Eni, vola l’utile netto nel primo semestre. Descalzi: approvvigionamenti garantiti

Economia & Finanza

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Una prima parte dell’anno dominata dall’impegno messo in campo per garantire all’Italia la sicurezza delle forniture energetiche e che consente di aumentare la remunerazione degli azionisti, attraverso il rafforzamento del programma di buyback 2022 e il lancio di un nuovo piano di acquisto di azioni proprie da concludersi entro aprile 2023.

di Gianluca Maurizi

© MIGUEL MEDINA / AFP – L’ad dell’Eni, Claudio Descalzi

 

AGI – Eni archivia il secondo trimestre dell’anno con un balzo dell’utile netto adjusted a 3,808 miliardi di euro contro i 929 milioni dello stesso periodo del 2021. Il dato del primo semestre vola a 7,078 miliardi da 1,199 miliardi. Una prima parte dell’anno dominata dall’impegno messo in campo per garantire all’Italia la sicurezza degli approvvigionamenti enegetici e che consente di aumentare la remunerazione degli azionisti, attraverso il rafforzamento del programma di buyback 2022 e il lancio di un nuovo piano di acquisto di azioni proprie da concludersi entro aprile 2023.

Impegno per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti

“In un contesto di incertezza e volatilità dei mercati”, sottolinea l’ad Claudio Descalzi, “ci siamo attivati rapidamente per garantire nuovi flussi di approvvigionamento. Dopo gli accordi sulle forniture di gas con i nostri partner in Algeria, Congo ed Egitto nella prima parte dell’anno, a giugno Eni è entrata nel progetto North Field East in Qatar, il più grande sviluppo di Gnl al mondo. In Africa orientale, abbiamo avviato la produzione di gas del progetto Coral South Flng operato da Eni, il primo a valorizzare il grande potenziale del Mozambico. In Italia, ci siamo proattivamente impegnati nella ricostituzione degli stoccaggi di gas in previsione della prossima stagione invernale e le nostre raffinerie hanno aumentato significativamente i tassi di lavorazione per garantire un adeguato flusso di prodotti petroliferi per soddisfare la richiesta di mercato”.

L’Eni, rileva l’ad, ha “profuso il massimo impegno nel garantire la sicurezza degli approvvigionamenti energetici, continuando nel mentre ad attuare la nostra strategia di decarbonizzazione”. L’obiettivo, spiega una nota, è stato “assicurate fonti alternative di approvvigionamento di gas naturale all’Italia e all’Europa, facendo leva sulle alleanze strategiche dell’Eni, accelerando la crescita di una componente chiave della strategia di lungo termine di Eni costituita dal ruolo crescente del gas equity”.

Le iniziative intendono conseguire fino a 20 miliardi di metri cubi di forniture alternative di gas entro il 2025, coprendo effettivamente il 100% delle importazioni annue di gas russo.

Aumenta la remunerazione degli azionisti

“I solidi risultati conseguiti e l’aggiornamento delle nostre previsioni sul mercato di riferimento”, annuncia Descalzi, “ci consentono di migliorare la remunerazione degli azionisti aumentando il programma 2022 di acquisto di azioni proprie a 2,4 miliardi”. Non solo: in esecuzione dell’autorizzazione conferita dall’assemblea degli azionisti dell’11 maggio scorso, il consiglio di amministrazione ha anche approvato un nuovo programma di buyback da realizzarsi entro aprile 2023, che prevede un esborso minimo di 1,1 miliardi, incrementabile fino a un massimo di 2,5 miliardi in funzione dell’andamento dello scenario.

Descalzi, costante attenzione a efficienza e costi

I risultati finanziari conseguiti, sostiene ancora Descalzi, “sono sostenuti dalla costante attenzione all’efficienza e al controllo dei costi. L’Ebit adjusted del Gruppo nel trimestre è stato di 5,8 miliardi trainato dai business E&P e R&M; l’utile netto adjusted è stato di 3,8 miliardi. Con un flusso di cassa adjusted di 10,8 miliardi abbiamo finanziato investimenti organici per 3,4 miliardi e la politica di distribuzione dell’intero anno”.

Ipo Plenitude rimandata ma resta nei piani

“In Plenitude, il programma di espansione della capacità di generazione da fonti rinnovabili prosegue verso l’obiettivo di superare i 2 GW entro la fine dell’anno; date le condizioni di mercato, l’Ipo è stata rimandata ma rimane nei nostri piani”, fa sapere Descalzi.

Produzione ed esplorazione

Il segmento E&P ha conseguito un Ebit adjusted di 4,87 miliardi nel secondo trimestre 2022, in crescita sequenziale dell’11% e più che raddoppiato rispetto al secondo trimestre 2021, catturando appieno il miglioramento dello scenario. La produzione del trimestre è stata pari a 1,58 milioni di boe/giorno, in calo dell’1% rispetto al trimestre precedente per effetto della forza maggiore principalmente in Libia, Nigeria e Kazakhstan.

Gas, raffinazione e Versalis

Dopo un robusto primo trimestre grazie al contributo del business Gnl e della flessibilità del portafoglio, il settore Ggp ha conseguito il break-even nel secondo trimestre, per effetto della normale stagionalità del business. Il business R&M ha conseguito risultati molto positivi, registrando un Ebit adjusted di 979 milioni trainato dal significativo rialzo dei margini di raffinazione, ma con prestazioni migliori dello scenario grazie al maggiore tasso di utilizzo degli impianti, all’ottimizzazione delle produzioni, alle azioni di efficienza per ridurre il consumo di gas naturale, nonostante maggiori costi sostenuti per sostituire il greggio russo nei processi di lavorazione delle raffinerie.

Nonostante l’aumento dei costi delle materie prime petrolifere e l’andamento dei costi delle utilities industriali indicizzate ai prezzi del gas, il business della chimica, gestito da Versalis, ha conseguito un risultato positivo di 125 milioni nel secondo trimestre, rispetto alla perdita di 115 milioni del primo trimestre 2022, grazie alle iniziative di efficienza e di ottimizzazione dei volumi di produzione.

Plenitude e Power

Nel secondo trimestre Plenitude (che include il business retail, renewable & mobilità elettrica) ha conseguito l’Ebit adjusted di 112 milioni (+58% vs. trimestre 2021) per effetto delle maggiori produzioni di energia elettrica rinnovabile e dei maggiori prezzi di vendita all’ingrosso, nonché della gestione attiva della base clienti confermando la resilienza del nostro modello di business integrato.

Il business Power ha conseguito un Ebit adjusted in riduzione (-24% vs. trimestre 2021) per effetto dello scenario meno favorevole, parzialmente compensato dai maggiori proventi da servizi (capacità e dispacciamento). Finalizzata a fine luglio la cessione del 49% del business ad azionisti di minoranza con un incasso in quota Eni di 0,55 miliardi.

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