Matteo Molino: cronaca della visita al Eastwest European Institute

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Pubblichiamo un contributo di Matteo Molino.

LO SCRITTORE MATTEO MOLINO A ROMA CON L’EASTWEST EUROPEAN INSTITUTE

Dal 24 al 28 ottobre 2022, lo scrittore Matteo Molino, autore dei romanzi “Il raggio di luce” (edito da Calibano Editore) e “Profugo” (edito da Europa Edizioni e vincitore di due premi letterari) ha partecipato ad un viaggio organizzato dall’Eastwest European Institute. Di seguito, egli narra la propria esperienza.

L’Istituto è nato a Roma, in una palazzina di via Piemonte, con lo scopo di portare gli studenti universitari vicino ai temi della politica internazionale. L’Istituto apre i propri viaggi a tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro facoltà e dalla provenienza, e organizza sia simulazioni di incontri e dibattiti alle istituzioni europee e alle Nazioni Unite, sia veri e propri viaggi (Study Mission). Nel corso di questi ultimi, i giovani vengono in contatto con importanti esponenti del mondo della politica, della diplomazia, dell’economia e della finanza. Ascoltando le loro testimonianze, gli studenti acquisiscono poi una migliore comprensione del mondo in cui vivono.

Ho scoperto l’Istituto durante la pandemia, nei primi mesi del 2021, mentre vagabondavo su Instagram per leggere le notizie su quello che succedeva fuori casa, e ho trovato un loro post, in cui invitavano i giovani a prendere parte alla simulazione online del Parlamento europeo. Nella simulazione, gli studenti iscritti hanno interpretato diversi ruoli, in diversi partiti, rendendosi conto di come funzionino le istituzioni europee. Spesso percepiamo il mondo della politica come qualcosa di distante dalla nostra realtà, ma proprio capire la logica di questo mondo ci aiuta a capire come giri il mondo in cui viviamo, a cambiarlo anziché subirne i cambiamenti passivamente. Inoltre, è stato fruttuoso conoscere le idee dei vari studenti di diversi Paesi su quale strada debba imboccare l’UE per cambiare, e dopotutto è dal confronto tra idee e mentalità differenti che nasce una soluzione adeguata per un’Unione che tiene insieme un gran numero di popoli, etnie, culture.

Stimolato dal dibattito online, ho deciso di lanciarmi nelle Study Mission. Nel 2021, l’Eastwest aveva organizzato viaggi a Mosca, L’Avana, Doha, Tunisi e Istanbul. Per ragioni di prezzo, e considerando gli impegni nel corso dell’anno, ho scelto Doha.

Sull’onda dell’esperienza di Doha, dopo la pausa dovuta all’Erasmus, ho deciso di ripetere l’esperienza della Study Mission. Già a Doha, oltre ad incontrare personaggi famosi ed entrare addirittura nel Parlamento e nel ministero degli Esteri, avevo incontrato persone eccezionali, davvero curiose, interessate a migliorare se stesse e coraggiose. Purtroppo, la distanza ci ha impedito di reincontrarci, anche se spero che la vita abbia tutto il meglio in serbo per loro. Roma sembrava essere una buona idea non solo per il prezzo più vantaggioso rispetto alle altre mete extraeuropee, ma anche perché, dopo l’inizio della crisi con la Russia, i voli verso Mosca erano cessati e i voli a lungo raggio verso il resto del mondo erano aumentati di prezzo.

Il viaggio a Roma è durato dal 24 al 28 ottobre, e ha coinvolto 29 studenti di 15 nazionalità diverse, non solo da Paesi comunitari ma anche da USA, Messico, Colombia, Israele e Iran.

Gli studenti hanno avuto modo di avvicinarsi alla carriera diplomatica visitando innanzitutto la scuola dei diplomatici italiani, Villa Madama, nei pressi della Farnesina. Qui hanno ascoltato la testimonianza di Bruno Archi, rappresentante dell’Italia nelle più importanti istituzioni internazionali, il quale ha descritto loro come si svolgano i corsi per gli studenti nell’istituto e quali qualità siano necessarie per essere buoni diplomatici e rappresentare gli interessi del proprio Paese negli incontri internazionali.

Io, da parte mia, non sono attratto dalla carriera diplomatica per il cerimoniale e per il lusso che la caratterizza; due aspetti per cui non mi sento minimamente tagliato. Io, però, studio turismo, che è comunque una relazione internazionale. Ritengo che ognuno di noi, viaggiando o accogliendo viaggiatori, scambiando conoscenze con persone di altri Paesi, possa ritrovarsi a diventare un “diplomatico”. Noi, guardando chi ha avuto il coraggio di fare dello scambio culturale e della collaborazione tra popoli la propria strada, in nome della pace, non possiamo che rimanere ammirati e capire quanto sviluppare il dialogo tra nazioni sia essenziale, soprattutto in questo periodo difficile.

