Ivan Schiano ed i suoi mille scatti d’autore

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IVAN SCHIANO, IL FOTOGRAFO DEI VIP.

Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger, ha intervistato, oggi, per noi di “Corriere Nazionale” il fotografo freelance Ivan Schiano.

Vedute, paesaggi sono il risultato di una professionalità acquisita nel tempo e temperata da una viva passione. Ma i soggetti di Ivan, fotografo professionista, sono variegati. Il suo occhio ed il suo obiettivo si concentrano su un duplice soggetto; volti di gente comune e di personaggi noti dello spettacolo, celebri artisti in ambito musicale, cinematografico, letterario, del teatro e della televisione.

“Ricerco nel soggetto fotografato i tratti più intimi della sua personalità ed anche del suo talento”.

INTERVISTA

ILARIA – Benvenuto Ivan sul CORRIERE NAZIONALE. Un grande onore averti nostro ospite. Direi di iniziare la nostra conversazione partendo da questa primissima domanda. “Fare una fotografia vuol dire allineare la testa, l’occhio e il cuore. È un modo di vivere”, affermava Henri Cartier Bresson, soffermandosi sull’elemento, oltre che emotivo, anche professionale ed empatico che il fotografo deve necessariamente possedere per realizzare un ritratto. Per te che da molti anni hai il privilegio di avere tra i tuoi soggetti, oltre ai paesaggi e ai soggetti naturali, anche illustri personalità del mondo dello spettacolo, del cinema e delle arti, questo enunciato è doppiamente valido. Con che metodologia e soprattutto con quale empatia hai intrapreso questo percorso?
IVAN – Sono pienamente d’accorso con il pensiero di Henri Cartier Bresson; aggiungerei che, oltre a essere un modo di vivere, la fotografia è un sentire. La fotografia è stata una conseguenza delle mie passioni; fin da bambino ero attratto dal bello.

ILARIA – Eseguire una fotografia sia di un personaggio celebre che di una persona comune, equivale a coglierne la personalità, scorgerne le abitudini e le sensazioni che essi prediligono. Ciò può significare un vantaggio e uno svantaggio quando si tratta di immortalare celebrità, di cui si possono già conoscere atteggiamenti o lati del carattere; il fotografo attento però va oltre il sentito dire. Nella tua giovane carriera, quali tratti preferisci evidenziare di una celebrità attraverso la tua fotografia?
IVAN – Nell’eseguire una fotografia, che si tratti di una persona comune o di un divo, il mio approccio è relativamente simile poiché il mio interesse è rivolto non solo alla parte esteriore, fisica, ma anche interiore. Per questo motivo, soprattutto con artisti o personaggi di ogni genere, sono solito incontrarli prima perché è prioritario ascoltarli, capire, percepire. Non voglio ritrarre solo il personaggio ma in contemporanea voglio ritrarre la persona. Mi servo della mia sensibilità affinché possa conquistare la loro fiducia e creare quell’empatia utile per realizzare le mie immagini.

ILARIA – Registi, attori, cantanti, modelli e modelle, anche politici. Talenti, bravura, fascino, carisma e intellettualità; e tanti tipi di bellezza, dall’eleganza all’erotismo. Di quale tecnica o approccio ti avvali per realizzare un ritratto per rendere eterno un personaggio?
IVAN – Non ci sono due persone fotografabili nella stessa maniera; ognuno ha il suo stile e la sua personalità e il mio compito è di esaltarne la bellezza, l’intelligenza, la sensualità, la simpatia. Se l’approccio è identico, la messa in opera per rendere eterna una foto è molto diversa a seconda che sia un volto, un corpo o un abito; elementi diversi che richiedono una diversa preparazione.

ILARIA – Secondo te a quale altra arte può essere accostata la fotografia?
IVAN – La fotografia è di per sé un’arte visiva in quanto si contempla, ma io ci vedo anche qualcosa di letterario, ad esempio quante volte si dice questa foto spiega più di mille parole? La fotografia si è evoluta tantissimo.

ILARIA – Raccontaci com’è stata la tua carriera, qualche soddisfazione speciale?
IVAN – Il 10 novembre 2018 ho ricevuto da Stefano Tomà il premio “Cristoforo Colombo” come artista dell’anno a La Spezia, nel palazzo del governo nel settore tv e spettacolo. Sono tanti gli artisti che l’hanno ricevuto: Cristina D’avena, lo chef Cracco, Gianni Morandi o Lorenzo Jovanotti. Sei mesi dopo lo stesso personaggio mi ha premiato ancora come “ambasciatore della Regione Piemonte”.

