Il Dipartimento della Giustizia USA ha impedito il rilascio dei documenti del Russiagate

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Il Dipartimento di Giustizia ha assunto provvedimenti ingiustificabili, vuole impedire al popolo americano di prendere visione dei documenti declassificati dal presidente Trump, relativi all’inchiesta del Russiagate.

Fu l’inchiesta perorata dai Democratici per accusare Mosca di ingerenza nelle elezioni presidenziali del 2016, vinte da Trump.
I numerosi documenti, nel gennaio 2021, furono declassificati dal presidente Trump, con l’intento di denunciare all’FBI gli abusi subiti dal presidente stesso e dalla sua cerchia ristretta durante le elezioni presidenziali del 2016.
Il Dipartimento di Giustizia, appena appresa la notizia dall’ex capo dello staff della Casa Bianca, Mark Meadows che Trump poche ore prima di lasciare l’incarico il 20 gennaio 2021, ha declassificato il 19 gennaio 2021 un classificatore contenente centinaia di documenti sensibili dell’FBI, ha intimato con un provvedimento, l’embargo dei documenti declassificati per motivi di privacy. Nei documenti si evince come il Dipartimento di Giustizia, sia ricorso ad informatori e mandati FISA (Foreign Intelligence Surveillance Act – Corte di sorveglianza dei servizi segreti stranieri sul suolo americano), con l’obiettivo di monitorare la campagna elettorale di Trump. I DEM hanno presentato indizi al fine di ottenere l’apertura di una inchiesta finalizzata alla richiesta di impeachment per il presidente Trump.

I documenti sensibili contenuti nel classificatore contenevano trascrizioni di intercettazioni effettuate dall’FBI allo staff ristretto di Trump, una copia declassificata finale del mandato FISA approvato da un tribunale dell’intelligence, e gli ordini di incarico e i rapporti sulle due principali fonti umane riservate, Christopher Steele e Stefan Halper, (il Bureau utilizzato per indagare se Trump avesse ricevuto aiuti dalla Russia per vincere le elezioni del 2016).

L’inchiesta di Robert Mueller su Trump e il suo staff ristretto, non ha evidenziato collusione con Mosca, nonostante la candidata Hillary Clinton abbia ordinato la diffusione di una fake news, su una un’affermazione escogitata per colpire il candidato presidente Trump.

La fake news riguardava i rapporti tra lo staff di Trump e una banca russa

I documenti declassificati da Trump, sono stati immediatamente bloccati dal Dipartimento di Giustizia su pressione dei DEM.
L’ex Capo Staff della Casa Bianca Mark Meadows, non si è attenuto scrupolosamente alle disposizioni del Presidente Trump sul rilascio dei documenti classificati. Si è mosso male e con ritardo, dando il tempo necessario al Dipartimento di Giustizia di bloccare l’uscita degli scottanti documenti. Lo stesso Meadows si è risentito per il rifiuto del Dipartimento di Giustizia
di rendere pubblici i documenti declassificati da Trump. Non ha capito che doveva muoversi di anticipo, come gli era stato chiesto dal presidente Trump. Il presidente avrebbe voluto mettere a conoscenza del popolo americano, la carognata commessa nei suoi confronti e in quella del suo staff dai DEM.

Se quei documenti un giorno verranno resi pubblici, speriamo prima delle elezioni di midterm dell’otto novembre, dimostreranno che le accuse dei Democratici del Congresso si basavano su dichiarazioni infondate, e chi ha costruito il castello di menzogne, sarà giudicato per le accuse sbandierate contro l’ex presidente Donald Trump.

Maurizio Compagnone
Analista

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