L’Onu chiede di far sbarcare i migranti sulle navi delle Ong. Ma non per forza in Italia

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Tensione al porto di Catania: “La situazione continua a peggiorare”. Oim e Unhcr chiedono “agli Stati della regione” di proteggere le vite delle persone soccorse ponendo fine allimpasse e offrendo un porto sicuro

© Fortunato Serranò / Agi – I migranti fermi al porto di Catania

AGI –  “La situazione continua a peggiorare. L’angoscia e la tensione sale. Devono sbarcare tutti”. Le ong rilanciano l’appello, preoccupate per una situazione di insidioso stallo.

E le Nazioni Unite lo raccolgono: “Le persone bloccate devono essere sbarcate rapidamente, senza ulteriori ritardi”.

Chiediamo agli Stati della regione di proteggere le vite delle persone soccorse ponendo fine all’attuale impasse e offrendo un porto sicuro per lo sbarco” affermano in una nota l’Organizzazione mondiale delle migrazioni (Oim) e l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati (Unhcr), riferendosi a “tutte le persone rimaste sulle navi ong dopo essere state salvate nelle zone di ricerca e soccorso (Sar) maltesi e libiche, nel Mediterraneo centrale”.

“Lo sbarco in sicurezza – proseguono le agenzie dell’Onu – dovrebbe essere seguito da una significativa condivisione delle responsabilità tra tutti gli Stati interessati attraverso accordi regionali e di cooperazione, in modo che tutti gli Stati costieri possano assolvere alle proprie responsabilità di ricerca, soccorso e sbarco. Un approccio frammentario e ad hoc in alto mare, che continui a lasciare soli gli Stati costieri, non può essere perseguito in questo modo e non è sostenibile. La priorità deve essere soprattutto quella di salvare vite e rispettare la dignita’ umana”.

“Bene lo sbarco dei vulnerabili, ma…”

“Abbiamo accolto con favore gli sforzi dell’Italia per lo sbarco di circa 400 persone, le più vulnerabili a bordo di Humanity 1 e Geo Barents, tra cui minori che viaggiavano da soli e altre persone che avevano bisogno di cure mediche urgenti. Tuttavia, è urgente trovare una soluzione per tutti gli altri sopravvissuti su tutte e quattro le navi in mare” affermano Oim e Unhcr che sottolineano come “coloro che arrivano dalla Libia hanno subito in molti casi gravi abusi e violazioni dei diritti umani. Le vulnerabilità di tutti i migranti e rifugiati che attraversano il Mediterraneo – compresi i minori accompagnati e non, le vittime di tratta, i sopravvissuti alle torture – dovrebbero quindi essere identificate per attivare meccanismi di protezione e accoglienza nazionali e internazionali”.

“I meccanismi di solidarietà regionale esistenti – proseguono le agenzie dell’Onu – possono aiutare l’identificazione tempestiva ed il ricollocamento delle persone che hanno bisogno di protezione internazionale, consentendo loro di chiedere asilo o di ricevere altre forme di protezione, nonché il rimpatrio sicuro e dignitoso di coloro che non hanno i requisiti per rimanere. Nel 2022, circa 164 persone sono state ricollocate dall’Italia in Francia, Germania e Lussemburgo, nell’ambito del meccanismo di solidarietà volontaria. Questi sforzi sono fondamentali, ma devono essere ampliati. Sono inoltre necessari sforzi regionali su entrambe le sponde del Mediterraneo, poiché le condizioni prevalenti in Libia e nei Paesi di origine continuano a deteriorarsi, spingendo persone disperate e vulnerabili a ricorrere a pericolose traversate in mare”.

La situazione a bordo

Restano a bordo della ‘Humanity 1’ i 35 migranti, parte dei 179 giunti sabato sera nel porto di Catania. Dopo lo sbarco di 144 – compresi 102 minori e diverse famiglie – concesso al termine di una ispezione, per i restanti, tutti maschi adulti ritenuti ‘non fragili’, è stata disposta la permanenza sulla nave cui era stato chiesto di lasciare le acque italiane.

La ong ha disobbedito ritentendo “illegittimo e disumano” quelle che appariva un “respingimento di fatto”. Resta al molo, dunque, fino a quando non saranno sbarcati tutti, viene spiegato. E a sostengo di questa posizione oggi viene presentato un ricorso al Tar del Lazio contro i provvedimenti del governo.

Ed è ormeggiata anche la Geo Barents di Medici senza frontiere, giunta ieri pomeriggio: sono sbarcati in 357 e ne erano rimasti a bordo 215, ma nella notte un uomo è stato fatto scendere per forti dolori addominali che non potevano essere curati a bordo. Quindi a bordo restano 214 migranti.

Al largo del coste catanesi, intanto, ci sono la Ocean Viking con 234 persone e la Rise Above con 91 dopo l’evacuazione di 4 di loro per urgenze mediche. Cresce la tensione a bordo, spiegano i rispettivi team.

Msf, team legale al lavoro su gravi violazioni Italia

“Abbiamo ricevuto formalmente il decreto interministeriale emesso qualche giorno fa e il nostro team legale sta lavorando non solo per riscontrare le illegalità che contiene e commesse dalle autorità, ma anche per potere procedere secondo una difesa determinata dalla situazione in cui ci troviamo” afferma Riccardo Gatti, responsabile operazioni di ricerca e soccorso di Medici senza frontiere, a proposito della situazione della Geo Barents, da ieri a Catania, con a bordo 214 migranti dopo lo sbarco di 357 e l’evacuazione nella notte di una persona per problemi medici.

“Abbiamo riscontrato attacchi di panico e infezioni a livello cutaneo gravi – aggiunge – è dunque forte la situazione di vulnerabilità a bordo e riteniamo aperta l’operazione di soccorso che si conclude solo con lo sbarco di tutti, secondo le normative internazionali e gli obblighi di legge che intendiamo far valere”. Dunque anche Msf si appresta alla bettaglia legale, così come Sos Humanity che si è rivolta al Tar del Lazio e al Tribunale civile di Catania per il mancato sbarco di 35 migranti.

Bonelli, infezione sulla Geo Barents

“La situazione a bordo è veramente drammatica. Mentre eravamo all’interno, una persona è stata sottoposta a sedazione, e nella nave c’è una infezione in corso, un’infezione molto molto importante. Ci chiediamo come sia stato fatto questo screening”. Lo ha detto il deputato Angelo Bonelli, al rientro da una ispezione sulla nave Geo Barents di Msf. “I bagni sono chiusi dalle 22 di ieri perché era stata chiusa l’acqua – ha continuato – e solo ora sta arrivando un’autobotte, che vedete alle mie spalle”.

“Alcune persone – ha aggiunto Bonelli – si sono denudate davanti a noi per mostrare l’infezione nelle parti intime. Evidentemente non lo avevano fatto durante lo screening perche’ temevano che non li facessero sbarcare”.

Nicita, a bordo c’è ancora almeno un minore

“Riteniamo che ci siano ancora dei minori a bordo, sicuramente uno. Chiederemo il motivo per cui non sono stati fatti sbarcare”. Lo hanno detto il deputato Angelo Bonelli e il senatore Antonio Nicita al rientro da un’ispezione a bordo di Geo Barents.

“Abbiamo visto un paio di persone – hanno aggiunto – che appaiono minorenni. Nel passaporto sono maggiorenni ma hanno un’eta’ evidentemente minore. Alcune persone non riuscivano a comprendere cosa dicessimo, i nostri discorsi sono stati tradotti in tre quattro lingue, e questo dci dice quanto potesse essere importante la presenza dei mediatori culturali a bordo”.

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