Cosa ha messo Meloni sul tavolo di Von der Leyen

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Flessibilità per la modifica del Pnrr; maggiori fondi europei contro la crisi energetica, un approccio davvero europeo nella gestione delle migrazioni: queste le richieste avanzate dal premier italiano

di Brahim Maarad

AGI – “Flessibilità per la modifica del Pnrr; maggiori fondi europei per rispondere con un fronte unito alla crisi energetica e mantenere così l’unità europea anche nel sostegno all’Ucraina; un approccio davvero europeo nella gestione delle migrazioni”. Queste sono le principali richieste che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha messo ieri sul tavolo della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

“Le modifiche del Pnrr saranno all’interno del quadro legale del Recovery, la legge di bilancio sarà ragionata e manterrà la prudenza fiscale e il sostegno all’Ucraina, in tutte le sue forme, sarà pienamente confermato”: queste sono invece le proposte (o promesse) presentate per costruire un rapporto franco e collaborativo con le istituzioni europee. “Le relazioni non si giudicano sulle prime impressioni e i primi incontri. Aspettiamo i fatti e su quello ci pronunceremo.

Ma è evidente che c’è stato grande apprezzamento per il fatto che la neo premier abbia scelto le Istituzioni europee per la sua prima visita ufficiale”. Così un consigliere di von der Leyen ha riassunto all’AGI la riunione. E’ stato un incontro cordiale durato una cinquantina di minuti.

Ad affiancare Meloni tre volti noti a Bruxelles: il ministro degli Affari europei e Pnrr, Raffaele Fitto (già eurodeputato e co-presidente del gruppo Ecr); il consigliere diplomatico Francesco Talò (già rappresentante permanente dell’Italia alla Nato) e Piero Benassi, rappresentante permanente dell’Italia all’Ue.

Al fianco di von der Leyen invece i consiglieri più stretti: il capo di gabinetto, Bjoern Seibert; la sua vice Stephanie Riso e la responsabile del Pnrr, e Celine Gauer, direttrice generale a capo della task force del Recovery.

Andando in ordine: la legge di bilancio è stata il primo punto all’ordine del giorno. Meloni ha parlato di una corsa contro il tempo per la scrittura di una legge di bilancio non facile: al tavolo con von der Leyen, ha evidenziato che sarà ragionata e soprattutto sarà prudente dal punto di vista della finanza pubblica (questione che sta a cuore a Bruxelles). Secondo elemento il sostegno all’Ucraina: piena continuità con il governo Draghi.

“E’ stato confermato il sostegno macroeconomico, umanitario, per la ricostruzione e ovviamente militare. E, di conseguenza, la linea delle sanzioni alla Russia”, riferisce una fonte diplomatica europea.

Continuità con il governo Draghi anche nelle richieste per la risposta alla crisi energetica: tetto dinamico al prezzo del gas; disaccoppiamento del prezzo del gas dal prezzo dell’elettricità e lo strumento finanziario comune. Qui Meloni ha fatto notare che una risposta unitaria e comune europea è politicamente utile per mantenere il consenso attorno al sostegno europeo all’Ucraina. Terzo elemento, quello più sensibile: la modifica del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

L’Ue insiste che si può intervenire all’interno del quadro previsto dall’articolo 21 del Regolamento del Recovery. “Ci sono condizioni oggettive che vanno rispettate. Poi spetterà ai tecnici fare le ulteriori valutazioni”, commenta il consigliere di von der Leyen. “Meloni ha chiesto maggiore flessibilità, proprio nell’ambito del regolamento, per fare fronte all’inflazione che è al 10% e al rincaro delle materie prime che arriva al 30%”, racconta un diplomatico. “Anche perchè c’è il rischio che alcuni appalti per opere pubbliche vadano deserti perchè l’offerta è troppo bassa”, avrebbe spiegato la premier italiana a von der Leyen.

Ultimo dossier (ma non meno urgente) quello delle migrazioni. “Occorre una soluzione europea che sia tale, che si concentri sui confini esterni non tanto sulla redistribuzione: perchè di per sè la redistribuzione potrebbe rappresentare un pull factor”, questa la tesi di Meloni. Von der Leyen avrebbe mostrato comprensione sulla questione. Ma i margini di intervento sembrano ancora lontani e in mano agli Stati. Una quasi sorprendente sinergia è emersa invece fin da subito con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Proprio con lui Meloni avrebbe avuto l’uscita: “Mi vede, non siamo marziani”.

Lui ha tracciato una sua idea di Unione europea che corrisponde a quella promossa da Meloni: indipendenza energetica, indipendenza tecnologica e autonomia militare. Queste le priorità, prima di concentrarsi “sulle misure per vongole e zucchine”.

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