Papa: “Il Sinodo deve incominciare dal basso, la luce è Firenze”

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

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Papa Francesco ha aperto ieri i lavori della 74^ assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana sul tema: “Annunciare il Vangelo in un tempo di rinascita ‐ Per avviare un cammino sinodale” con un discorso non scritto prima di rispondere, a porte chiuse, alle domande dei vescovi italiani.

L’intervento del Papa si è soffermato su tre punti: la riforma dei tribunali ecclesiastici, l’accesso ai seminari ed i lavori del sinodo nazionale.

Sull’ingresso nei seminari Francesco ha ricordato che “c’è un pericolo molto grande” e cioè “sbagliare nella formazione”.

“Abbiamo visto con frequenza seminaristi – ha detto il Papa – che sembravano buoni, ma rigidi. E la rigidità non è del buono spirito. E poi ci siamo accorti che dietro le rigidità c’erano dei grossi problemi”.  “Non possiamo scherzare coi ragazzi che vengono da noi per entrare in seminario”.

Il punto più atteso del discorso ha riguardato il cammino sinodale. “Sono successe tante cose dal primo incontro che abbiamo avuto noi a San Pietro, fino ad oggi e una delle cose che è successa, è un atteggiamento che abbiamo tutti, succede anche nella CEI, è l’amnesia: perdiamo la memoria di quello che abbiamo fatto e andiamo avanti. E una delle cose della quale abbiamo perso la memoria è l’incontro di Firenze, cinque anni fa” ha rimbrottato Francesco.

Quindi l’indicazione che il Sinodo “deve svolgersi sotto luce di Firenze. Firenze è un patrimonio vostro che deve illuminare questo momento, dall’alto in basso. E dal basso in alto il popolo di Dio: la più piccola parrocchia, la più piccola istituzione diocesana, che si incontrano”.

“Questo ci chiederà pazienza, ci chiederà lavoro, ci chiederà di far parlare la gente”, la previsione di Francesco. “Che esca la saggezza del popolo di Dio”.

“La luce viene da Firenze, invece il Sinodo deve incominciare dal basso in alto, dalle piccole comunità, dalle piccole parrocchie” ha concluso il Papa.

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