Il grande crollo dei saldi: vendite giù del 32,8%

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Secondo Confimprese vanno male soprattutto i settori beauty e abbigliamento. Sconto medio del 34%

© Foto: Francesco Fotia / AGF  – Saldi (Agf) 

Saldi al palo. Secondo la rilevazione del Centro studi retail Confimprese, nelle prime due settimane di gennaio (4-17 gennaio)  nelle regioni interessate dall’avvio dei saldi vi è stata una contrazione media delle vendite in store del 32,8% rispetto allo stesso periodo 2019, a fronte dello sforzo promozionale che si attesta su un range di sconto medio dei prezzi di vendita del 34%.  

“Sono numeri che non si discostano dal trend generale delle regioni in cui i saldi non sono ancora partiti, pari al -35,3% – spiega Mario Resca, presidente Confimprese –. Il crollo maggiore, in queste regioni, si registra nel beauty a -45% seguito dall’abbigliamento a -42,8%. I saldi non riescono a controbilanciare l’andamento negativo dei consumi.

La speranza di recuperare nel periodo natalizio parte delle vendite perse a causa del primo lockdown, garantendo così la sopravvivenza delle nostre imprese e dei posti di lavoro, non si è purtroppo concretizzata.

I saldi invernali non potranno ricompensare la perdita di 15 miliardi di ricavi nei mesi di novembre e dicembre. I magazzini sono pieni di merce che rischia di rimanere invenduta”. 

Negative anche le rilevazioni sul fronte consumatori del Termometro Innovation Team-Cerved per Confimprese: 4 famiglie su 10 dichiarano che non faranno acquisiti durante i saldi.

Anche nelle regioni dove i saldi devono ancora partire, il 36,5% prevede di non approfittare dell’occasione per fare compere. Tra coloro che hanno già approfittato dei saldi o pensano farlo a breve, il 44,7% diminuirà la spesa di circa 100 euro con uno scontrino medio di 191 euro a fronte dei 280 del 2019.

Per 1 su 2 il motivo è nelle difficoltà economiche ma 1 su 3 non è invogliato a fare acquisti nel contesto emergenziale.

Aspettative di riduzione della spesa anche dove la campagna dei saldi partirà alla fine del mese per una famiglia su due.

Continua a farsi sentire l’impatto dell’emergenza sanitaria sull’economia familiare: per 2 famiglie su 3 l’impatto della crisi sul reddito si conferma negativo o drammatico, in lievissima riduzione da dicembre.     

Torna ad aumentare il pessimismo a proposito dei prossimi mesi (35,5%) dopo il netto miglioramento avvenuto a dicembre in seguito all’annuncio della disponibilità di un vaccino contro il Covid: più ottimisti solo il 14,9% degli italiani.

Forte la preoccupazione da qui a un anno: per 2 famiglie su 3 sarà peggiorata la condizione economica del paese, per il 34% la propria condizione economica. In netto calo rispetto a un mese fa le speranze di un ritorno alla normalità già nel 2021: le aspettative di ripresa quest’anno scendono dal 57,8% di dicembre al 28,8% di gennaio. Per contro, il 58,6% delle famiglie posticipa al 2022 il ritorno ad abitudini pre-pandemia. agi

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