Diritti negati

Diritti & Lavoro

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L’Italia è uno strano paese nel quale si parla sempre di diritti anche là dove non ce ne sarebbero, vedi i miliardi dei contribuenti italiani spesi nell’accoglienza indiscriminata degli immigrati clandestini che nel 2017 costò agli italiani 4.363 miliardi e negli anni successivi si è attestata intorno ai 5 miliardi di euro all’anno.  Ma stranamente questi diritti vengono negati a lavoratori e cittadini italiani tra l’indifferenza di tutti, soprattutto di quei politici  di sinistra così attenti a difendere pseudo diritti di chi non ne ha. Come sempre una delle categorie  più bistrattate dal sistema è quella del personale della scuola. Ancora oggi l’anno 2013 non viene riconosciuto, nonostante le richieste delle Organizzazioni sindacali ai governi che si sono succeduti, né ai fini pensionistici né in termini di retribuzione economica. Infatti i lavoratori della scuola si vedono escluso, dal conteggio degli anni di servizio prestati proprio il 2013; le conseguenze sono gravissime perché vengono bloccati  gli scatti stipendiali con importanti cambiamenti anche a livello economico. Eppure per quell’anno lo Stato ha regolarmente riscosso i contributi mensili sui singoli stipendi di docenti e ATA non può quindi applicare una politica truffaldina fatta di soprusi, prevaricazione e latrocinio, non si possono negare dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione! Purtroppo tali diritti vengono negati in nome del blocco stipendiale stabilito dal Decreto Presidenziale n.122 del 04/09/2013 del Governo Letta, che in nome del rigore  e della politica europea “lacrime e sangue” voluta soprattutto dalla Germania di A. Merkel contro l’Italia, mise sotto i piedi leggi, diritti, Costituzione, con l’avvallo del Presidente Napolitano, oggi presidente emerito. I lavoratori della scuola hanno perciò presentato un atto di diffida al Ministero. Già  la Corte costituzionale, con la sentenza n.178 del 2015, aveva affermato l’illegittimità costituzionale della disposizione legislativa che prorogava al 31 dicembre 2014 le disposizioni che limitavano la crescita dei trattamenti anche accessori del personale delle pubbliche amministrazioni, cioè il blocco delle progressioni economiche operato dal 2011 fino al 31 dicembre 2014. Per la Corte era illegittimo tutto il blocco stipendiale del triennio 2011-1013, includendo indirettamente anche l’ultimo. Successive modifiche hanno annullato i blocchi riferiti agli anni 2011 e 2012, attraverso due Contratti Collettivi Nazionali Integrativi sottoscritti rispettivamente il  13 marzo 2013 e il 7 agosto 2014, sempre a spese del personale, infatti hanno sottratto le risorse già assegnate al FMOF per destinarle al recupero dei due anni,  recupero effettuato così a costo zero attraverso uno spostamento di somme già destinate al FMOF, ma il blocco del 2013 è rimasto. E’ una situazione profondamente ingiusta che danneggia da anni il personale della scuola al quale blocca non solo gli scatti stipendiali, ma la stessa ricostruzione di carriera che vede negati anche ai fini pensionistici periodi di lavoro svolto. Da quasi un decennio i diritti dei lavoratori sono finiti nel dimenticatoio nonostante vi siano stati anche i così detti Governi di sinistra. Bisogna constatare amaramente che da sempre il comparto scuola italiano è poco rispettato e valorizzato dalle Istituzioni, lo dimostrano l’approvazione di queste leggi ingiuste che danneggiano i lavoratori e i professionisti della scuola e gli stipendi che sono tra i più bassi della UE.

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