Perché l’Ue giudica green il nucleare e il gas

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Perché l’Ue giudica green il nucleare e il gas 

Il principio che ha guidato la Commissione in questa valutazione è la transizione verso il ‘net zero’ fissato al 2050 e la coscienza di non riuscirci tagliando fuori gas e nucleare già ora. La bozza, di cui l’AGI ha preso visione, definisce tuttavia criteri chiari e rigidi

di Brahim Maarad

Perché l’Ue giudica green il nucleare e il gas 

©  pixabay –  Energia nucleare

AGI – I funzionari della Commissione europea che ci hanno lavorato la definiscono una bozza “pragmatica e realistica” frutto di un lungo lavoro di confronto con gli esperti. Ma non poteva non creare polemiche la proposta di atto delegato della tassonomia presentata dall’esecutivo di Bruxelles in cui sei attività, tre del nucleare e tre del gas naturale, vengono identificate come investimenti green.    

Il principio che ha guidato la Commissione in questa valutazione è la transizione verso il ‘net zero’ fissato al 2050 e la coscienza di non riuscirci tagliando fuori gas e nucleare già ora. La bozza, di cui l’AGI ha preso visione, definisce tuttavia criteri chiari e rigidi.      

Le tre attività identificate per il nucleare sono:

  • Ricerca e sviluppo di tecnologie per la minimizzazione delle scorie radioattive
  • La realizzazione di impianti nucleari di nuova generazione e l’estensione del funzionamento degli attuali impianti.

Le tre attività del gas riguardano: 

  • La produzione di elettricità
  • La co-produzione ad alta efficienza di calore/freddo ed elettricità
  • La produzione di calore/freddo in un efficiente sistema di teleriscaldamento e teleraffrescamento

Criteri per il nucleare

La prima attività riguarda “Ricerca, sviluppo e implementazione di impianti innovativi di produzione di energia elettrica da processi nucleari con scarti minimi dal ciclo del combustibile”. La Commissione sostiene che “per i rifiuti ad alta radioattività e il combustibile esaurito, lo smaltimento geologico profondo rappresenti la soluzione all’avanguardia ampiamente accettata dalla comunità di esperti di tutto il mondo come l’opzione più sicura e sostenibile per il punto finale della gestione dei rifiuti ad alta attività e dei rifiuti esauriti”.

“Le ultime relazioni del 2021 degli Stati membri dimostrano che attualmente sono stati compiuti progressi sostanziali nella realizzazione dei primi impianti di smaltimento geologico profondo sul territorio dell’Unione. Pertanto, stanno diventando disponibili soluzioni realistiche per gli Stati membri per sviluppare e gestire tali strutture entro il 2050″, si legge nella bozza dell’atto delegato. Ogni impianto dev’essere a prova di calamità e le emissioni di gas serra del ciclo di vita (Ghg) dalla produzione di elettricità da energia nucleare devono essere al di sotto della soglia di 100 g CO2e/kWh.  

 La seconda attività riguarda la “Costruzione e funzionamento in sicurezza di nuove centrali nucleari, per la generazione di elettricità o calore, anche per la produzione di idrogeno, utilizzando le migliori tecnologie disponibili”. Il criterio principale è che il permesso di costruire sia rilasciato entro il 2045.      

La Commissione riesaminerà a partire dal 2025 e almeno ogni 10 anni i parametri tecnici corrispondenti alla migliore tecnologia disponibile. Vale sempre il limite dei 100 g CO2e/kWh. La terza attività è la “Produzione di elettricità da energia nucleare negli impianti esistenti”. In questo caso il permesso di estensione dell’attività dev’essere rilasciato dallo Stato membro entro il 2040. 

Criteri per il gas

Per gli impianti autorizzati dopo il 31 dicembre 2030 la soglia di emissioni dev’essere inferiore ai 100 g CO2e/kWh. Per gli impianti autorizzati entro il 31 dicembre 2030, invece, le emissioni dirette di Ghg devono essere inferiori a 270 g CO2e/kWh; inoltre l’energia generata dall’attività deve non poter essere ancora efficientemente sostituita da energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili, a parità di capacità, e l’impianto deve sostituire un impianto di produzione di elettricità ad alta emissione esistente che utilizza combustibili fossili solidi o liquidi. E ancora: la capacità di produzione dell’impianto non deve superare la capacità dell’impianto sostituito di oltre il 15%, e deve prevedere la co-combustione di combustibili gassosi a basse emissioni di carbonio e vi devono essere piani o impegni efficaci, approvati dall’organo di gestione, per utilizzare almeno il 30% di gas rinnovabili o a basse emissioni di carbonio a partire dal primo gennaio 2026, e ad almeno il 55% a partire dal primo gennaio 2030 e di passare a gas rinnovabili o a basse emissioni di carbonio. Il passaggio deve avvenire entro il 31 dicembre 2035, e la sostituzione deve comportare almeno una riduzione delle emissioni di almeno il 55% di Ghg per kWh. 

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