Papa: il prossimo Sinodo dei Vescovi cominci dalle Chiese locali

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

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di Claudio Gentile

Una nota diffusa questa mattina dalla Sala Stampa della Santa Sede ha comunicato che il prossimo Sinodo dei Vescovi, per volere del Papa, non si svolgerà come di consueto, ma si svilupperà in un percorso che inizierà nelle singole Chiese locali nel 2021 e si concluderà a Roma nel 2023.

Dalla metà degli anni Sessanta, quando fu creato da Paolo VI, il Sinodo dei Vescovi riunisce periodicamente a Roma alcuni vescovi eletti in rappresentanza di tutti i vescovi del mondo per discutere e consigliare il Papa su specifici e singoli argomenti da lui stesso individuati.

Dal prossimo Sinodo, che prima della pandemia era stato già fissato per il prossimo ottobre, il Papa ha deciso di cambiare.

Dopo l’esperienza del Sinodo sulla famiglia tenutosi in due tempi diversi, per rendere più concreto e visibile il metodo sinodale e l’ascolto dei fedeli più volte auspicato, Francesco ha stabilito che il l’assembra sinodale già convocata non si celebrerà solo in Vaticano, ma anche in ciascuna Chiesa particolare, seguendo un itinerario articolato in tre fasi, fatto da ascolto, discernimento e consultazione. A discutere e riflettere saranno chiamati non solo i vescovi, primi collaboratori del Papa, ma anche laici, sacerdoti, missionari e consacrati, secondo i propri ruoli e responsabilità.

Se prima il Sinodo era quindi un evento ecclesiale, che si consumava in tre-quattro settimana in Vaticano, ora sarà un processo che durerà tre anni prima nelle singole diocesi e nazioni e poi a Roma.

Il cammino sinodale vedrà il suo inizio il 9-10 ottobre 2021 con una celebrazione a Roma presieduta dal Papa, seguita il successivo 17 ottobre in ciascuna diocesi con il proprio vescovo diocesano.

La prima delle tre fasi, a livello diocesano, avrà l’obiettivo di consultare il popolo di Dio “affinché – si legge nel documento diffuso oggi – il processo sinodale si realizzi nell’ascolto della totalità dei battezzati”.

La Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, per aiutare e facilitare il percorso, invierà per tempo un testo preparatorio accompagnato da un questionario e da un vademecum con le proposte per realizzare la consultazione. Lo stesso testo sarà inviato ai Dicasteri della Curia romana, alle Unioni dei Superiori e delle Superiore Maggiori, ai movimenti internazionali laicali e alle Università o Facoltà di Teologia.

A conclusione della consultazione diocesana ci sarà una “riunione pre-sinodale”, che elaborerà dei contributi che saranno inviati alla propria Conferenza episcopale entro una data da stabilirsi.

Ricevuti i materiali dalle singole diocesi, toccherà ai vescovi di ciascuna Conferenza Episcopale riuniti in assemblea “ascoltare ciò che lo Spirito ha suscitato nelle Chiese loro affidate” e fare una sintesi dei contributi. La sintesi, insieme ai documenti delle singole diocesi, dovrà essere inviata alla Segreteria del Sinodo entro l’aprile 2022.

Terminata questa prima fase, tra il settembre 2022 ed il marzo 2023 si svolgerà la seconda tappa del percorso, a livello continentale. La finalità è quella di dialogare a livello continentale sul testo dell’Instrumentum laboris predisposto dalla Segreteria Generale del Sinodo sulla base dei lavori delle diocesi e delle Conferenze dei Vescovi.

Contemporaneamente alle riunioni continentali, si svolgeranno anche assemblee internazionali di specialisti.

La terza ed ultima tappa si svolgerà, come di consueto e secondo le regole attualmente vigenti, in Vaticano nell’ottobre 2023.

Secondo il documento odierno questo percorso si vuole configurare come “un esercizio della collegialità entro l’esercizio della sinodalità”.

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