Accordo storico tra Ue e Regno Unito sulla Brexit. Johnson, “restiamo amici”

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L’intesa in extremis entrera’ in vigore il primo gennaio, evitato l’incubo ‘No deal’. Barnier: sollievo ma anche tristezza. Stop al programma Erasmus per gli studenti. Un rapporto interno britannico parla di vittorie Gb su 28 punti e Ue su 11. Merkel: poste basi per un nuovo capitolo nelle relazioni con Londra. 

Si apre una nuova era nelle relazioni tra Unione europea e Regno Unito. Bruxelles e Londra hanno raggiunto un accordo commerciale post-Brexit (che entrerà in vigore il 1° gennaio) scongiurando lo spettro del no-deal. I negoziati si erano arenati sulla parità di condizioni per garantire una concorrenza leale negli scambi – in particolare sugli aiuti di Stato – la governance sulla risoluzione di eventuali controversie e la pesca. Punti che però sono stati superati. Sarà evitata in modo quasi completo l’applicazione di dazi alle frontiere sulle merci e i prodotti esportati dal Regno Unito ed Europa e non ci sarà un limite alla quantità di prodotti commerciabili tra i due Paesi.

Pesca – L’Europa rinuncia a un quarto della quota di pesce catturato nelle acque del Regno Unito, molto meno dell’80% inizialmente richiesto dalla Gran Bretagna. Il sistema sarà in vigore per 5 anni e mezzo, dopodiché le quote saranno riesaminate.

Università – Il Regno Unito non farà più parte del programma Erasmus, quindi non solo gli studenti britannici non potranno accedervi ma dall’anno prossimo anche i loro colleghi europei dovranno richiedere il visto per studiare e pagare la retta universitaria come gli studenti non britannici.

Viaggi e lavoro – Se per turismo basterà il passaporto per recarsi nel Regno Unito, per potere lavorare oltremanica bisognerà essere in possesso di un visto, ottenibile solo nel caso in cui si abbia già un impiego, retribuito almeno 26.500 sterline (circa 29mila euro) e a patto di avere un livello di conoscenza di inglese B1. E’ prevista invece una corsia preferenziale (fast-track entry) per ottenere il visto per i lavoratori del settore sanitario. La questione visto non coinvolge gli oltre 4 milioni di europei che già vivono e lavorano in Gb. 

“Stiamo riprendendo il controllo delle nostre leggi e del nostro destino”, ha annunciato il premier Boris Johnson da Downing Street con toni trionfalistici. L’accordo commerciale tra Londra e Bruxelles, secondo Johnson, “consentira’ alle nostre aziende di fare ancora piu’ affari con i nostri amici europei”. 

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen incassa il terzo accordo in sei mesi – dopo i precedenti su Recovery Fund e bilancio Ue – ma stavolta sul dossier senza dubbio piu’ controverso. Von der Leyen è visibilmente sollevata dal non dover gestire un fine 2020 scandito da riunioni sulle misure d’urgenza e scontri con il Governo di Londra sul rimpallo di responsabilita’ sul fallimento dei negoziati, dato come altamente probabile fino a poche ore fa. Per la tedesca, l’accordo e’ un lieto fine. “Valeva la pena lottare – ha detto alla stampa – perche’ ora abbiamo un accordo equo ed equilibrato con il Regno Unito, che proteggera’ i nostri interessi europei, garantira’ una concorrenza leale e fornira’ la prevedibilita’ necessaria per le nostre comunita’ di pescatori”. Il Regno Unito riprendera’ “il pieno controllo delle sue acque” territoriali per la prima volta dal 1973, controbatte Johnson.

Boris Johnson ha scelto di indossare una cravatta con i pesciolini per la conferenza stampa in cui ha annunciato l’accordo raggiunto con l’Ue sulla Brexit. La questione dei diritti di pesca è stata una delle più spinose del negoziato, il dossier su cui si è trattato nel rush finale. Ed è stata la questione su cui Londra ha dovuto cedere a un compromesso sui tempi della transizione al raggiungimento del pieno controllo delle zone di pesca britanniche. L’ue chiedeva 14 anni, Londra tre. Il risultato finale è di cinque anni. “Un risultato ragionevole. Posso assicurare ai fanatici della pesce di questo Paese che saremo in grado di pescarne e mangiarne in quantità straordinarie”, ha detto Johnson.

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