ILARIA – Quali passi hai mosso in questo settore?
IVAN – Nel 2019 ho creato un format su un’idea di Massimo Moletti, intitolato “Faccia d’artista”. Abbiamo registrate ben 28 puntate, andate in onda due alla volta su Telemilano settimanalmente. Abbiamo intervistato tanti volti importanti da Gatto Panceri ad Elisabetta Viviani, da Guido Palma a  Diego Cammilleri, e molti altri. Sempre nel 2019 a Perugia ho realizzato il mio primo streaming con l’amico Claudio Marchini alle riprese e la nipote Xheni Sona. Si trattava di un collegamento tra Italia ed il Brasile: abbiamo contattato medici e archeologi per avere informazioni sul disboscamento in Amazzonia anche con l’aiuto di Sandra De Jesus, presidente dell’associazione U.B.A.I (unione brasiliani abitanti in Italia ), di cui sono vice presidente. Alla fine di questo periodo di pandemia vorremmo andare a fare un documentario entrando nelle foreste amazzoniche per incontrare delle tribù indios, non ancora entrate in contatto con la nostra civiltà.

ILARIA – Recentemente, che sviluppo ha avuto la tua attività?
IVAN – Nel 2021 mi ha chiamato Diego Cammilleri per partecipare al casting per il film “Lupo Bianco”, tratto dalla storia vera dell’avvocato Carlo Olmo, che si svolge nel periodo pandemico. Olmo ha donato migliaia di mascherine agli ospedali e RSA. Il film ha vinto il premio Starlight International Cinema Award, e oggi è visibile sulla piattaforma di Amazon Prime. Il protagonista è Sebastiano Somma. Oltre alla fotografia mi occupo della regia di vari video destinati all’ambito della comunicazione. Shooting con modelle internazionali, paesaggi mozzafiato ed animali, sono solo una parte del mio mondo dorato. La macchina fotografica è stata la mia prima passione fin da piccolo.

ILARIA – Ed il 2022?
IVAN – Ho progetti con vari cortometraggi che per mia fortuna sono piaciuti e resi visibili anche al Festival di Venezia 2022 per la biennale. Il primo che ho portato è stato “Vacanze sul Meschio”, realizzato con l’aiuto della sceneggiatrice Alessia Toffoli e la produzione del padre Thomas Toffoli. Le riprese e l’intero montaggio sono miei. Con me avevo la modella Nysha Dural, arrivata seconda alle selezioni regione Friuli Venezia Giulia per Miss Italia, che indossava uno splendido abito sartoriale realizzato con cura dallo stilista Andrea Ubbiali. In tale occasione ho potuto fare con lei una foto ricordo sul prestigioso red carpet, (ringrazio Umberto Garibaldi del magazine “Red Carpet” per avermi accreditato e permesso di salire sul prestigioso tappeto).

ILARIA – Il secondo cortometraggio invece?
IVAN – È nato da un’idea di Diego Cammileri dopo aver letto il libro della una sua amica Lolita Aversano, intitolato “Connessione con l’aldilà”. Mi ha chiamato e chiesto di occuparmene. In breve abbiamo realizzato il tutto e spedito al Festival Corti Sul Mare di Terracina dove è stato proiettato insieme ad altre opere, cosa della quale ringrazio l’autore e direttore artistico Ovidio Martucci. La storia narra della morte di una nonna e della ricerca da parte della nipote di un modo per parlare coi defunti.

ILARIA – E più recentemente?
IVAN – L’ultimo progetto non è un corto, ma un thriller horror dal titolo “Pandemic 2020”, a cui stiamo lavorando insieme ad Emilio Perrone, che lo ha scritto e lo dirige, mentre io sono il direttore della fotografia e Barbara Locci è a segreteria di produzione. La storia si svolge nel 2032, c’è ancora il virus che conosciamo bene, ma non vi sono più molte persone, solo qualche scienziato che tenta di trovare la cura per la moglie di un personaggio cattivo. Alla fine però la soluzione finirà nelle mani di un dipendente che la ruberà.

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CORRIERE NAZIONALE 2022  © Copyright Office

In foto Ivan Schiano

GALLERIA FOTOGRAFICA

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