Sociatria: Giangrande commenta “Lo Squalo della Finanza” di Belansky

Arte, Cultura & Società

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Già intervistato dal Corriere Nazionale lo scorso 17 agosto (v. link), sempre in prima linea contro le ingiustizie sociali, questa volta il dr. Antonio Giangrande (*) commenta due tavole realizzate dall’illustratore genovese Igor Belansky, intitolate entrambe: “Lo Squalo della Finanza”. In esse, Lo Squalo della Finanza sovrasta la scena e vengono evocate immagini di poveri disgraziati, comuni cittadini dapprima vessati e, quindi, spolpati all’estremo dalle diffuse forme di speculazione messe in atto da lobbies e apparati finanziari privi di scrupoli, che oggi possono agire più che mai indisturbati. Giangrande coglie e stigmatizza questi aspetti drammatici della fase geopolitica che stiamo attraversando. Amara è la constatazione di vedere come siano attualmente spuntate le armi della vera sociatria, di come la stessa non riesca purtroppo ad andare oltre la comprensione e la denuncia civile dei mali contemporanei della società. Da qui, emerge l’accusa verso la scarsa onestà intellettuale e l’opportunismo di “professoroni”, talora sedicenti o forti di saperi infondati, i quali amano soltanto mettersi in mostra per vanagloria o tornaconto, dispensando false promesse e soluzioni insostenibili.


Le tavole di Igor Belansky

Igor Belansky – Lo Squalo della Finanza – 1. I vessati

Igor Belansky – Lo Squalo della Finanza – 2. Gli spolpati


La recensione del dr. Antonio Giangrande

Le tavole del maestro Igor Belansky intitolate: lo squalo della finanza, che evocano poveri cittadini vessati e spolpati, mi ricordano i poveri cristi che incontri al supermercato a snocciolare i prezzi. Sono quei disgraziati che vivono di pensione sociale al di sotto di 500 euro o anche i pensionati minimi, se non addirittura i percettori di reddito di cittadinanza, o quelli senza alcun reddito, esclusi da cervellotiche leggi di sostegno alla povertà. Certo non quei professoroni che vanno per la maggiore sui media, che cercano di scegliersi il miglior reddito presente, per la miglior pensione futura.

Appunto, quei disgraziati che comparano il costo delle vivande necessarie prima e dopo gli aumenti di prezzo ingiustificati. Scegliendo di privarsene in tutto o in parte, per poter centellinare le spese e sopperire all’aggravio del bilancio familiare. Sapendo bene che se tutto tornasse come prima, difficilmente i prezzi di quei prodotti tornerebbero come prima.

Certo i poveri, ma non certo ignoranti, i conti li sanno fare.

Si chiedono: come mai se fluttua il prezzo del gas, aumenta tutto, anche quello che nulla ha a che fare con esso?

Si chiedono ancora: se il prezzo di acquisto di una materia prima aumenta in un tot percentuale rispetto al prezzo finale del prodotto, perché da parte delle aziende energivore si calcola l’aggravio percentuale su tutte le spese fisse e variabili che nulla hanno a che fare con la materia prima interessata?

Il commento finale è che per questo tipo di speculazione con prezzi irreversibili, sarà solo la povera gente a pagare, non avendo redditi progressibili.

Dr Antonio Giangrande

(*)  Antonio Giangrande, figura poliedrica, scrittore, sociologo storico, giurista, blogger, youtuber, presidente dell’”Associazione contro tutte le mafie” e di “Tele Web Italia”, è autore di un centinaio di saggi che parlano di questa Italia contemporanea, analizzandone tutte le tematiche, divise per argomenti e per territorio.

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