Un “viaggio emozionale” per esplorare sé stessi. Intervista a Carmen Talarico

Arte, Cultura & Società

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La scrittura è in grado di guidarci verso un “mondo inedito” in cui dimorano le nostre emozioni più profonde. Ce lo dimostra la scrittrice Carmen Talarico con la sua meravigliosa opera di prosa poetica dal titolo “Fluire- Taccuino del Viaggio”, Fare Mondi, Europa Edizioni, Febbraio 2020.

Attraverso la lettura dei suoi tredici testi il lettore si ritrova ad intraprendere un viaggio introspettivo in cui attraverso gli stati d’animo e le situazioni che evoca la scrittrice è possibile esplorare la parte più vera e autentica di sé stessi. Ogni testo è abbinato ad un pezzo musicale di musica classica che conferma quanto tra le emozioni e la musica si instaura una vera e propria empatia che non si può fare a meno di assecondare e che è fonte di ispirazione per gli artisti.

In “Fluire- Taccuino del viaggio”, Carmen Talarico affronta tematiche diverse come il rapporto con la natura, lo scorrere inesauribile del tempo umano, l’attesa, l’empatia e la Bellezza. Sono queste tematiche che fanno parte del nostro vivere e che catturano inevitabilmente l’interesse del lettore.

È questa un’opera che si legge tutta d’un fiato e la cui lettura fa calare il lettore in uno stato di pura meraviglia. Lo invita a riflettere sui sentieri dell’anima che meritano di essere espressi. Leggere “Fluire- Taccuino del Viaggio” fa venire voglia di mettersi in gioco per intraprendere uno di quei percorsi esistenziali che ti cambia inevitabilmente e che ti aiuta a vedere la realtà, dentro e attorno a te stesso, con occhi diversi.

Del ruolo della musica nelle nostre esistenze, del “tempo umano” e della Bellezza che la natura è in grado di donarci conversiamo con Carmen Talarico attraverso questa ispiratoria intervista

Attraverso i tredici testi del tuo «taccuino» conduci il lettore verso un viaggio emozionale. Come definiresti un «viaggio» di questo tipo?

Considero un viaggio emozionale quel cammino volto alla scoperta dei nostri paesaggi interiori e quell’abitare la nostra interiorità con le luci e le ombre che le appartengono.

È incontrare sé stessi nel profondo con una postura concava e introspettiva.

Questo incontro con sé stessi, talvolta, richiede un atto di coraggio.

Al contempo è l’unica via per prendersi cura di sé, accogliere il cambiamento e avviarsi verso la rinascita.

Alle emozioni che evochi è associato un pezzo musicale.

Quanto la musica può essere fonte di ispirazione per un artista?

Ritengo che la musica, di qualsiasi genere, sia la fonte generatrice di creatività e benessere.

Per me la musica classica d’autore si è rivelata una carezza per l’anima. «FLUIRE. Taccuino del viaggio» nasce proprio da questo tocco lieve.

Ogni componimento musicale ha aperto le porte della mia anima con delicatezza, lasciando fluire poeticamente le mie emozioni e dando ritmo e respiro ai miei pensieri.

E nella tua vita che ruolo ha la musica?

La mia vita è una musica!

Il mio lavoro, la mia famiglia, la mia relazione con il TU, sono le melodie e le armonie che si compongono quotidianamente; le note stonate o i tempi diversi sono i conflitti che spesso si generano.

Per me la musica è un sottofondo musicale mentre scrivo o mentre lavoro.

È un ricordo di un’emozione, una persona, un luogo, un viaggio.

Sono i suoni naturali e i rumori artificiali in cui vivo.

In «FLUIRE. Taccuino del viaggio» ne sono l’ispirazione.

In «FLUIRE. Taccuino del viaggio» affronti la tematica del rapporto tra uomo e natura.

Quanto e in che misura può essere benefico?

Coltivare lo sguardo nella natura e lasciarsi attraversare dalle sue luci e dai suoi profumi, restituiscono sapore alla vita stessa, perché l’uomo ritrova il suo naturale respiro, la lentezza e il silenzio riflessivo.

Ho il dono di vivere in un grande parco in cui dimorano platani e querce secolari che mi restituiscono uno sguardo verso la bellezza che si rinnova.

In «FLUIRE. Taccuino del viaggio», il testo «Gli alberi di casa mia» è il mio omaggio proprio al dono quotidiano che vivo e alla natura che mi è di ispirazione.

Che rapporto hai col tempo di cui parli in uno dei tuoi testi.

Per te è un alleato o un nemico?

Il mio rapporto con il tempo è ambivalente.

È un alleato quando è lo spazio della progettualità, dell’aspettativa che può farsi concretezza e del fluire della mia creatività. È un nemico quando respiro la mancanza di rispetto verso i miei tempi o quando la società fluida mi permea di incontri con il Tu poco stabili.

Esiste un punto d’incontro tra “l’orologio del tempo” e l’orologio del cuore?

Penso di sì. È l’abitare il tempo presente nella sua nudità.

Personalmente fatico a dare un’opportunità d’incontro ai due orologi.

Questo tempo stra-ordinario ed in-quieto mi impone di radicarmi nel tempo presente.

Nel testo «Le mie scarpe» affronti la tematica dell’empatia.

Esiste una «giusta distanza» secondo te tra l’Io e l’Altro?

Il testo «Le mie scarpe» è stato il più faticoso da scrivere, perché è quello che più mi mette a nudo.

Una «giusta distanza» tra l’Io e l’Altro? Assolutamente sì e deve esserci.

Una relazione tra un Io e un Tu respira nel rispetto delle reciproche libertà, si illumina della luce dei talenti e delle idee diverse, si rivela anche nel fremito delle solitudini e delle prove.

Come la poesia può accorciare le distanze tra il reale e il virtuale?

La distanza è una lontananza, sempre.

Nella mia esperienza di docente, nella DAD (Didattica A Distanza), ho promosso un caffè letterario in cui la poesia era protagonista. Riconosco che la poesia è stato un facilitatore nella prossimità del sentire e nel dialogo di pensieri ed emozioni.

Il linguaggio poetico ha lo spazio dell’infinito e la delicatezza che può aiutare ad esplorarsi, interrogarsi, conoscersi.

Cosa significa per te “mettere nero su bianco” le tue riflessioni ed emozioni attraverso la scrittura?

Per me la scrittura è quel respiro d’anima che toglie il respiro tanta è la sua forza curatrice, guaritrice e trasformatrice.

È il mio stile di vita che si concretizza nello stile poetico.

È la mia rivoluzione coraggiosa.

A chi consigli la lettura del tuo “taccuino”?

I miei lettori colgono tante sfumature del mio libro! Le recensioni di «FLUIRE. Taccuino del viaggio» mi hanno fatto capire che non c’è un’età per il linguaggio dell’Anima. Il mio libro è stato letto e riletto dai bambini, dai ragazzi e dagli adulti di ogni età. L’approccio alla sua lettura è stato diverso: c’è chi ha letto tutto d’un fiato i testi di prosa poetica e poi si è soffermato sulla musica classica d’autore; altri hanno scelto di fare una lettura parallela; altri ancora si sono lasciati guidare dal proprio «sentire» costruendo un personale indice di lettura.

Mariangela Cutrone

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