Letta annuncia la road map del Pd verso il congresso

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Il segretario fa scattare l’iter congressuale nel giorno della ricorrenza della marcia su Roma: “Fu l’inizio della fine”. Le primarie per scegliere il candidato si svolgeranno il 12 marzo

di Paolo Molinari

© Riccardo De Luca/AGF – Enrico Letta rende omaggio alla memoria di Giacomo Matteotti davanti monumento sul lungotevere

 

AGI – Prima la fase della chiamata, con l’appello che partirà il 7 novembre. Poi l’assemblea a metà dello stesso mese. Il manifesto dei valori arriverà a gennaio e, subito dopo, ci sarà il voto per scegliere i due candidati che si confronteranno alle primarie, il 12 marzo. Questa la tabella di marcia che il segretario del Pd, Enrico Letta, propone alla direzione nazionale del partito, riunita al Nazareno.

Una riunione che segna l’inizio del percorso congressuale e lo fa in una data simbolica, tanto più significativa dopo la vittoria della coalizione di destra alle scorse elezioni. “Questa direzione si svolge in una giornata molto importante, storica per la democrazia. Oggi ricorre il centesimo anniversario della pagina più buia dell’Italia. La marcia su Roma fu l’inizio della fine“, ricorda Letta in apertura dei lavori.

“Ma oggi è anche il giorno della festa nazionale della Grecia, la festa del No. Il 28 ottobre per la Grecia si si rifà al 28 ottobre del 1940, giorno dell’invasione fascista della Grecia. Quello è il giorno del No a Mussolini in Grecia. Qui richiamiamo il nostro no al fascismo, che è elemento costitutivo del nostro fare politica. Facciamo di tutto perché questo lavoro sia un lavoro vincente”, ha aggiunto Letta che, prima di raggiungere il Nazareno, si è fermato in raccoglimento sulla lapide di Matteotti rendendo omaggio alla “persona che fece dono della sua vita per difendere le istituzioni. Credo sia significativo che il percorso costituente prenda il via in un giorno così significativo”.

Il percorso congressuale, nelle intenzioni del segretario, dovrà procedere di pari passo e intrecciarsi con il lavoro del Pd all’opposizione. “Siamo opposizione e abbiamo cominciato a cambiare il nostro vocabolario, la nostra testa e il nostro modo di porci rispetto a una politica che ci ha visto negli ultimi anni sempre al governo”, avverte Letta.

Questo, se si vuol fronteggiare un governo che “non ha perso tempo rispetto alle indicazioni con cui muoversi, riportando le lancette indietro”, dice Letta: “Il messaggio è un liberi tutti” sull’emergenza Covid come sul fronte della lotta all’evasione.

“Un messaggio che è contro tutto ciò per cui abbiamo lottato in questi anni. Un messaggio sbagliato nei toni e nei tempi che sottintendono la volontà di fare un regolamento di conti sul passato”.

L’organizzazione dell’opposizione al governo Meloni è un lavoro che si sta rivelando più difficile del previsto, per i dem. E questo a causa dell’indisponibilità a condividere un tavolo comune da parte degli altri partiti usciti sconfitti dalle urne. A questo, poi, si aggiunge la posizione di Matteo Renzi e di Italia Viva che sembra “voler mettere le tende” nel campo della maggioranza.

“Siamo sempre disponibili a dialogare con il resto dell’opposizione, ma non ci facciamo prendere in giro. C’è una opposizione che della opposizione non ha nulla e che ha già trasferito le tende nel campo della maggioranza. Chi passa il tempo ad attaccare l’opposizione e’ solo una stampella della maggioranza”, attacca il segretario dem.

Per questo, sottolinea il segretario, è importante tenere insieme congresso e lavoro parlamentare. Intanto gli obiettivi del congresso: “Apertura vera e reale; rinnovamento; partecipazione”. E un gruppo dirigente, un segretario o una segretaria, “che deve uscire dal percorso con una legittimazione forte, che consenta di fare questa lunga traversata del deserto”.

La novità sta nel fatto che il congresso è aperto. Aperto nella partecipazione, con la scelta del segretario di lasciare aperte le iscrizioni ai singoli e agli altri soggetti politici fino all’ultimo momento – scelta che disinnesca la corsa al tesseramento di cui in passato sono state protagoniste le correnti – e aperto nel risultato. “Non è una cosa banale, non è mai accaduto fra di noi. In ogni congresso, quando cominciava, si sapeva già chi lo avrebbe vinto. L’esito era già deciso”.

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