Come sta Salman Rushdie

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Andrew Wylie, l’agente letterario più importante al mondo: “Ha perso un occhio e l’uso d’una mano”
Salman Rushdie

 

AGI – Come sta Salman Rushdie? “Le sue ferite sono profonde. Ha perso la vista da un occhio, dove è stato pugnalato. Ha subito tre gravi lesioni al collo e ha perso la funzionalità in una mano, perché i nervi sono stati recisi dalle coltellate. E ha subito altre 15 ferite alla schiena e al busto. Ha subito un attacco violento”.

A parlare delle condizioni dello scrittore e saggista indiano naturalizzato britannico in un’intervista al Paìs in occasione della Buchmesse di Francoforte è il newyorkese Andrew Wylie, 74 anni, l’agente letterario più potente e influente del mondo che ha nel suo portafoglio autori come Giorgio Bassani, Jorge Luis Borges, Saul Bellow, Paul e Jane Bowles, Joseph Brodsky, William Burroughs e Roberto Bolano, otto dei più importanti scrittori del XX secolo, oltre a a gestire i diritti di Guillermo Cabrera Infante, Italo Calvino e Albert Camus. Uffici a New York e Londra.

E sempre parlando del tentato omicidio dello scrittore, Wylie dice anche che “l’attacco è qualcosa di cui con Salman abbiamo parlato in passato, perché il pericolo principale che ha dovuto affrontare, anche molti anni dopo la fatwa, è stato essere attaccato da una persona a caso per nulla. Ed è qualcosa per cui non puoi farci niente perché è totalmente imprevedibile e illogico. È un po’ come l’omcidio di John Lennon”, dice l’agente.

“Amazon è come l’Isis”

Ma nell’intervista Wylie non si limita a parlare di Rushdie, approfitta per esprimere anche un giudizio su Amazon nel mercato dei libri per dire che “Amazon è orribile” in quanto “controlla il 40% del business negli Stati Uniti o qualcosa del genere” ma la società “è più interessata a vendere frigoriferi che libri, perché ci guadagna di più, quindi tratta i libri come piccoli frigoriferi”.

Secondo Wylie “questa non era l’idea originale, perché all’inizio Amazon trattava ogni libro singolarmente, ma poi sono stati corrotti dalla ricerca del profitto, vogliono sempre più margini. Potevano dedicarsi solo ai frigoriferi. Qualcuno una volta mi ha chiesto cosa pensassi di Amazon e io ho detto che era come l’Isis, purtroppo sono sopravvissuti all’Isis, ma il loro comportamento si basa sullo stesso modello” in quanto il modello Amazon “è abusare, non fare prigionieri, non si preoccupa di niente e non ha principi se non quello di espandersi, espandersi, espandersi” .

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