Nessuno vuole comprare il Casino dell’Aurora

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Deserta l’asta cui sembrava dovessero partecipare i supermiliardari da Bill Gates al Sultano del Brunei, In una sala l’unico affresco del Caravaggio.

© Agf – L’affresco di Caravaggio in una delle sale del Casino dell’Aurora

 

AGI – È andata deserta l’asta per il Casino dell’Aurora, villino cinquecentesco alle spalle di via Veneto di straordinario pregio storico-artistico. La procedura si è aperta alle ore 15 ma sul sito delle aste indette dal Tribunale di Roma si legge “gara chiusa, non aggiudicata” e tra le note “asta deserta”.

La villa contiene l’unico affresco esistente del Caravaggio e numerose pitture del Guercino e di altri artisti. La base di vendita era di 471 milioni di euro, il prezzo minimo 343 milioni, con possibili rilanci di minimo 1 milione.

A contendersela avrebbero potuto essere alcuni tra i miliardari più celebri, a cominciare da Bill Gates e il sultano del Brunei che in passato avevano già tentato di acquistare la proprietà, invano. Il Casino dell’Aurora, all’interno dell’enorme Villa Ludovisi, che sorge su una collinetta fra via Veneto e Villa Medici, era in vendita sulla base di una valutazione stratosferica di 471 milioni di euro, ma l’offerta minima che il tribunale è obbligato ad accettare ammonta a 353 milioni.

Il valore di questo vero gioiello del barocco romano rappresenta, secondo fonti concordanti, un quarto del budget annuale del Ministero della Cultura italiano.

Per molti media stranieri si tratta di un’occasione d’oro per nuovi mecenati desiderosi di sbarcare in Italia: la comunicazione dell’asta telematica per la magnifica residenza di 2.800 metri quadrati, sei piani e un sontuoso giardino ha raggiunto oltre 20 mila indirizzi email collegati ai paperoni del pianeta, ma finora la lista dei partecipanti è rimasta segreta.

La prospettiva che il palazzo di proprietà di una delle più note e potenti famiglie aristocratiche italiane finisca in mani straniere ha scatenato vive proteste nel mondo della cultura italiana che ha chiesto allo Stato di intervenire.

Lo stesso intervento è stato sollecitato da una petizione lanciata su Change.org, intitolata ‘SOS Cultura in svendita’, che ha raccolto 35 mila firme, affinchè l’Italia eserciti il diritto di acquisto. Secondo gli esperti d’arte, il solo affresco di Caravaggio, risalente al 1597, raffigurante Giove, Plutone e Nettuno al centro di un globo terrestre circondato dai segni dello zodiaco, ha un valore incalcolabile – stimato di un terzo circa il valore dell’intera proprietà – probabilmente maggiore di quello fissato per Villa Ludovisi.  

Come previsto dalla legge, dopo l’aggiudicazione, il ministero dei Beni Culturali potrà dichiarare entro 60 giorni la propria intenzione di acquistare l’immobile allo stesso prezzo dell’offerta e così aggiudicarselo, evitando che l’unico affresco di Caravaggio finisca nelle mani di un privato.

Se il mondo dell’arte e gli immobiliaristi italiani erano in effervescenza per la vendita record, l’asta doveva mettere la parola fine a un’annosa disputa ereditaria di una delle più influenti e ricche famiglie aristocratiche d’Italia, i Ludovisi-Boncompagni, che in questa villa avevano stabilito la loro residenza romana.

Il palazzo era di proprietà del 77enne principe Nicolò Boncompagni Ludovisi, ma alla sua morte, l’8 marzo del 2018, c’è stato uno scontro ereditario tra la terza moglie del principe, la texana Rita Jenrette Boncompagni Ludovisi – una pittrice 72enne che posò per Playboy – e i figli nati dal primo matrimonio, ai quali lo stesso Nicolò aveva lasciato in dote parte dell’immobile. Dopo il pignoramento su una porzione di proprietà che nessuno degli eredi è in grado di rifondere economicamente, il tribunale di Roma ha deciso di mettere il bene all’asta.

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