L’importanza di credere nelle favole. Intervista a Maia

Arte, Cultura & Società

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A cura di Mariangela Cutrone

Credere nelle favole” ci consente di vivere la vita con le sue traversie e incertezze con una marcia in più. È ciò che ci insegna la scrittrice Maia con il suo romanzo “L’amore sta bene su tutto, edito da Newton Compton. Una storia che fa sognare ad occhi aperti e al tempo stesso sorridere, ambientata ai giorni d’oggi con protagonista Aria, una trentenne che sogna di diventare una stilista di successo ma che ha poca fiducia in sé stessa e nel suo talento nascosto e che spera che da un momento all’altro arrivi il suo “principe azzurro” in grado di salvarla dalla sua vita da precaria in una Milano caotica che non ti pedona se non sei al passo con i suoi ritmi frenetici.

Quando Aria incontrerà Massimiliano un giovane docente universitario, appartenente ad una famiglia benestante milanese la sua vita cambierà improvvisamente. Si ritroverà a dover stare a contatto con questo uomo perfettino e intransigente per diventare la sua domestica. Durante quei mesi di “convivenza forzata” Aria imparerà a mettersi in gioco e ad accettare sfide impreviste come quella di organizzare una sfilata per le sue amiche. L’attrazione nei confronti di Massimiliano si intensificherà sempre più nonostante le loro differenze caratteriali e sociali. Numerosi saranno gli ostacoli che Maia incontrerà sul suo cammino ma non si perderà d’animo grazie all’amicizia della sua amica Federica che le infonderà tanto coraggio e sostegno.

Un romanzo che si leggere tutto d’un fiato quello di Maia. Inevitabilmente il lettore si ritroverà a fare il tifo per lei. Il suo personaggio è così reale perché autentico e simpatico. Una storia romantica e spassosa al tempo stesso su quanto l’amore è in grado di dare un senso alle nostre esistenze e su quanto sia importante credere nei propri sogni e rimboccarsi le maniche per renderli concreti e su quanto abbia valore essere sé stessi e in coerenza con i propri ideali e principi anche in situazioni in cui è difficile affermare le proprie idee.

Dell’importanza dei sogni e delle favole nella nostra esistenza conversiamo piacevolmente con Maia in questa intervista.

L’amore sta bene su tutto è una vera e propria favola ambientata ai giorni nostri. Quanto è importante credere nelle favole secondo te?

 

Ogni giorno la vita ci mette davanti ostacoli da affrontare. Credere nelle favole è fondamentale per contrastare le negatività. Sognare ci rende vivi, e i romanzi possono essere un valido strumento per farlo.
Come diceva Robert Kincaid in I ponti di Madison County: «I vecchi sogni erano bei sogni. Non si sono avverati, comunque li ho avuti».

Al giorno d’oggi ha ancora senso per una donna credere invece nell’arrivo del “principe azzurro” come accade ad Aria, la protagonista del tuo romanzo?

Sì, perché è l’amore a dare senso alla nostra vita. E questo vale per uomini e donne, in egual misura. Non bisogna cercare il principe azzurro per colmare dei vuoti o perché la società ancora biasima le donne single dopo i trent’anni, ma perché per tutti gli esseri umani è importante trovare un compagno di vita. Preferisco chiamarlo così; il principe azzurro non esiste, così come il Massimiliano del mio romanzo è tutto tranne che il ritratto della perfezione.

L’amore ci completa, è quell’elemento che unisce i puntini distanti e a volte sconclusionati della nostra vita. Ci regala una tavolozza con cui colorare le nostre giornate.

 

Gli opposti si attraggono davvero?

 

Sì, ma credo che la loro formula sia valida solo per le prime fasi dell’innamoramento. Ciò che rende una relazione duratura, in realtà, sono gli interessi in comune e il desiderio di condividerli.

Colpisce l’ironia con la quale racconti le vicende vissute da Aria. Quanto è importante l’ironia nel quotidiano?

Fondamentale! La vita talvolta è così difficile che spetta all’ironia salvarci.

 

L’amore sta bene su tutto ci insegna a lottare fino in fondo per i propri sogni, passioni e ideali come accade ad Aria e alla sua amica Federica. Un consiglio che daresti a chi non ha la forza e il coraggio di affermare le sue idee.

Trovare il proprio sogno, unico e autentico. Un obiettivo per cui valga la pena di combattere nonostante tutto e nonostante tutti.
Spesso sono proprio le frustrazioni che gli altri ci riversano addosso a impedirci di andare avanti nella nostra ricerca.
Il mio consiglio è quello di non lasciarsi mai abbattere.

 

C’è un personaggio al quale sei particolarmente affezionata e perché?

 

Assolutamente Federica, che nel mondo delle Drag Queen è conosciuta come Regina Butterfly. Lei è l’esempio lampante di cosa significhi lottare per inseguire i propri sogni.
Crescendo si rende conto di sentirsi scomoda nelle vesti di un uomo. Così inizia un percorso di transizione, in atto durante lo svolgimento del romanzo, che la porterà ad affrontare lo scoglio più grande di tutti: rivelare ai propri genitori che Federico, il loro unico figlio, ora si chiama Federica, Drag Queen di un famoso locale queer di Milano.

 

Cosa si prova a passare dall’autopubblicazione ad avere un contratto con una nota casa editrice come la Newton Compton?

 

Di certo è stata una grande occasione per estendere il mio pubblico di lettori; inoltre, ho avuto la possibilità di delegare molto lavoro a professionisti, come l’editing o la creazione della copertina. Di sicuro c’è minore libertà su alcune decisioni, che prima prendevo in totale indipendenza, ma di certo rifarei ancora l’esperienza con la casa editrice Newton Compton.

 

A chi consigli la lettura del tuo libro?

 

A chi è in cerca di un sorriso, a chi ama le protagoniste buffe e combina guai come l’amata Bridget Jones, e a chi desidera immergersi nella lettura di una storia romantica e divertente.

 

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