Gli studenti della Study Mission col dott. Bruno Archi, a Villa Madama.

Successivamente, dato che la Study Mission era focalizzata sul tema del cambiamento climatico e della sostenibilità, gli studenti hanno visitato il World Food Program. L’agenzia, collegata alle Nazioni Unite ed alla FAO in particolare, ha sede a Roma e si occupa di coordinare la lotta contro la fame nel mondo. Gli studenti hanno potuto ascoltare due relatori del WFP, rendendosi conto di quanto grossa la gatta che il Program debba pelare: la crisi in Ucraina ha spazzato via buona parte dei risultati ottenuti nel corso di decenni di costante lotta contro la fame e la povertà, rischiando di scatenare una carestia globale. Allo stesso tempo, però, l’esperienza del WFP ci mostra come, anche nel Nord del Mondo, numerose comunità ancora non abbiano maturato un adeguato livello di resilienza sul piano alimentare, e quanto la malnutrizione debba essere associata non solo alla magrezza o alla fame, ma anche a quell’obesità che sempre più affligge i nostri Paesi a causa della mancanza di un’adatta sensibilizzazione sul tema del cibo.

Gli studenti al WFP.

Un’altra esperienza incredibile, tra quelle che hanno caratterizzato la settimana, è stata l’incontro, nell’ex Palazzo dell’Ordine dei Cavalieri di Malta vicino a Piazza del Popolo, con l’ambasciatore italiano presso la Santa Sede. Si è trattato di un’occasione irripetibile: l’ambasciata italiana presso la Santa Sede è l’unica ambasciata del mondo ad avere sede nello stesso territorio nazionale del Paese di cui l’ambasciatore è originario, e cioè l’Italia. A causa delle ridotte dimensioni del Vaticano, infatti, tutte le ambasciate straniere presso il papa hanno sede al di fuori del suo piccolo Stato.

Siamo tutti rimasti sorpresi dalla testimonianza dell’ambasciatore: a differenza degli altri leader mondiali, il papa ha un visione più incentrata sulla difesa della pace e dell’ambiente non solo nel breve ma anche nel lungo termine, e considera gli uomini tutti uguali, indipendentemente dalla loro nazionalità, religione, sesso o lingua. Riteniamo tutti che lavorare a contatto con la Santa Sede sia un’esperienza estremamente utile per maturare, ma anche per capire quali elementi potrebbero aiutare la nostra politica a cambiare.

I ragazzi davanti alla sede dell’ambasciata italiana presso la Santa Sede.

Terminato questo viaggio, sono al settimo cielo non solo perché ho avuto la possibilità di fare degli incontri unici con politici e istituzioni, che in un normale viaggio a Roma sarebbe impensabile fare; ma anche perché penso di aver trovato tante nuove amicizie, con ragazzi provenienti da tanti Paesi e background diversi. Tutti siamo accomunati dal desiderio di costruire un nuovo umanesimo, e riteniamo di doverlo fare anche se la realtà sembra, in questo periodo, averci voltato le spalle. La cosa più importante, se vogliamo vedere un vero cambiamento nel mondo, è tenere accesa la fiamma della creatività e della speranza.

Questa volta sono avvantaggiato nelle relazioni che voglio coltivare: per via della vicinanza geografica, le persone che hanno partecipato come me al viaggio non risiedono lontano da Roma, e quindi sarà molto facile rivederci in un futuro prossimo e coltivare l’amicizia che abbiamo iniziato a sperimentare.

Grazie all’Eastwest, in generale, ho trovato moltissimi amici; con quelli che avevo già trovato, purtroppo, è e rimane difficile coltivare l’amicizia a causa dei differenti percorsi che abbiamo intrapreso e della maggiore distanza che ci separa. Auguro loro, però, di aver trovato la strada giusta, che la vita abbia in serbo per loro ancora tante sorprese e possano fare fruttare le idee di cui sono pieni e sono davvero la materia prima di cui abbiamo bisogno per rendere la nostra Terra più vivibile, a misura d’uomo. Da parte mia, spero più di tutto di diventare una persona migliore e riuscire a vedere le cose più chiaramente; il cammino che dovrò percorrere io sarà più lungo, ma non mi arrendo.

Matteo Molino

Eastwest European Institute

Per chi fosse interessato a saperne di più sull’Eastwest European Institute, le informazioni riguardo alle loro iniziative sono reperibili al seguente link:

Home – eastwest European Institute (ew-ei.eu)

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