Il Bari tra la Legge di Murphy ai disservizi

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Ci sono, nella vita quotidiana, delle leggi non scritte di cui tutti noi facciamo fatica a comprenderne la ratio ma che appaiono tutte abbastanza puntuali, chiare ed inappuntabili.

Ad esempio, è facile essere spettatori di casi in cui, quando si è in auto, capita, magari ad un incrocio, di fermarsi per far passare un pedone incerto se attraversare la strada. Ecco, è proprio in questi casi che emerge la nota Legge di Murphy le cui dinamiche prevedono che il pedone, fintanto che l’auto sta ferma per farlo passare, non si muoverà, ma appena l’auto accenna a ripartire, il pedone deciderà di attraversare anche lui. E’ un classico, ma di esempi se ne potrebbero fare a bizzeffe.

Sicché ieri, puntuale come un orologio svizzero, tutti noi abbiamo potuto assistere all’altra classica Legge di Murphy: accade, infatti, che quando allo stadio, a Bari, si crea entusiasmo, “priscio”, quando le speranze superano le aspettative, quando allo stadio decidono di andarci in 35-40-55 mila con un numero di spettatori almeno doppio rispetto alla media degli spettatori delle partite normali, è proprio in questi casi che la vittoria non arriva mai. I giocatori possono metterci tutto l’impegno possibile, possono sedersi i migliori allenatori in panchina, si può rimettere a nuovo tutto lo stadio, se ne può costruire un altro più al passo coi tempi, ma per un’imperscrutabile disegno del destino a cui neanche l’ottimo Piero Angela ha saputo dare una spiegazione razionale, la vittoria non arriverà mai. Inutile affannarsi in recriminazioni, le leggi avverse della natura umana vanno accettate.

Una gara, quella di ieri, dal profumo di serie A. E si, perché quella tra Bari e Palermo, due nobili del calcio italiano, è stata una partita decisamente bella e godibile sotto tutti gli aspetti anche se non priva di errori, bella sia in campo che sugli spalti dove oltre 35 mila persone hanno creato quell’atmosfera tipica di spettacoli di categoria superiore, grazie anche al rinnovato San Nicola almeno in qualche parte dello stesso. E si, perché non sono state tutte rose e fuori, come suol dirsi, ci sono da evidenziare molte, forse troppe, cose che non sono andate nel verso giusto. Molti i limiti, i disagi e disservizi venuti fuori ieri sera stando alle numerose lamentele dei tifosi che dopo la gara, ieri sera, hanno subissato i social.

Ed in effetti, sono molte le cose a cui dare una riguardata a cominciare dalle porte insufficienti, con le solite immancabili code chilometriche che si creano in questi casi con così poche porte aperte, e ieri ha pure piovuto ad un certo punto e i disagi si son fatti più duri e difficili. Poi i bagni: scrivono i tifosi che in tutti i bagni sono stati riscontrati sporcizia e mancanza di pulizia, davvero un colpo al cuore per chi ne avrebbe dovuto usufruire. Poi c’è da evidenziare la mancanza d’acqua negli stessi bagni riscontrata da un tifosi di curva sud, anche se, probabilmente, mancava dappertutto. Quindi i parcheggi e della viabilità, solita nota dolens che da decenni torna a galla, puntuale, in ogni gara dove gli spettatori superano gli standard dei dieci-quindicimila. Parcheggi insufficienti, con auto parcheggiate lungo la tangenziale, sulle curve e sui bordi delle strade, con molti tifosi entrati nello stadio dopo mezzora di gara ed altri dopo il primo tempo. Insomma qualcosa di assurdo che il terzo stadio più capiente d’Italia non dovrebbe offrire.

