, erede di Franco Basaglia e con cui ho curato il trattamento e la sceneggiatura della fiction rai, “C’era una volta la città dei matti”, che descrive il nostro territorio come fulcro delle lotte per i diritti e del cambiamento. Trieste è una città di confine, dunque, che ha radici forti e che vive dei contributi di artisti di lingua italiana e slovena e vive della grandezza di modelli passati come Slataper, Saba, Svevo e naturalmente Claudio Magris. A breve tenterò l’esperienza del contatto col mondo sloveno con un libro di poesie per bambini sempre per Campanotto; un mio nuovo personaggio, Alfonsino, giullare che fa spettacoli in carcere con i figli dei detenuti, con traduzione slovena di Tone Dolgan, illustrazioni di Jasna Merkù, che uscirà a breve nella collana fantasia. È un mio personaggio buffo e stravagante, che usa come linguaggio una metrica di mia invenzione, per parlare e soprattutto far poetare bambini di mia invenzione per far valicare loro il confine della fantasia e rompere le sbarre costrittive di un luogo di contenzione come il carcere e trovare il lato buono e bello dei propri genitori e anzi migliorarlo con la loro autenticità.>>

Tra i suoi lavori, in uscita, un libro sulla pedofilia ed uno di poesie sulla guerra, temi attuali e scottanti, ci racconta?

<<Nel mio soggiorno fiorentino, iniziato nell’estate del 2019, ho deciso di ritentare il genere con cui nel 2010 ho scritto il mio primo libro “Son Stufadiza”, alternando prosa e poesia per creare un racconto da leggere tutto d’un fiato, tenendo la narrazione in sospeso utilizzando la prosa per tenere il ritmo narrativo in sospeso tra il racconto memoriale e quasi diaristico di una donna che da bambina è stata violentata dal padre, in modo ripetuto mettendo a repentaglio il suo immaginario infantile che racconta con tono ormai disincantato e adulto e passi lirici in cui il materiale letterario si addentra nei temi del sesso e della bruttura, della violenza carnale e più brutale, più maniacale, più  criminale, più losca, più cinica. Il tentativo è quello di far immedesimare il lettore non nella donna, ma nel padre ossessionato, dal padre della figlia in poesia, in prosa centrarsi sulla visione della bambina, che ha come unica amica una bambola, Rosita, che trascina per i capelli con rassegnazione mentre cammina verso camera sua o del padre per accontentare i desideri dell’uomo che la segnerà a vita. “Rosita”, Sillabe di Sale, Torino, uscirà a breve nelle librerie ed è la mia prima esperienza di distribuzione nazionale, per cui ho scelto, a differenza del primo libro in cui alternavo il dialetto e l’italiano, radicando fortemente il testo alla terra in cui è cresciuto e si è sviluppato il concetto di libertà basagliana. Avrà il suo esordio nello stesso periodo, come detto in precedenza, il mio volume per ragazzi “Pierino Sapore”, un libro contro le guerre che affronta il tema dell’immigrazione, della vicinanza dell’altro, della somiglianza e della differenza vissuta come valore e ricchezza, della paura della guerra, delle mine anti uomo, del lavoro minorile, tutte liriche ambientate in Turchia, in Siria, in Afghanistan e paesi martoriati dal conflitto. Ho avuto l’onore di collaborale con il bravissimo, esperto e talentuoso Cecco Mariniello, prima mia esperienza di collaborazione fiorentina, avuta comunque a distanza causa Covid. Cecco ha interpretato il mio personaggio dando corpo alle mie descrizioni fatte con brevi versi che, questa volta, vogliono essere più voci che discorsi narrativi, dialoghi piuttosto che versi liberi somiglianti alla prosa. Per questo la matita di Cecco si sposa perfettamente con la mia metrica creando nel libro storia nella storia. Già nel 2021 ci sarà un’altra occasione di collaborazione sempre grazie a Marcello Conti e Inga Conti e Paolo Campanotto che pubblicheranno un’altra mia raccolta di poesie per bambini, che hanno come tema i viaggi nel tempo e che, come l’altro, affrontano i temi della scuola, del metodo educativo, della fantasia, del rimpianto, del lutto; e ancora della speranza e del rimpianto, del progetto e della meta, del traguardo sognato che è sempre per un bambino quello di diventare grandi e per un adulto di tornare indietro nel tempo, magari con la mente, per sentirsi di nuovo bambini. Ho avuto il piacere di collaborare per il video promozionale del libro con Alex Falcone, musicista conosciuto e stimato, che ha realizzato il video con una sua canzone, come ha fatto anche in precedenza con il video pubblicitario della raccolta di aforismi “Come Robot in cerca del cuore”; quest’ultimo sposa i miei aforismi sui Robot con la musica del suo nuovo cd, in uscita a dicembre. Falcone con versioni strumentali di Flyng Higer e My Heart composte da Alex per l’album “Butterfly” dei Sinful Sinners, la nuova band creata da Alex e composta da Alessandro Cernivani, Sergio Sigoni, Gianluca Sossi, Kevin Kevees. Il cd prodotto per Rock Royce Records, si è avvalso della collaborazione speciale di artisti di spicco, nell’esecuzione dei brani che ha associato alle mie poesie, c’è stata la partecipazione di Kee Marcello degli Europe. Pierino Sapore, folle pubblicitario che ha la forza di insegnare con la potenza evocativa dell’arte, ha avuto l’onore di essere accompagnato dal classic Rock di Alex; la matita di Cecco Mariniello e la mia poesia sono diventate la pubblicità che Pierino Sapore sogna per migliorare il mondo e hanno avuto ulteriore movimento grazie a una canzone composta dal tastierista triestino. >>

