Il Bari naufraga ancora, stavolta nel Tirreno. Brutta sconfitta a Castellammare

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Ogni gara per il Bari sarà un esame, uno di quelli che dovrà portarlo alla tesi di laurea finale a maggio prossimo.

Oggi sull’antica Stabiae dove lo studioso curiosone Plinio il Vecchio, nel vedere l’evolversi della tristemente celebre eruzione del Vesuvio del 79 A.C., ci rimase letteralmente pietrificato sulla locale spiaggia, si doveva resettare tutto, il Catanzaro, il Francavilla ed il resto, pur sapendo che ogni gara nasconde difficoltà, ma il Bari doveva avere la forza di superarle e farsi scivolare addosso ogni segnale negativo o positivo e pensare al presente immediato. Ed invece, come per Plinio, anche il Bari, pur senza il Vesuvio in eruzione, ne è uscito pietrificato. Meritatamente, occorre aggiungere.

Primo tempo non esageratamente proficuo di emozioni, anzi, pochissime le occasioni gol da parte di entrambe le squadre. I primi venti minuti tutti del Bari che, però, si è limitato al solo possesso palla, con Botta ingabbiato dal centrocampo campano, Antenucci e Simeri pure, e col solo Mallamo ad offrire sprazzi qua e là di gioco, ed il resto del tempo tutto della Juve Stabia che ha avuto una sola occasione per andare al gol, mentre un solo tiro in porta del Bari da parte di Simeri sul finale, fino allo scombinato movimento di Gigliotti che ingenuamente ha colpito il pallone col braccio costringendo l’arbitro a concedere il rigore apparso nettissimo, rigore che, puntualmente, è stato trasformato da Eusepi.

Il secondo tempo è iniziato con le forze fresche Marras e Di Gennaro al posto fuori Botta e Scavone per cercare più vivacità, ma al di là del solito possesso palla e di qualche errore di troppo, non si è andato. E allora Mignani è ricorso ad ulteriori ripari con Cheddira e D’Errico che però hanno dato l’impressione di non incidere più di tanto.

Piccolo passo indietro di Antenucci rispetto a quello che si è visto contro il Catanzaro, infatti non è riuscito a trovare lo spunto decisivo sia in fase di possesso che in fase di non possesso.

La Juve Stabia, da squadra modesta e di categoria che deve pensare alla salvezza, ha rinunciato a giocare sfruttando solo quale errore barese, e per il Bari si è fatta dura scardinarne la difesa, mentre il tempo inesorabilmente scorreva senza pietà.

Troppi i lanci lunghi in avanti senza senso, tipici di una squadra in difficoltà che sono stati di facile lettura da parte delle vespe. In mischia c’è andato anche Citro per provare ad abbattere il muro stabiese. Macché.

Non c’è stata un’azione degna di tal nome, nessun contrasto vinto a centrocampo, la cattiveria non si è vista, di tiri in porta manco a parlarne. Ricci su punizione esterna ha tirato in porta ma il portiere ha parato coi pugni. Poi D’Errico ci ha provato dalla distanza col pallone che è terminato di un soffio fuori. Solo negli ultimi cinque minuti di gioco il Bari ha spinto sull’acceleratore, peraltro con molta confusione, troppo poco, oggettivamente, per meritarsi un pareggio.

Incredibile questa sconfitta, molta la delusione, col Bari che, praticamente, ha effettuato solo due tiri in porta nel corso della gara, peraltro negli ultimi cinque minuti di gioco, e con l’avversario che nel secondo tempo ha rinunciato a giocare.

Incredibile come non si sia riusciti a creare idee, opportunità favorevoli, con tutti i giocatori apparsi sotto tono anche se occorre dire che da qualche giocatore ci si aspettava qualcosa in più: vero Di Gennaro? Speriamo che il forte play non sia arrivato a Bari svuotato da ogni motivazione dopo una carriera prestigiosa. Noi vogliamo credere che non sia ancora al meglio della condizione, almeno lo speriamo.

La gara non ha mai dato l’impressione che il Bari potesse arrivare al gol. Loro erano messi bene in difesa, si è vista poca mobilità, Marras all’inizio ha fatto qualcosa ma poi anche lui è naufragato.

La Juve Stabia sul rigore ha costruito la gara difendendosi per tutto il secondo tempo, mettendo il muso fuori solo per sbagliare e concedere il pallone ai baresi. Perché anche questa è l’amara verità. Questa è la serie C.

Si può perdere una gara (anche se il Bari – e ripetiamo il Bari, non, con tutto il rispetto, la Vibonese – non dovrebbe perderle certe gare), però il non essere capaci di creare occasioni da rete al cospetto di squadre mediocri come il Francavilla e come la Juve Stabia, no. Non ci siamo affatto.

C’è qualcosa che non va nella carburazione, Mignani dovrebbe intervenire per capire cosa succede alla squadra soprattutto in trasferta dove si soffre sempre, ed anzi, dove si crea poco e si perdono pure le partite. Non crediamo che dipenda dalle assenze di Maita e di Di Cesare, no, non vogliamo crederlo perché la rosa è di qualità ed assortita. Oggi, differentemente dalla altre gare, Mignani non ha azzeccato le scelte. Può capitare.

Una brutta sconfitta, non c’è dubbio, che farà senz’altro rumore tra la tifoseria, meno vistosa, vero, della sconfitta di Francavilla ma più preoccupante, primo perché è la seconda gara che si perde in trasferta e poi perché la squadra, evidentemente, non ha capito la lezione.

Una gara giocata senza determinazione, con poca qualità e, probabilmente, giocata con abiti da sera e non da operai come, talvolta, occorre scendere in campo.

Queste gare la Ternana e la Reggina non le avrebbero perse, anzi, a volerla dire tutta, le avrebbero non vinte ma stravinte.

Bisogna capire che per vincere il campionato occorre entrare nell’ottica delle idee che queste gare bisogna vincerle, non si può giocare bene una domenica, vincere, e poi capitolare la domenica successiva peraltro sul campo di una squadra mediocre. Perché una sconfitta anomala a Francavilla ci poteva stare, ma una seconda di questo stampo no, qualcosa comincia a preoccupare, non è crisi, ci mancherebbe, ma un piccolo campanello d’allarme, si.

Strano il fallo di mano di Gigliotti, davvero incredibile, una giornataccia per lui. Cui prodest procurare il secondo fallo se sa che è ammonito? Occorreva fare il secondo fallo? Una gara da 4 per lui.

Il tempo per rimediare c’era ma si è visto un Bari confusionario e sconclusionato, non va bene così. Occorre cancellare subito questa partita e provare a partire di nuovo come ad inizio del campionato. Oggi c’è poco da salvare, anzi nulla. Assurdo che per 87 minuti non si sia tirato in porta. Davvero inammissibile ed inaccettabile.

Una sconfitta pericolosa che fa crescere l’autostima alle avversarie che capiscono che il Bari ha dei punti deboli grazie ai quali si potrebbe approfittare.

E pensare che la Ternana in tutto il campionato ha perduto due sole gare, il Bari alla tredicesima di campionato ne ha già perdute già due, dunque non si può più parlare di un Bari ammazza campionato, imbattibile, la squadra è dicotomica, battibile e facilmente aggirabile anche da avversari modesti. E si vuole vincere il campionato occorre cambiare registro.

Massimo Longo

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