Infine due parole sullo stadio. Bella l’illuminazione, i giochi di luce, anche se gli spalti sono apparsi “spenti” rispetto alle luci precedenti ma il led è così, dunque, occorrerà farsene un’abitudine. Molto bello il terreno di gioco che finalmente garantisce lo svolgimento della gara in maniera più sciolta e lineare senza dimenticare il bel colpo d’occhio offerto, cosa che non accadeva da anni. Speriamo che rimanga sempre verde soprattutto nelle aeree dei portieri dove, in genere, tende a diventare marrone. Bella anche la rinnovata sala stampa all’interno dello stadio, ben curata e rimodernata, belli anche gli spazi nuovi ricavati nella “pancia” del San Nicola visibili, però, a noi addetti ai lavori.

Ma non tutto nello stadio brilla. Si era parlato di una ristrutturazione della tribuna stampa che da decenni, ormai, versa in condizioni allucinanti, con sedili rotti, pavimenti crollati, desk sporchi e scoordinati (a dire il vero ieri erano puliti), ferri di vario tipo che fuoriescono qua e là, insomma, a vederla sembra una tribuna stampa abbandonata a se stessa. Perché non si è pensato a rimodernarla nei tempi? Crediamo che, forse, anche la tribuna stampa avrebbe dovuto avere priorità rispetto ad altri accorgimenti perché lassù si lavora per descrivere le gesta della squadra, mica per tifare, oltre al fatto che non si fa una bella figura coi colleghi delle altre squadre ospitati al San Nicola. Noi abbiamo visto tante tribune stampa nei vari stadi d’Italia di A e di B e tutte, sebbene alcune datate, hanno offerto ogni comfort, dalla stabilità ad una postazione comoda e spaziosa, passando ad una buona organizzazione tecnica. Poi in tribuna stampa ad un certo punto va via la linea internet ed i cellulari vanno in tilt e questo è un problema atavico non certo da imputare alla dirigenza attuale, ma in serie B crediamo che qualcosa, in merito, debba essere cambiato se vogliamo essere tutti da serie B. Se nello stadio si sono viste queste lacune, si fa fatica a credere in una squadra dagli obiettivi prestigiosi. Un’organizzazione discutibile che lascia tutti alquanto perplessi. A tantissimo impegno dell’amministrazione comunale per rimodernare l’astronave deve corrisponderne altrettanto da chi gestisce l’impianto. Ed è un vero peccato perché ci sono dei particolari che hanno fatto crescere di livello tutto l’ambiente, a cominciare dalle suddette novità finendo al VAR che ieri ha fatto giustizia nel caso dell’espulsione del giocatore del Palermo, caso che in serie C, statene certi, non sarebbe stato risolto palesando la solita ingiustizia. Ed avere il VAR a bordo campo è sinonimo di crescita, di prestigio, di categoria superiore, e pertanto attorno a questa opportunità occorre crescere e colmare tutte le falle venute fuori ieri sera.

Che senso ha avere le luci a LED, il VAR, un terreno ultima generazione, una buona organizzazione nella vendita die biglietti e degli abbonamenti se poi ci sono i bagni rotti, senza acqua, una tribuna stampa fatiscente e i disservizi dei tornelli e dei parcheggi? Tutto l’ambiente, abituato a questo annoso scempio, si era convinto che qualcosa sarebbe cambiato con questi solidi e seri imprenditori, ed invece i soliti problemi permangono. Davvero una organizzazione non all’altezza di una piazza da oltre 35 mila spettatori, elevabili anche a 55 mila in casi molto particolari coma accadde con l’Empoli una decina di anni fa, segnale che deve far riflettere se vogliamo diventare una piazza prestigiosa, si spera europea, diversa dalle precedenti dove si viveva di improvvisazione. E’ fuori dubbio che le responsabilità non siano tutte della società, probabilmente c’è lo zampino delle autorità e forze dell’ordine competenti, però a tantissimo impegno dell’amministrazione comunale per rimodernare l’astronave deve corrisponderne altrettanto da chi gestisce l’impianto all’interno e all’esterno. Altrimenti il rischio è quello di non vedere più 35 mila persone e che nessuno, poi, si lamenti. Occorre coccolarli e non allontanarli.

Massimo Longo

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