Il Bari non sa più vincere. Ancora un pareggio stavolta col Sudtirol

Sport & Motori

Di

Foto SSC Bari

Non era una formazione d’emergenza ma poco ci mancava. Mignani, infatti, ha dovuto fare a meno all’ultimo momento di Vicari, Maiello e Ceter, quest’ultimo appena rientrato tra i convocati, oltre a Folorunsho squalificato. L’allenatore genovese ha risparmiato anche Cheddira, forse per preservarlo in vista dei mondiali, spostato Bellomo a mezzala, schierato Salcedo trequartista, Zuzek in difesa e Mallamo a centrocampo con lo spostamento di Maita al posto di Maiello. Insomma, una rivoluzione tecnica.

C’era da battere il Sudtirol, far un sol boccone dei canederli e delle celebri mele, insomma, tanto per metterla sul culinario come piace a noi, per una serie di motivi: il primo era quello di dare una lezione sportiva sul campo dopo le polemiche venute fuori in settimana per il caso Masiello e con le assurde accuse di qualche testata giornalistica del nord che ha ignominiosamente accusato la tifoseria barese, e di conseguenza la città di Bari, capitale millenaria dell’accoglienza per antonomasia, di aver minacciato lo stesso difensore viareggino quando invece, la città, men che meno la tifoseria, non ha minacciato nessuno se non pregustando un’accoglienza a suon di fisiologici fischi e pernacchie, e poi c’era da vincere perché occorreva vendicare la sconfitta patita a fine torneo scorso in occasione della Supercoppa di C che ha visto il Bari soccombere proprio al San Nicola contro la formazione altoatesina, senza dimenticare che c’era anche da vincere per tornare a prendere i benedetti tre punti che mancavano tra le mura amiche, ormai, dal primo ottobre quando i baresi batterono il Brescia con un risultato tennistico, anche per capire se questa squadra dovrà continuare a gravitare lassù o meno. Ma alla fine ne è scaturito l’ennesimo pareggio.

Fatto sta che non si riesce a tornare alla vittoria, un dato che emerge anche oggi. Un altro pareggio in casa per il Bari sia pur con dinamiche diverse dai precedenti.

Certo, non è difficile mettere ordine in una gara che si perdeva e che non si riusciva a pareggiare quando si era sullo 0-2 e poi, però, si è pareggiata. Verrebbe da dire, d’impulso, di essere contenti, o almeno lo si dovrebbe essere, ma l’impressione è che si sia sprecato qualcosa. Il Sudtirol si è confermata una buona squadra, senza fuoriclasse, ma ordinata che ha avuto le sue palle gol, oltre ai due gol discussi ovviamente, soprattutto nel secondo tempo quando, chiuso a riccio in difesa e su due ripartenze, avrebbe potuto segnarne altri due, e solo la mancanza di precisione ha graziato il Bari, ma alla fine rimettendo in ordine il filmato della gara, riteniamo che il pareggio, tutto sommato, sia il risultato più giusto, a malincuore, ma giusto.

Una gara condizionata da una un errore madornale della terna, anzi quaterna, arbitrale, di uno in particolare – il guardialinee – che ha commesso un errore tecnico perché ha alzato la bandierina e poi l’ha messa giù, interrompendo il gioco e distraendo i calciatori, e se il guardialinee alza la bandierina occorre fermare il gioco e non continuare. Scriveva Orazio “O imitatores servum pecus”, ovvero “persone senza personalità”, e così è parso sul terreno del San Nicola. Un errore da matita blu, poi il Bari non è riuscito a reagire perché si è afflosciato subendo anche il secondo gol. Per fortuna Di Cesare, oggi davvero un Beckembauer nei disimpegni, ha segnato e ha scatenato una reazione anche grazie anche a Botta – saggiamente risparmiato da Mignani nel primo tempo per non esporre troppo la squadra davanti ai centimetri e ai muscoli altoatesini – forse il migliore in campo insieme a Ricci, che ha messo ordine negli attacchi del Bari giocando una gara di altissimo livello, poi il gol spettacolare di Salcedo alla Totti, ci spiace dirlo, l’unica cosa buona che ha fatto nei novantotto minuti di gioco.

C’è mancato qualcosa sotto porta, Scheidler e lo stesso Salcedo non sembrano ancora all’altezza dei titolari dopo tredici gare. Grande partita di Maita che era su tutti i palloni, anzi sradicandone molti dai piedi dei bolzanini, di Ricci, Scheidler e Salcedo abbiamo detto, Bellomo in ombra tranne che nel cross vincente per Di Cesare, buona la prestazione di Mallamo pur senza squilli, Antenucci col suo solito lavoro sporco ma essenziale, ma in generale, almeno dal centrocampo in su, nessuno riesce ancora a saltare l’uomo.

Il Bari ha meritato gli applausi per aver mostrato orgoglio in un secondo tempo giocato ad una porta sola nonostante i due brividi subiti, ma oggettivamente non le si può imputare nulla se non le solite amnesie in difesa dove si continua a subire gol di testa nonostante i centrali che puntualmente lasciano saltare e colpire gli avversari, perché anche questa è realtà, un dato di fatto, ed oggi anche un primo tempo giocato sotto tono.

Ora si andrà avanti senza Cheddira: si baderà a limitare i danni o si cercherà di insistere con la batteria di attaccanti che possiede e che fino adesso non ha convinto ancora? Ai posteri l’ardua sentenza.

Massimo Longo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube