Ex investigatore USA: la pandemia potrebbe essere stata causata da un incidente di ricerca sulle armi biologiche

Ambiente, Natura & Salute

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David Asher, ex investigatore capo presso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha affermato che il virus che ha causato la pandemia COVID-19 potrebbe essere stato il risultato di una fuga di armi biologiche in Cina.

Secondo David Asher, ex investigatore capo presso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, la causa della pandemia “Potrebbe essere stato un vettore di armi andato storto; non rilasciato deliberatamente, ma in fase di sviluppo e poi in qualche modo trapelato “.
L’ex investigatore lo ha dichiarato il 12 marzo, durante una tavola rotonda all’ Hudson Institute affermando anche “Questa si è rivelata la più grande arma della storia. Ha prelevato dal 15 al 20 percento del PIL globale. Ha ucciso milioni di persone. ”  https://www.youtube.com/watch?v=Ltxwq1-UXwc&t=37s


In effetti, il  laboratorio presso l’ Istituto di virologia di Wuhan, dove gli scienziati hanno condotto ricerche approfondite sui coronavirus dei pipistrelli, era già  tra le teorie che lo ipotizzavano come  fonte dell’epidemia, probabilmente a causa di una perdita accidentale.
Asher ha osservato che la Cina ha smesso di parlare pubblicamente delle sue ricerche al laboratorio di Wuhan già dal  2016. Sempre Asher ha detto di ricordare di aver sentito un commentatore militare cinese parlare sui media statali cinesi di come la Cina sia “entrata in un’area della guerra biologica cinese … incluso usare cose come i virus “.
“Devi capire che la natura dello stato comunista in Cina ed il suo approccio segreto  ha duplice uso a tutto ciò che è militare”, ha detto Asher. Lo stesso ha aggiunto che credeva che nessuno nell’ OMS capisse abbastanza bene la Cina da sapere che poteva “offuscare” i suoi programmi classificati.
La Cina inoltre  non ha collaborato durante la fase iniziale dell’epidemia.
Asher ha dichiarato che gli USA ed altri stati hanno fatto quasi 100 richieste alla Cina, sia per chiedere assistenza che per offrire aiuto.
La Cina  ha respinto tutte le richieste ed ha ripetutamente affermato che il virus non era contagioso, anche se sapeva che si stava diffondendo da uomo a uomo.

In un documento scientifico in allegato (preprint not peer reviewed),  pubblicato nel 2020,  si è  concluso che Pechino ha nascosto la trasmissibilità del virus per almeno tre settimane prima di riconoscere pubblicamente, il 20 gennaio 2020,  la contagiosità del virus.

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Pedrazzini Silvia

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