Twitter-Musk, che succede ora e perché il social rischia di diventare “merce danneggiata”

Economia & Finanza

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Nella lettera depositata venerdì alla SEC Musk ha annullato l’intesa da 44 miliardi di dollari per acquisire il social, perché avrebbe riscontrato una serie di violazioni dell’accordo da parte della compagnia.

di Alessio Nisi

AGI – Una lunga battaglia legale, sì, in cui a contendere c’è Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo e Twitter, il social dell’uccellino, che potrebbe avere la peggio.

Una guerra di logoramento in cui l’azienda (già in difficoltà finanziarie e con licenziamenti in corso) fondata da Jack Dorsey, già solo venerdì (il giorno in cui il miliardario sudafricano ha consegnato alla SEC le sue intenzioni sull’acquisizione) ha perso in borsa più del 5%.

E che succederà lunedì? Sentito da NBC News, Dan Ives, amministratore delegato e analista che copre il settore tecnologico di Wedbush Securities, società di investimento di Los Angeles, è convinto che il prezzo delle azioni di Twitter subirà danni significativi.

Non solo. Per l’analista, Twitter è un titolo che “vale 25 dollari. L’azienda è nel caos più puro – ha riportato la testata – le persone se ne sono andate in massa e ora i concorrenti si impossesseranno dei proventi della pubblicità” e  “sarà considerata come merce danneggiata da un altro potenziale acquirente”.

Dunque le previsioni del Washington Post erano centrate. Giovedì il quotidiano aveva dato la notizia che l’operazione da 44 miliardi tra Elon Musk e Twitter “era in pericolo” . Gli indizi? Il gruppo di Musk (il miliardario aveva chiamato in causa per questa operazione anche il co-founder di Oracle Larry Ellison, Sequoia Capital, la società di venture capital Andreessen Horowitz, Fidelity, Binance e la società di investimento statale del Qatar) aveva stabilito di non poter verificare il numero degli account spam di Twitter e che era pronto ad “un drastico cambio di direzione”.

Inoltre la squadra aveva “smesso di impegnarsi nelle discussioni sul finanziamento” per l’accordo. Tutto vero. Quali sono ora i possibili scenari?

I punti di partenza sono questi. Nella lettera depositata venerdì alla SEC Musk ha annullato l’intesa da 44 miliardi di dollari per acquisire il social, perché avrebbe riscontrato una serie di violazioni dell’accordo da parte della compagnia. “Twitter – si legge – non ha rispettato i suoi obblighi contrattuali” e non ha fornito le “informazioni commerciali richieste”.

Anche la posizione della società è molto chiara: “Ci impegniamo a concludere la transazione al prezzo e ai termini concordati con il signor Musk e intendiamo perseguire un’azione legale per far rispettare l’accordo di fusione. Siamo fiduciosi che prevarremo alla Delaware Court of Chancery”.

Concludere la transazione “al prezzo e ai termini concordati”: vuol dire che il Cda dell’azienda non può scendere (troppo) sotto i 54,20 dollari ad azione, perché correrebbe rischio di innescare una causa da parte degli azionisti di Twitter. Dunque, o le parti trovano un accordo stragiudiziale o sarà appunto il tribunale competente a decidere, appunto in Delaware.

Quindi Musk e Twitter potrebbero raggiungere un accordo stragiudiziale e Twitter potrebbe accettare una piccola modifica del prezzo di 54,20 dollari per azione per evitare contenziosi. Im ogni caso a stretto giro la società si rivolgerà al giudice competente, in Delaware, cui chiederà: Elon Musk ha o no violato “i suoi obblighi contrattuali”?

Musk ha firmato un accordo legalmente vincolante ad aprile per acquistare Twitter per 54,20 dollari ad azione. L’ accordo afferma che se una delle parti rompesse il patto, sarebbe tenuta a pagare una penale da 1 miliardo di dollari.

Non molto tempo dopo che l’accordo è stato raggiunto, Musk ha iniziato a ripensarci. A maggio, Musk ha dichiarato di aver deciso di sospendere la sua acquisizione di Twitter dopo aver valutato le affermazioni della società secondo cui circa il 5% dei suoi utenti attivi giornalieri monetizzabili sono account spam.

Venerdì gli avvocati di Musk hanno accusato Twitter di una “violazione sostanziale di molteplici disposizioni” dell’accordo e hanno affermato che la società ha fatto “dichiarazioni false e fuorvianti” sulla prevalenza di account falsi sulla sua piattaforma.

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