La valutazione formativa

Scuola, Formazione & Università

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Uno dei problemi più diffusi  in una parte del corpo docente italiano,  che spesso diventa un limite insormontabile nella costruzione di relazioni umane anche fra colleghi, è l’autoreferenzialità,  escludente per propria natura, che porta alcuni a sentirsi portatori di una conoscenza onnisciente e a non lasciare spazio a quel sano dialogo ed al confronto da cui nasce la capacità di autocritica e la crescita formativa, culturale e morale.  Questi docenti, in genere più presenti nelle scuole superiori,  vivono arroccati su posizioni che poco o nulla lasciano al dialogo e al libero confronto con colleghi ed alunni, rimanendo legati ad una visione dell’insegnamento obsoleta e nozionistica che non tiene in nessuna considerazione le competenze trasversali ed  informatiche maturate dagli alunni e la loro capacità di strutturare autonomamente le loro conoscenze con l’ausilio della tecnologia.  In genere sono i docenti della sola lezione frontale, quelli che  piuttosto di sviluppare attività laboratoriali a scuola per valutare l’acquisizione dei processi cognitivi in itinere preferiscono caricare di compiti gli alunni per poi  vessarli se non li hanno eseguiti tutti;  anche l’errore per questa tipologia di docenti non ha valore formativo, ma diventa  solo l’occasione meccanica per una ulteriore valutazione negativa che inevitabilmente demotiva lo studente  facendogli acquisire quel frustrante pensiero dell’incapacità appresa ( “non sono capace, non ci riesco”), alla base dell’abbandono scolastico, purtroppo così diffuso nel nostro Paese anche per la mancanza di empatia e di un buon approccio da parte di alcuni insegnanti.  Se insegnare significa letteralmente lasciare un segno sicuramente il segno lasciato da questi docenti sarà profondamente negativo e verrà incamerato a vita dallo studente che ne è stato vittima.  La pedagogia dell’errore invece diventa fondamentale per spronare e sviluppare il dialogo ed il confronto tra pari attraverso attività di cooperative learning, sempre  monitorate dal docente facilitatore. Purtroppo il docente autoreferenziale, legato ad una metodologia e ad una visione obsoleta non attua queste metodologie didattiche  anzi tende a valorizzare il singolo ed a favorire una competizione poco sana che diventa ulteriore elemento di esclusione e  frustrazione.   E’ necessario promuovere l’apprendimento per gli studenti  attraverso un’attività di valutazione adeguata dove le informazioni sono volte a migliorare il lavoro di insegnamento e quindi le esigenze di apprendimento. Una valutazione diventa formativa in base al modo in cui sono usate le informazioni provenienti dalle singole attività. Quando le informazioni, estrapolate da una determinata valutazione (un problem solving, un quiz , un questionario aperto o saggio breve), sono utilizzate per monitorare l’apprendimento, per adeguare al contesto le proprie strategie didattiche, per dare un feedback agli studenti, allora si sta adottando una valutazione formativa. La valutazione formativa, quindi, non può prescindere dalle modifiche alla specifica strategia didattica che si deve sempre adeguare al contesto. Vi sono studenti ansiosi o timorosi e spesso l’emozione condiziona l’abilità cognitiva, l’insegnante non può rivolgersi a essi distinguendo il lato emotivo da quello cognitivo perché la personalità del giovane è un tutt’uno e quando non raggiungono i risultati voluti si scoraggiano, perdono la stima di sé e rifiutano tutti gli argomenti disciplinari. Al contrario, se riescono ad ottenere un ottimo risultato, come sostiene Mario Comoglio, la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità aumenta ed anche il rapporto con l’insegnante si apre alla fiducia. Il ruolo dell’insegnante ed il suo atteggiamento è fondamentale infatti se questi non entra in empatia sintonizzandosi con l’emozione dell’alunno, ma si concentra solo sulla dimensione cognitiva, l’allievo avrà solo sentimenti di estraneità e diffidenza verso il docente. Molti insegnanti riescono quasi per istinto a comprendere quale sia il reale approccio da tenere verso il singolo alunno grazie alle loro capacità di osservazione ed analisi, altri più rigidi e meno empatici chiudono le porte alla possibilità di una positiva interazione spesso proprio a chi, se opportunamente compreso e guidato riuscirebbe a dare risultati eccellenti; un questi casi si registra il concreto fallimento dell’azione educativa e a nulla serve che il docente sia preparatissimo nella sua disciplina, resterà una cassaforte inaccessibile. Per favorire e stimolare la partecipazione dell’alunno al dialogo educativo il docente deve ridimensionare il ruolo negativo dell’errore e porre in evidenza solo la valenza positiva quale momento per individuare la giusta procedura  magari insieme al gruppo classe, perché altri possono aver trovato le medesime difficoltà. Il docente è l’adulto, la guida a tutti i livelli: umano, disciplinare, metodologico, psicologico perciò deve dimostrare sempre di apprezzare l’impegno più che le doti naturali che hanno determinato il successo; il bravo insegnante discute sempre  dell’apprendimento con l’intera classe e spiega quali sono le finalità dell’apprendimento all’inizio di ogni unità di apprendimento e le modalità operative, anche all’inizio della singola lezione onde motivare l’alunno e far comprendere il senso di quel percorso.

La valutazione è formativa ed efficace quando gli alunni sanno con chiarezza quale competenza finale devono raggiungere e che ogni piccolo apprendimento è un passo avanti verso il conseguimento dell’obiettivo finale; inoltre gli studenti devo avere chiaro cosa si apprenderà, bisogna ripetere durante ogni  lezione ciò che si apprenderà e farlo ripetere, a modo proprio, agli alunni; è necessario accertarsi che i ragazzi conoscano  e comprendano i criteri di valutazione  e quali caratteristiche debba avere un lavoro ben fatto e promuovere la discussione di esempi che non hanno applicato i criteri richiesti. In particolare bisogna far capire che un processo di apprendimento adeguato deve essere monitorato costantemente per cui la valutazione è parte integrante del processo stesso, solo così si affermerà una nuova cultura della valutazione efficace, che non demotiva, né stressa gli alunni.

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