Taranto – Il 27 ottobre si presenta “Il dolore è il principio di ogni uman genere” di Giovanni Battafarano

Arte, Cultura & Società

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Il Settecento brilla per l’impulso che ha dato al mondo in tutti i campi, fino a rendere tutto il secolo successivo ricco delle suggestioni del romanticismo e del boom di arte, musica e letteratura.

Noi ne subiamo il suo fascino proprio perché il momento attuale, dopo il tempo sospeso della pandemia, il ritorno del despotismo guerrafondaio degli zar, bambine uccise perché non cantano al dittatore religioso, ci portano verso una decadenza dell’etica umana.

Questa premessa per parlare del libro: “Il dolore è il principio di ogni uman genere” il pensiero estetico di Pietro Verri

Prefazione di Riccardo Pagano e postfazione di Giacomo Fronzi  edito da Casa del Libro  In margine tutti i dati della presentazione del libro.

Abbiamo intervistato il suo autore: Giovanni Battafarano, già sindaco del Comune di Taranto e più volte parlamentare.


 

Scopriamo, dalla lettura della premessa del prof Riccardo Pagano, che si tratta di una pubblicazione riveduta e corretta della sua tesi di laurea del 1965, operazione che lui definisce “culturalmente ardua, ma stimolante e gratificante” Tuttavia lei parla di “debito verso Verri”. Come stanno le cose?

 

Dopo la laurea, avrei voluto proseguire gli studi su Verri per arrivare ad una pubblicazione. Aspiravo allora ad una carriera universitaria. Non avevo fatto i conti con il Sessantotto, con l’emergere di una forte passione politica che mi ha impegnato al Comune di Taranto, in Parlamento, al Governo, in vari incarichi nazionali e locali. Il lockdown di due anni fa mi ha offerto il tempo necessario per riprendere quell’antico progetto. Ho consultato la bibliografia degli ultimi decenni su Verri, che ho trovato molto suggestiva e ho rifatto l’antico lavoro. Spero che il debito con Verri sia così ripagato.

Senza addentrarci nella grande rivoluzione dell’Illuminismo, tentando un approccio col presente, quale messaggio ci arriva da Verri sul fronte della politica e della pedagogia in questo periodo di decadimento dell’etica?

Verri fu un politico, un letterato, un teorico delle belle arti. Come politico collaborò con l’assolutismo illuminato di Maria Tersa d’Austria. Si occupò in particolare dei fermieri, cioè degli appaltatori delle imposte, che con criteri discrezionali riscuotevano le imposte e trattenevano somme elevate. Dopo anni di lotte Verri impose la cosiddetta livellazione, cioè l’uguaglianza dei contribuenti  e introdusse la ferma mista che rafforzava le entrate dello Stato. Verri cioè è un letterato che chiude con le evasioni dell’Arcadia e  non esita a compromettersi con i problemi dello Stato.

 

Il titolo è elasticamente legato a questo forte messaggio sul dolore origine dell’uomo, più nel senso del suo essere soggetto pensante, che soffre e si esprime e qui si apre il campo dell’arte, della scrittura e della poesia, un messaggio ancora attuale in un periodo di decadenza culturale, si legge poco, legge solo chi scrive. Che ne pensa? 

Il pensiero estetico di Verri si basa sulla coppia dolore- piacere e sulla prevalenza del primo sul secondo. L’uomo, per reagire al dolore, inventa le arti e si impegna nel progresso. Il suo è un pessimismo attivistico ed energetico. L’insegnamento che si può trarre è che il progresso richiede impegno collettivo, senza rassegnarsi al dolore e agli eventi negativi.

Pensando al Caffè di Verri, ci piace pensare a questa moda culturale che è arrivata fino a pochi anni orsono fino a noi dei circoli culturali informali ritrovo di artisti, intellettuali e anche perdigiorno, a Taranto ricordo “U cafè” di Via D’Aquino…Leggendo nel suo libro la polemica tra Baretta e Goldoni, che fu difeso dal Verri e il suo Caffè, mi viene in mente l’attacco degli intellettuali napoletani a Eduardo Scarpetta che, come è stato brillantemente riportato dal film “Ora rido io” con la strabiliante interpretazione di Tony Servillo, fini addirittura in tribunale, il quale lo assolse esaltando il “linguaggio popolare e non accademico, frutto di genialità poetica”.

I caffè furono la grande scoperta del Settecento. Luoghi di incontri, di socialità, spesso di cultura. Non a caso esistono anche i caffè letterari. Ciascuno di noi ha l’immagine di un caffè preferito e quello di via D’Aquino ci ricorda gli anni della giovinezza e ci rinvia ai volti di tanti amici cari. Goldoni e Scarpetta, in tempi e modi diversi, dimostrano che l’arte vera non obbedisce ai canoni dettati dagli accademici, ma alle ragioni del genio e all’ispirazione artistica.

Concludendo, avendo dato un veloce sguardo al libro, mi sembra davvero riuscita questa ricollocazione del Verri riformatore illuminato nel nostro tempo, questo libro potrebbe far parte del corredo scolastico di studenti e questo fuori dalla polemica sulla scuola che non forma?

Verri è un classico dell’Illuminismo e l’Italia moderna comincia dal Settecento. Se i docenti lo proporranno nelle scuole e all’Università, la formazione degli studenti ne sarà arricchita.

Qui di seguito il programma giovedì 27 ottobre presso Università degli studi di Bari sede di Taranto ex caserma Rossarol – Via Duomo 238 Taranto presentazione del volume: Il DOLORE È IL PRINCIPIO DI OGNI UMAN GENERE il pensiero estetico di Pietro Verri. 

Modera: Maristella Massari Capo redattore di Taranto della Gazzetta del Mezzogiorno 

Intervengono: Riccardo Pagano, professore Ordinario Università di Bari – Giacomo Fronzi docente di Estetica Università degli studi di Bari – Antonio Mandese editore

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