Ha ulteriori progetti a cui sta lavorando? Quali, al momento, le sue priorità artistiche?

<<Al momento ho consegnato e attendo pubblicazione di diversi libri di poesie che saranno editi da Campanotto, tutti per bambini: un personaggio di mia creazione, DJ Jack Onda, che porta in discoteca gli sport inventando nuovi balli per ogni sport, per cui ho chiesto la preziosa collaborazione di Francesca Tonsi, brava illustratrice e con cui ho già collaborato in quanto ha creato diversi oggetti di cartapesta per le copertine dei miei libri di aforismi editi da Carmignani Editrice, Amelia Dance, un altro personaggio creato dalla mia penna e che sarà disegnato dalla brava Jasna Merku. È una cubista che porta in discoteca valori di integrazione e di uguaglianza e che affianca un musicista d’eccezione del popolo Rom. Sto attendendo altri tre volumi, già consegnati e previsti per il 2021 per la casa editrice Robin, distribuita da messaggerie: Lettere al vento, già  citato; La Biografia di Germana Ruez, un personaggio di mia creazione: una musicista che cresciuta in orfanotrofio imparando a suonare il flauto traverso, considerato da lei lo strumento dei grandi, gira una volta ventenne il mondo vivendo in compagnia dei senza tetto truccandosi il viso e il corpo con la body art ed effetti speciali imparati da autodidatta, dormendo sui marciapiedi e guadagnandosi da vivere grazie al suo carisma e al suo carattere, che le permetterà di attirare l’ attenzione di un uomo facoltoso che la renderà celebre, famosa, ma sempre pronta a tornare dai suoi amici in difficolta. Per la stessa casa editrice, Robin edizioni, uscirà un libro d’amore per adolescenti e adulti, un libro in poesia con metriche d’invenzione, ma leggibili consequenzialmente come un racconto, I binari di Emma e Thomas. La storia di un amore adolescenziale, che parla della lotta contro il cancro, della forza dell’amore, della guerra, di una famiglia alle prese con la storia che non riuscirà mai a spazzare via le esistenze che lasciano il segno.>>

 

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