Sindacati in piazza. Landini: “c’e’ distanza tra il paese e la politica”

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Piazza del popolo si tinge di rosso e di azzurro nel giorno dello sciopero generale di Cgil e Uil. Piazza gremita. “Se 60-70% dei cittadini non va a votare e’ un segnale pericolosissimo. I cittadini, i lavoratori non devono essere lasciati da soli. Questo vuol dire vivere in un Paese democratico”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dal palco della manifestazione per lo sciopero generale in piazza del Popolo a Roma., sottolineando che c’e’ il rischio di una rottura democratica di rappresentanza tra i cittadini e i palazzi della politica.  “Quello che si sta determinando in questo paese , e per cui dovrebbero ringraziarci dello sciopero generale e di aver riempito le piazze, e che dovrebbe esser la preoccupazione delle forze politiche è il rischio di una rottura democratica della rappresentanza tra i cittadini e il palazzo della politica. Quando non vanno a votare il 60% degli elettori è un campanello d’allarme pericoloso” ha detto Landini.  

Che ha aggiunto: “Quello che divide il Paese non è lo sciopero generale ma l’evasione fiscale, la precarietà sul lavoro, l’ingiustizia verso le classi più disagiate. Questo è quello che divide. Oggi serve un cambiamento per legge delle cose sbagliate. L’ultimo sciopero generale è stato nel 2014, contro il Jobs Act, ve lo ricordate quello che parlava in inglese? Beh, oggi siamo molto peggio che nel 2014”. “Mi ha colpito la dichiarazione del presidente di Confindustria Carlo Bonomi: questa giornata di mobilitazione lo ha reso triste.

Quando ho letto la dichiarazione sono rimasto sorpreso e mi e’ venuto in mente Enzo Jannacci e la canzone ‘Ho visto un re’”, ha detto il segretario generale della Cgil,. “Noi non siamo capaci di essere contenti quando un lavoratore e una lavoratrice perde il posto di lavoro – ha proseguito –  quando uno sta male non siamo felici. E quando succede che c’e’ chi rischia di essere licenziato o delocalizzato non possiamo essere felici, abbiamo la volonta’ di batterci – ha aggiunto Landini – e dovrebbe essere l’impegno anche di Confinsutria: deve dire agli imprenditori che non devono delocalizzare ma investire”.

“Ai politici dico: svegliatevi e ascoltate queste persone. Ci hanno accusato di aver dilaniato il tessuto sociale, il disagio sociale invece c’è. Lanciamo un segnale al governo e alla politica, c’è bisogno di misure concrete, c’è un Paese che chiede di superare disuguaglianze e difficoltà.

I poveri sono un milione in più, 2 milioni di famiglie non riescono a fare le visite di prevenzione sanitaria. Quando ci dite che avete dato 8 miliardi per sanità, avete dato 170 miliardi alle aziende che hanno delocalizzato, che hanno licenziato con sms, ricordate queste cose quando parlate di equità e giustizia.

Noi vogliamo Paese diverso con la nostra voglia di cambiare e di avere una società più giusta. Non ci fermeremo e andremo in piazza se necessario”. Così Pierpaolo Bombrdieri, segretario generale della Uil, durante lo sciopero nazionale.

 

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