Bologna la dotta non si smentisce: con l’arrivo della direttrice ucraina Oksana Lyniv giunge a compimento un percorso, tipico della città, di conquista della musica da parte delle donne (tutte le maggiori istituzioni bolognesi che producono o si occupano di musica hanno delle donne in cabina di comando).
«Penso che Bologna e il suo teatro siano stati sempre all’avanguardia – ha detto alla stampa la Lyniv – abbiamo l’opportunità per essere da esempio nell’iniziare con questa collaborazione una nuova storia. Per le produzioni future vorrei invitare giovani assistenti da tutto il mondo dando la precedenza a direttrici donne per dare il buon esempio». Le sue parole sono oltremodo interessanti dato che proprio ieri Speranza Scappucci è stata la prima donna a dirigere un’opera alla Scala (terza in assoluto dopo Claire Gibault che nel 1995 diresse La station thermale di Fabio Vacchi e Susanna Mälkki che nel 2011 diresse Quartett di Luca Francesconi nel 2011 ma prima a dirigere un’opera di repertorio e non contemporanea).
Questi due compositori sono da sempre nelle corde della Lyniv e dell’orchestra bolognese, anche se questi due brani, in particolare, non si ascoltavano nei programmi del Comunale dal 2013 e dal 1988.
L’Orchestra del Teatro Comunale è da sempre considerata uno dei migliori complessi sinfonici italiani, con una storia importante scritta da maestri come Celibidache, Chailly, Dalman, Gatti: questo ha facilitato notevolmente il compito della direttrice ucraina che, soprattutto in Wagner, ha esaltato le doti sia delle prime parti che del gruppo intero. Una lode particolare va poi ai solisti, soprattutto ai due protagonisti Elisabet Strid e Stuart Skelton, sempre impegnati nell’ora di durata del brano di Wagner e giunti alla fine stremati ma felici.
Paola Cecchini