Costume e società: di tutta l’erba un fascio

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Il grande problema sociale di questi anni è la droga, ampiamente diffusa in tutte le fasce d’età.

I numeri ci dicono che in Italia sarebbero circa 393.000 le persone  con problemi di dipendenza da droga con una percentuale  del 10 per mille; con questi numeri il nostro paese è secondo solo al Regno Unito dove sarebbero il 10,1 per mille della popolazione.  I dati  forniti dall’analisi delle acque reflue ci dicono che le sostanze più consumate in Italia sono la cannabis e i suoi derivati, la cocaina e l’eroina mentre il consumo di  metanfetamina, ecstasy e amfetamina è di molto inferiore. I dati più certi sono quelli che provengono dal rapporto sulle tossicodipendenze relativi al 2020 riguardanti le persone assistite dai Servizi pubblici per le Dipendenze; da questi è emerso che l’86% dei pazienti sono maschi, l’eroina è la sostanza più usata dai pazienti in trattamento, inoltre le classi di età più frequenti sono comprese tra i 35 e i 54 anni.  In base alle rivelazioni relative al 2017 un terzo della popolazione italiana, tra i 15 e i 64 anni, ha fatto uso di droga almeno una volta nella sua vita. Ma il dato allarmante è che sono i giovanissimi ad avvicinarsi al mondo della droga, gli adolescenti sono stati 65 mila nel 2021 ad avere usato le pericolose droghe sintetiche delle quali non tutti gli effetti si conoscono, infatti si tratta delle NSP, le nuove sostanze psicoattive che comprendono principi attivi considerabili legali perché non sono state ancora iscritte nelle tabelle ministeriali delle sostanze stupefacenti.  Purtroppo i giovanissimi fanno molto uso anche di alcol senza che vi sia un effettivo controllo da parte del barista sull’età del cliente, molto limitato sembra essere il controllo da parte delle forze di polizia nei locali di ritrovo, ma a quanto sembra neanche da parte dei genitori che consentono a figli minori di stare fuori anche a tarda notte con una chiara culpa in vigilando. Tra i giovani di età scolare molto in uso è anche la nicotina e la cannabis. Preoccupante è il notevole utilizzo di droga tra i venticinquenni. Da questo quadro generale è emerso che nel prossimo futuro il problema delle tossicodipendenze assumerà dimensioni ancora più allarmanti, è un dramma sociale che interessa tutte le fasce d’età per cui si rende quanto mai urgente l’intervento dello stato e di tutti gli educatori e formatori, nonché dei mass media con opportune campagne di sensibilizzazione ed interventi a tutti i livelli. Purtroppo oggi non solo non se ne parla, come se il problema non esistesse, ma anche la stessa famiglia  e la scuola non preparano in alcun modo i giovani facendo conoscere il problema per evitarlo; vi è una sorta di apatia ed indifferenza a tutti i livelli; ed intanto la gente muore. Il problema è molto grave dal momento che l’uso di droga provoca danni gravi al normale funzionamento cerebrale, altera le percezioni, i pensieri e in particolare colpisce la capacità di memorizzare e ricordare; questi effetti negativi si accrescono notevolmente se l’uso di droghe avviene in persone giovani perché il loro cervello è ancora in fase di maturazione. Uno degli effetti più gravi indotto dalle droghe è la schizofrenia ossia la pazzia vera e propria che non può essere curata. Questi esiti negativi per la sanità pubblica sono un grande dispendio di risorse economiche e soprattutto umane a tutti i livelli perché viene a mancare una fetta di giovani attivi ed operativi nella società. Purtroppo un grande lassismo si è diffuso ovunque e chi dovrebbe sorvegliare non sorveglia, chi dovrebbe proteggere non protegge, chi dovrebbe agire non agisce e quando le forze dell’ordine  arrestano i trafficanti di droga, questi vengono rimessi in libertà dai giudici dopo poco tempo.  Sembra che l’Italia sia diventata un nuovo Far West  dove, ostentando e promuovendo legalità, non c’è né sicurezza né giustizia. Si devono smuovere le coscienze sociali e civili ed in particolare quelle di chi governa, che devono pretendere misure severe da parte dei giudici, demolendo con urgenza quella convinzione che sembra diventata la regola, imposta dagli stessi indebitamente, che nulla si può e si deve pretendere dai magistrati.

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