La Svezia lancia la caccia ai migranti privi di documenti

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“Chi non ha il diritto di stare nel paese deve essere espulso” ha detto in un’intervista il nuovo ministro dell’immigrazione, Maria Stenergard. Tra le misure previste dal governo conservatore ci sono controlli d’identità, compreso un prelievo del Dna

di Alberto Ferrigolo

© CHRISTINE OLSSON / TT NEWS AGENCY / TT NEWS AGENCY VIA AFP – Il ministro dell’emigrazione svedese Maria Stenergard

AGI – Caccia al migrante “per sradicare la società ombra”. Accade in Svezia dove il nuovo ministro dell’immigrazione svedese, Maria Stenergard, posa in camicetta nera, le mani aperte davanti a sé su un tavolo a mostrare la propria determinazione. E una frase sull’account Instagram: “Chi non ha il diritto di stare in Svezia deve essere espulso”, tratta da una sua intervista al quotidiano Expressen.

Tra le misure previste dal governo conservatore liberale, sostenuto dall’estrema destra, ci sono controlli d’identità, compreso un prelievo di Dna, e l’obbligo per i dipendenti pubblici di denunciare le persone che si trovano in situazione irregolare. Del resto, durante la campagna per le elezioni, svoltasi a settembre, la destra e l’estrema destra hanno promesso di intensificare le espulsioni dei clandestini.

Tanto più che “i conservatori, democristiani e liberali, che governano dal 18 ottobre con l’appoggio dei Democratici di Svezia (Sd), partito di estrema destra – si legge su Le Monde – stimano che nel Paese essi siano 100mila”, cifre per altro “non confermate dalla polizia di frontiera, secondo la quale a fine 2021 erano soggette all’obbligo di lasciare il territorio 18.000 persone, di cui circa 10.000 erano scomparse”.

“Per controllare meglio chi si trova in Svezia illegalmente e per combattere l’appropriazione indebita di prestazioni sociali e la criminalità organizzata”, il governo ha pertanto deciso, nel bilancio presentato l’8 novembre, “di destinare 415 milioni di corone (38 milioni di euro) oltre tre anni all’organizzazione di un censimento nazionale”. 

L’ultimo è stato fatto nel 1990, attraverso un questionario inviato ai residenti dall’ufficio di statistica. Ma questa volta si ritiene di dover “andare a bussare alle porte e cercare direttamente le persone una per una, in certi quartieri “, ha avvertito Richard Jomshof, presidente della commissione giustizia del Parlamento Sd.

Tuttavia, anche se al momento ancora vaga, la proposta avanzata dalla leader della Democrazia Cristiana, Ebba Busch, è che oltre a fotografare e persone che non possono dimostrare la propria identità e prelevare le loro impronte digitali e un campione di Dna, venga comunque consentito alla polizia di perquisire il telefono cellulare o il computer di coloro che si rifiutano di collaborare.

Tra tutte, la proposta che ha suscitato più clamore in Svezia, è quella avanzata dal governo di studiare l’obbligo per i dipendenti del settore pubblico di denunciare i migranti privi di documenti con cui entrano in contatto.

Ciò che trasformerebbe il Paese in una società di “informatori” o delatori, come la definisce il quotidiano francese.

 

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