Michele Sozzi e il suo romanzo ‘La complicanza’

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Sul Corriere Nazionale abbiamo il piacere di ospitare l’autore Michele Sozzi con il suo romanzo La complicanza pubblicato da Bertoni Editore.

Conosciamo meglio Michele Sozzi.

Ci parli di La complicanza edito da Bertoni Editore:

Si tratta di un romanzo psicologico-esistenziale con risvolti investigativi. Il protagonista, stimato medico e professore, scivola, dopo una grave complicanza da lui provocata, in una depressione sempre più profonda fino all’orlo dell’autodistruzione. L’unico appiglio alla vita è la figlia adolescente con cui ha un rapporto profondo. Le cose cambiano quando nel reparto dove lavora viene assunto un suo ex-allievo. Il ritrovato ruolo di maestro (deve fare da tutore clinico al giovane) gli fa recuperare l’autostima e gli dà un’opportunità di riscatto. Dovrà però affrontare mille ostacoli e depistaggi per abbattere il muro di omertà e di menzogne che lo intrappola. Accanto ai temi psicologico e investigativo, che procedono sullo sfondo di dinamiche lavorative segnate da gelosie, rivalità, intrighi e giochi di potere, c’è anche quello affettivo-familiare, incentrato sul rapporto padre-figlia e su una relazione sentimentale inaspettata.

 Chi è Michele Sozzi:

Sono un medico e vivo a Trieste. Mi sono dedicato alla ricerca scientifica in Italia e all’estero, coltivando parallelamente interessi umanistici. Ho pubblicato due romanzi e diversi racconti e scrivo recensioni per la rivista “Dentro la lampada” della scuola di scrittura Genius di Roma. Un mio racconto è stato premiato nel 2021 in Campidoglio al Concorso nazionale “Un ponte sul fiume Guai” e un altro si è classificato terzo al Premio internazionale Maiella, 2022. Il mio romanzo “La complicanza”, quand’era ancora un inedito, è rientrato nei dieci finalisti del premio “Subiaco, città del libro”.

Quali sono le influenze che la società odierna può riversare nella scrittura?

La società odierna, che è una società di immagini e di documentazione diretta della realtà, spinge la scrittura a ricercare nuovi spazi, allontanandola dagli ambiti descrittivi classici. Oggi bastano pochi cenni per permettere al lettore di riconoscere situazioni e ambienti che gli sono già noti attraverso internet e i social. Inoltre, l’abitudine a fruire rapidamente delle informazioni, favorisce la diffusione di forme espressive più sintetiche (racconti brevi) e lo sviluppo di forme d’arte in cui la scrittura si integra con altre espressioni artistiche, come la creazione di audio e video-clip o di podcast, magari utilizzando espedienti tecnologici come per esempio i QR code. Questo non significa assolutamente che le forme tradizionali di scrittura siano superate ma che devono fare i conti con le novità offerte dalla tecnologia per sopravvivere e reinventarsi.

Che segno vuole lasciare con questo suo romanzo e nei lettori?

Con “La complicanza” ho voluto rappresentare il confine labile tra il bene e il male. Persone eccellenti possono macchiarsi di gravi colpe e avere la loro reputazione irrimediabilmente infangata, come, viceversa, persone mediocri possono ottenere dagli altri rispetto e ammirazione. Ed è questo gioco delle parti, questo groviglio di meriti e colpe che mi ha affascinato. Il protagonista non sa più chi è: se quel brav’uomo, diligente e onesto, che credeva di essere, oppure un delinquente.

 Che relazione c’è tra la scrittura e la società?

Credo che la scrittura sia una voce della società e che quindi ne faccia parte come tutte le altre forme di espressione artistica. Considero superato il dibattito sullo scrittore impegnato contrapposto a quello isolato nella propria torre d’avorio. Oggi più che mai lo scrittore è parte integrante della società, se non altro perché, come noi tutti, è immerso in quel flusso di informazioni e di interazioni che scorre attraverso internet e i social. Il problema per lo scrittore è, caso mai, quello di riuscire a preservare una propria originalità, un proprio sguardo critico, una propria autonomia in una società condizionata dal consumo e omologata dalla globalizzazione. In un mondo nel quale anche il libro tende a essere un prodotto di consumo lo scrittore deve essere capace, prescindendo dai propri interessi, di difendere la letteratura come voce artistica indipendente capace di far riflettere sui limiti e sulle contraddizioni della società di cui lui stesso è espressione.

 I suoi prossimi progetti?

Sto scrivendo una storia di tutt’altro genere. È quella di una donna che è nata durante la Seconda Guerra Mondiale e che ha vissuto gli anni del boom economico con speranze di pace, benessere e prosperità, che sono andate deluse. È un tema che sembra essere diventato drammaticamente attuale e al quale penso da diversi anni. Non voglio però anticipare nulla, anche perché, pur essendo abbastanza avanti nella stesura, non ho ancora le idee chiare su quale sarà la forma finale del libro.

Stefania P. Nosnan

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